La Giornata dell’Unità nazionale, un’eredità da proteggere e lasciare ai nostri figli
La Giornata dell'Unità nazionale, un'eredità da proteggere e lasciare ai nostri figli
Il 17 marzo di 161 anni fa venne dichiarata l’unificazione politica del nostro Paese.
Oggi, quindi, si festeggia la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Celebriamo così la nascita dello Stato Italiano, avvenuta in seguito alla proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861 a Torino.
E’ quindi un anniversario importante, è il compleanno dell’Italia moderna, che va festeggiato senza retorica ma con un sentimento di sincero patriottismo.
Con questa festa ricordiamo il Risorgimento, con i suoi ideali, i suoi morti e i suoi eroi. Ricordiamo i caduti nella prima e nella seconda guerra mondiale. Ricordiamo, però, anche quanti in questo secolo e mezzo hanno lottato per dare al nostro Paese le libertà democratiche, i diritti civile e sociali, lo sviluppo economico.
Come ha infatti evidenziato oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la nostra è stata “una storia lunga e travagliata, che ha portato a realizzare gli ideali di indipendenza, libertà, democrazia propri al Risorgimento e alla lotta di Liberazione e realizzati pienamente con la nascita della Repubblica e l’approvazione della Carta Costituzionale”.
La giornata di oggi va celebrata più che mai, ponendo la nostra attenzione su quello che sta accadendo in Ucraina. Un paese aggredito, invaso, smembrato, che con grande dignità, eroico coraggio, indicibili sacrifici e i pesanti lutti di una immane tragedia, sta lottando per difendere l’integrità territoriale, la storia nazionale, la libertà e l’indipendenza di un popolo.
E non a caso, nel suo messaggio di oggi, il presidente Mattarella ha ricordato che “ora più che mai i simboli della Repubblica Italiana, in cui gli italiani si riconoscono, ci inducono a riflettere sull’importanza della libertà, della democrazia, sul valore dei diritti dell’uomo, primo dei quali è il diritto a vivere in pace”.
Ecco, ringraziamo oggi i nostri Padri per l’eredità che ci hanno lasciati, nella convinzione che ora tocca ad ognuno di noi lasciarla integra alle future generazioni.