scritto da Pasquale Petrillo - 05 Maggio 2024 14:54

Cava de’ Tirreni, il documento politico dei dodici della maggioranza contro il sindaco Servalli: folgorati come San Paolo sulla via di Damasco?

Come suggeriva Max Weber,  fra di loro “alcuni vivono per la politica, molti della politica”. In altre parole, se tra i firmatari c'è più d'uno che merita rispetto e la dovuta considerazione, anche politica, ci sono in tanti che di politica vive o spera attraverso di essa di acchiappare qualcosa

foto Angelo Tortorella

Da dove cominciamo? E’ difficile anche il solo tentativo di fare il punto della situazione politica cittadina dopo l’implosione della maggioranza che sostiene Servalli. Era tutto pronto per la rimodulazione delle deleghe agli assessori. Pochissima cosa, in verità, assai inutile e quasi un insulto per la città. Poi, il documento politico firmato da dodici (come gli apostoli, ma solo nei numeri)  esponenti della maggioranza che chiedono conto e ragione a Servalli clicca qui per leggere.

Ora tutto è in alto mare.

Poche le cose certe. La prima, è che la maggioranza di Servalli è del tutto in frantumi. La seconda, e non è cosa trascurabile, è che il grosso dei firmatari fanno capo al Pd. Siamo all’inizio della fine o è solo l’inizio di un altro atto di questa commedia che sta diventando per la città sempre più una tragedia?

Un nostro autorevole lettore ci ha scritto rendendoci partecipi del suo pensiero in proposito: “ho riflettuto su come definire la situazione: comica… tragica… incomprensibile… farsesca…, ma forse il termine giusto è surreale. Mi sembra l’asilo infantile, ma qualcuno, tra questi, ha un po’ di dignità e (non dico amore per la città) ma amor proprio. Non ce li meritiamo”.

Un giudizio durissimo, ma gli si può dar torto? Forse solo sul fatto che sì, ce li meritiamo.

Un altro nostro lettore, non meno autorevole, ha commentato in modo lapidario: “ridicoli”.

Reazioni comprensibili. Tuttavia, riteniamo che la vicenda meriti un’analisi meno tranchant e sommaria. Nel senso che occorre sforzarsi di capire le ragioni, le cause, le motivazioni e gli obiettivi che sono alla base della scelta operata dai firmatari di questo documento politico indirizzato al sindaco Servalli.

Partiamo da un dato. C’è da fare innanzi tutto qualche distinzione tra i firmatari. Come suggeriva Max Weber,  fra di loro “alcuni vivono per la politica, molti della politica”. In altre parole, se tra i firmatari c’è più d’uno che merita rispetto e la dovuta considerazione, anche politica, ci sono in tanti che di politica vive o spera attraverso di essa di acchiappare qualcosa. C’è poi chi è stato un disastro come assessore e chi ha combinato disastri contabili da una decina di anni a questa parte. Tutti, però, hanno comunque il diritto di dire la loro. In ogni caso. In politica e in democrazia è così.

Per il resto che dire? Il documento è scritto indubbiamente bene ed è più che accettabile nei contenuti. Oddio, si potrebbe obiettare che questa presa di coscienza nei riguardi dell’inaffidabilità politica del sindaco Servalli e del suo operato poteva e doveva avvenire prima, un bel po’ di tempo fa. E non possiamo non notare che alcuni di questi personaggi ci hanno per così dire aggrediti “politicamente” e “giornalisticamente” in Consiglio comunale e nella più diverse occasioni per aver denunciato la pochezza di Servalli e della sua amministrazione. Solo ora rinsaviscono, folgorati come San Paolo sulla via di Damasco? Non è mai troppo tardi.

Allo stesso tempo, si può obiettare che se il sindaco Servalli rappresenta la maggiore sciagura politico-amministrativa che potesse avere la città, tutti loro dove stavano finora? Erano uniti dalla paura del commissariamento e di essere banditi dalla politica per i prossimi dieci anni? Ora, più che prendere coscienza, l’impressione è che passata la paura del fallimento acclarato e delle condanne contabili, ognuno si è sentito in diritto di dare libero sfogo alle proprie aspettative, ambizioni, voglia di rivalsa, in qualche caso di regolare i conti se non addirittura di consumare qualche vendetta. In ogni caso, molti di loro, non tutti ovviamente, sono responsabili del disastro politico-amministrativo appena una tacca sotto Servalli.

Ad ogni modo, in politica contano i fatti. Le recriminazioni, le polemiche e le critiche lasciano il tempo che trovano.

Questo per dire che chi fa politica fa valutato sulle decisioni assunte e sui comportamenti tenuti e conseguenziali. Insomma, prendiamo in toto per buono i contenuti e le ragioni palesate dai firmatari del documento.

L’auspicio è che esso alla fine non sia solo aria fritta. In altre parole, se da Servalli non arrivano in tempi ristrettissimi risposte adeguate sul piano del cambio di passo e della buona amministrazione (è un’illusione, ma la speranza non deve mai venir meno), allora bisogna avere il coraggio di mandarlo a casa. Essere cioè conseguenziali e non fare i furbi. In altre parole, non mettere su la solita manfrina prendendo per i fondelli ancora una volta i cavesi. Mandare quindi a casa Servalli anticipatamente e, conseguentemente, di andarsene tutti, anche loro, a casa. Restituendo così agli elettori la parola, ma anche recuperando quella dignità politica che ora i firmatari del documento hanno solo ipotecato e non ancora conseguito.

In conclusione, a Paola Landi, ad Anna Padovano, ad Armando Lamberti, a Giuliano Galdo e ad altri di questi dodici firmatari, che riteniamo persone perbene al di là della diversità di opinione e delle scelte compiute, va dato loro il beneficio del dubbio. Va loro riconosciuta la complessità di questa vicenda politico-amministrativa che da anni li vede protagonisti, il più delle volte passivi, nel senso che sovente sono stati costretti a dover bere l’amaro calice.

Fermiamoci per ora qui. Sull’argomento, infatti, non potremo non tornarci.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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