scritto da Carolina Milite - 03 Maggio 2024 14:18

Cava de’ Tirreni, Pd e “Cava ci Appartiene – Democratici” firmano un documento contro il sindaco Servalli: siamo alla resa dei conti

Sono in dodici tra consiglieri comunali, assessori e segretari politici a firmare il documento politico ispirato da Armando Lamberti: sul banco degli imputati il Sindaco, de Filippis, Manzo e Barbuti

C’è aria di maretta, anzi, di mare grosso,  all’interno della maggioranza del Comune di Cava de’ Tirreni. A essere  insofferenti sono i consiglieri comunali  e gli assessori del PD, in asse ai consiglieri del gruppo “Cava ci Appartiene-Democratici”, che lo scorso 29 aprile hanno inviato una missiva al sindaco Vincenzo Servalli. Un documento politico con una serie di richieste.

Sottoscrittori del documento sono i consiglieri  Giuliano Galdo, Armando Lamberti, Paola Landi, Danilo Leo, Luca Narbone, Anna Padovano, Adolfo Salsano, e gli assessori Annetta Altobello, Lorena Iuliano, Nunzio Senatore; unitamente a loro anche Massimiliano De Rosa, segretario della sezione cittadina del Partito Democratico, e Vittorio De Rosa, segretario del movimento “Cava ci Appartiene – Democratici”,

La lettera giunge dopo il pericolo scampato del commissariamento prefettizio e dopo un anno da un presunto accordo di massima riguardante la rimodulazione delle deleghe assessoriali preso all’epoca e che prevedeva, su suggerimento soprattutto del consigliere Antonio Barbuti, una variazione degli incarichi in capo agli assessori i quali sarebbero rimasti gli stessi.

Sembrava che i tempi fossero ormai maturi, tant’è che si vociferava che dal 2 maggio sarebbero cambiate le deleghe agli assessori. Qualcosa però è mutato all’ultimo momento e nella mattinata di martedì 30 aprile, a poche ore dal Consiglio comunale dello stesso pomeriggio, durante il quale si sarebbe dovuto votare il rendiconto di bilancio 2023, è arrivato sulla scrivania del Sindaco questo documento i cui principali artefici sono i membri del gruppo “Cava ci Appartiene –Democratici” e, in particolar modo, il professore Armando Lamberti.

Secondo i ben informati, alla lettura dei fogli il sindaco Servalli è andato su tutte le furie rivolgendosi, nel corso di una telefonata, a Lamberti a quanto si dice addirittura con modi inurbani. Il rischio era che venisse meno la maggioranza per l’approvazione del rendiconto durante la seduta consiliare. Dopo questi primi attimi concitati e una breve, ma profonda riflessione, il Sindaco sembra si sia trovato costretto a tornare sui suoi passi, chiedendo scusa al professore Lamberti per le parole profferite in un momento di rabbia, convenendo di discuterne dopo la seduta consiliare (con consequenziale approvazione del rendiconto di gestione dell’Ente comunale 2023).

Insomma, la situazione politica è stata per così dire congelata, ma, a dispetto di ciò, gli animi in maggioranza sono a dir poco agitati e, sempre stando a quando dicono i bene informati, si è addirittura sfiorato, al termine della seduta consiliare di martedì scorso, lo scontro fisico tra la consigliera Filomena Avagliano e alcuni esponenti del Pd firmatari del documento, in particolare con Giuliano Galdo. Insomma, sono volate parole grosse e diciamo così assai colorite, a testimonianza di quanti siano ormai tesi e forse insanabilmente rotti i rapporti anche personali all’interno della maggioranza che finora ha sostentuo Servalli,

Nel documento politico si parla “del quadro politico da tempo caratterizzato da una grave instabilità dovuta, in particolare, a una prolungata mancanza di chiarezza (rivolta soprattutto al Sindaco) e ad aperte contraddizioni, come testimoniano alcune vicende dell’ultimo Consiglio comunale”.

