scritto da Pasquale Petrillo - 10 Marzo 2024 14:04

Cava de’ Tirreni, un appello da raccogliere quello di Flora Calvanese alla società civile

L'invito alla società civile da parte di Flora Calvanese è forte e chiaro. E' inequivocabile. D'altro canto, a nostro avviso, se la politica attuale ha i suoi limiti e le sue colpe, viene da chiedersi la società civile metelliana finora dov'è stata?

foto Gabriele Durante

Può piacere o no, ma è indubbio che Flora Calvanese può vantare un’esperienza politica di prestigio e qualità che forse soltanto in pochissimi possono pensare di avere nella nostra città. E quello che dichiara nell’intervista pubblicata oggi dal nostro giornale clicca qui per leggere, potrà piacere o meno, ma tuttavia offre moltissimi spunti di riflessione degni di essere adeguatamente approfonditi.

Ci soffermiamo, visto che è troppo il materiale da tenere in considerazione, solo su alcuni passaggi che, a nostro avviso, riteniamo più utili da analizzare.

In tutta onestà, pensiamo che Flora Calvanese nell’intervista abbia, con una grande capacità di sintesi e chiarezza, delineato buona parte dei punti programmatici validi per qualsiasi futura amministrazione comunale.

Quali? Ad esempio quando afferma che occorre salvaguardare le attività produttive che sono rimaste sul territorio, lavorare per la difesa del territorio e del paesaggio, dei monumenti. «Insomma -sintetizza la Calvanese- della bellezza della città. Poi imparare a lavorare di squadra con le altre realtà limitrofe. Il futuro è cultura, turismo, innovazione, artigianato di qualità, ristorazione… e ragionare sempre in termini di aree vaste»

Il ragionamento di Flora non fa una grinza e lo condividiamo in larga misura.

«Se aumentano le presenze in città per turismo o eventi culturali -spiega Flora Calvanese- ne trarranno beneficio sia il commercio che la ristorazione. Possiamo diventare un hub culturale con eventi, mostre, spettacoli capaci di attirare visitatori. Abbiamo anche spazi idonei per fare cultura in grande stile. Ma dobbiamo cominciare a pensare in grande. Non possiamo permetterci di tenere chiusi spazi come la Mediateca, villa Rende, o sottoutilizzati come San Giovanni, o inutilizzato il teatro comunale”».

C’è, però, un altro passaggio che sposiamo in pieno. E’ quello in cui risponde alla domanda sul ruolo che deve giocare la società civile nel rilancio della città.

E’ chiaro ed esplicito il suo invito a «scendere in campo, di non delegare, di sporcarsi le mani per difendere la propria città».

Le sue argomentazioni non fanno una piega. Una è relativa alla funzione fondamentale che ha la società civile in ragione del fatto che il governo della cosa pubblica «troppo spesso sta diventando terreno di improvvisazione o, peggio, di opportunismo».

O quando sostiene che «la società civile fa la differenza anche quando si batte per obiettivi di tutela dei beni comuni, senza ambizioni elettorali, ma solo per civismo».

«Lo scopo -prosegue- è quello di non tacere, non subire, non accettare scelte sbagliate, ma battersi per il bene comune».

In conclusione, l’invito alla società civile da parte di Flora Calvanese è forte e chiaro. E’ inequivocabile.

D’altro canto, a nostro avviso, se la politica attuale ha i suoi limiti e le sue colpe, viene da chiedersi la società civile metelliana finora dov’è stata? Tolti in pochi, dal CoBeCo alle manifestazioni per l’ospedale e a poche altre voci, non è che nella nostra città si è visto molto.

Insomma, ci sembra che sia troppo comodo limitarsi a dare legittimamente addosso sui social o a criticare sotto i portici chi ci governa e chi sta all’opposizione in Consiglio comunale.

Oltre a questo, cosa ha espresso in termini politici la città in questi ultimi anni? Dov’è stato il grosso della società civile cavese? Negli studi professionali? Magari negli incontri pubblici autoreferenziali? O in quei bei simposi per discutere sul sesso degli angeli? Per poi auto-assolversi in quelle moderne iniziative di solidarietà che un tempo andavano catalogate come caritatevoli?

Diciamoci la verità: la stragrande maggioranza dei cavesi, e parliamo della classe dirigente, ha preferito non sporcarsi le mani, di guardare al proprio orticello piuttosto che agli interessi complessivi della comunità.

Ora non è più il tempo di stare alla finestra a guardare. La città ha bisogno di tutte le sue migliori risorse umane e professionali per risorgere, per avere un rilancio.

Inutile piangere sul latte versato, però. Guardiamo al futuro, industriamoci in cosa possiamo renderci utile per la città.

In altre parole, l’appello di Flora Calvanese va raccolto. Anzi, è il caso di attivarsi al più presto per trasformare le sterili lamentazioni in proposta politica.

Nell’ottica, però, di accostarsi alla politica e al governo della res publica per dare e non per avere.

Parafrasando John Fitzgerald Kennedy, potremmo dire «Non chiederti cosa la tua città può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per la tua città».

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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