Nello specifico, i firmatari parlano dell’episodio avvenuto in concomitanza con la lettura di Armando Lamberti, durante la seduta, della relazione strategica riguardante la programmazione culturale. Viene infatti sottolineato l’atteggiamento ritenuto politicamente provocatorio e maleducato nelle modalità dei componenti di Azione, Federico de Filippis in primis, che hanno abbandonato l’Aula in polemica e dissenso con quanto relazionato dal professore Lamberti. Una modalità ritenuta estremamente scortese, soprattutto da parte di de Filippis, erede di una tradizione politica di una famiglia che ha fatto la storia di Cava nell’ultimo mezzo secolo; senza contare che, dopo questa presa di posizione, gli esponenti di Azione hanno comunque votato in maniera favorevole il punto all’ordine del giorno, dando prova di contraddizione, ma più ancora di un’avversione indirizzata in modo plateale nei confronti di Lamberti. Questo è quanto trapela dal gruppo dei firmatari del documento.

Nel testo si continua a leggere: “…preso atto di un atteggiamento non chiaro e non fermo del Sindaco nel censurare i comportamenti sopra richiamati (e che ha anche caratterizzato, per la sua genericità, l’intervento conclusivo tenuto nell’ultimo Consiglio comunale), che indebolisce di fatto l’unità della stessa maggioranza…”. Un’accusa durissima che non ha mai mosso neanche l’opposizione nei confronti del Primo cittadino.

Nel documento, in un primo momento, vi era un passaggio molto duro nei confronti del gruppo consiliare di Italia Viva e, in particolare, di Antonio Barbuti. Il PD ha voluto, però, che fosse cancellato per evitare che si creasse un’ulteriore rottura all’interno della maggioranza. Tuttavia, nell’atto traspare un risentimento nei suoi confronti, tant’è che il gruppo che fa capo ad Armando Lamberti e Adolfo Salsano sembra abbia posto un netto rifiuto alla richiesta del PD di condividere questo documento con Italia Viva e farlo sottoscrivere anche ai suoi membri.

Sul banco degli imputati c’è il sindaco Servalli principalmente, ma anche il gruppo di Azione che non fa capire se è dentro o fuori alla maggioranza amministrativa, e Antonio Barbuti per gli attacchi frontali alla struttura comunale che porta avanti da circa due anni e ai quali il Sindaco non dà risposte .

Un altro passaggio importante della lettera è quello in cui si fa menzione del fatto che “…il presunto documento, che sembrerebbe essere stato redatto circa un anno fa solo da alcuni rappresentanti della maggioranza, con il quale si conferiva mandato al Sindaco di procedere a una rimodulazione delle deleghe – benché sembri non esistere –, è da ritenersi comunque superato, sia perché allora non fu condiviso da tutte le forze politiche della maggioranza (il segretario politico di Cava ci Appartiene non ha mai sottoscritto tale documento), sia per il sopravvenuto cambiamento complessivo del quadro politico…”. Quindi non c’è certezza dell’esistenza di questo fantomatico documento che era stato redatto e condiviso soltanto da una parte della maggioranza, senza consultarne altri appartenenti.

Si fa inoltre richiesta al Sindaco affinché “si adoperi per l’adeguato riconoscimento dei ruoli degli Assessori e dei Consiglieri con deleghe – evitando comportamenti protesi anche ad un’involontaria delegittimazione– e di una pari dignità a tutti i gruppi e ai consiglieri comunali facenti parte della maggioranza che attualmente lo sostiene”. E ancora: “Il Sindaco si adoperi concretamente, proponendo un cronoprogramma, per l’attuazione delle linee di indirizzo politico-amministrativo definite in campagna elettorale, sulle quali si è chiesto il consenso degli elettori; il Sindaco si impegni a dare un riscontro concreto, proponendo un ulteriore cronoprogramma, alle proposte politiche formulate dai sottoscrittori…”.

Insomma, chiedono una serie di cose ben oltre la mera rimodulazione, compresa la richiesta che “non si disponga al momento alcuna modifica delle deleghe giuntali e consiliari”. In effetti, sono per la rimodulazione, ma chiedono che passi attraverso un discorso di chiarezza, promotore di un vero cambio di passo.

Ma il cambio di passo avviene se è accompagnato dalla sostituzione degli assessori. Attuare una rotazione di deleghe sempre agli stessi nomi, piuttosto che effettuare una sostituzione degli stessi, serve a poco o nulla se si vuole davvero un cambiamento dello status quo.

Cambiare un solo assessore, però, basterebbe a far crollare questa Amministrazione che è assai più instabile di un castello di carta.

clicca qui per leggere il documento politico

 

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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