Cava de’ Tirreni, l’equilibrismo politico di Antonio Pisapia su Servalli & C.: a noi non ci resta che piangere!
Il nostro ha indubbiamente esperienza politica da vendere. Da qui la maestria con cui schiva le domande più insidiose e, da abile artigiano della politica, ci restituisce un affresco luminoso dove risplende la valle metelliana e giganteggia la figura del sindaco Servalli
La classe non è acqua e in politica conta molto. E’ questa la considerazione che ci è venuta spontanea nel leggere l’intervista al segretario cittadino del PSI Antonio Pisapia. Il nostro ha indubbiamente esperienza politica da vendere. Da qui la maestria con cui schiva le domande più insidiose e, da abile artigiano della politica, ci restituisce un affresco luminoso dove risplende la valle metelliana e giganteggia la figura del sindaco Servalli.
Altro che il tenebrismo con i chiaroscuri e i mezzi toni di Caravaggio. Al contrario, Antonio Pisapia si rivela, quale analista e narratore politico, un moderno esponente della Pittura di Luce. Un redivivo Beato Angelico o un novello Piero della Francesca.
Scherzi a parte, il nostro è davvero bravo nel difendere anche l’indifendibile. D’altra parte, deve farlo e lo fa in modo più che egregio.
Ad ogni modo, tra le righe, non mancano le critiche a Servalli, che deve decidersi se entrare nel PSI per avere la candidatura alle regionali e non traccheggiare più come finora sta facendo da grande opportunista politico qual è e dimostrato di essere in questi anni.
Allo stesso modo, Servalli viene politicamente definito dal nostro come inclusivo, per convenienza aggiungiamo noi, ma poi, lamenta, decide da solo, perché così gli fa comodo aggiungiamo ancora noi.
Certo, in alcuni passaggi, il lettore rischia il picco glicemico. Ad esempio, quando Pisapia accosta Servalli al sindaco Gravagnuolo e finanche a Fiorillo. Non ci sono paragoni. Di sicuro come sindaco e come uomo Servalli non è neanche lontanamente paragonabile a Gravagnuolo, il quale pensava, decideva e guardava oltre l’orizzonte. Servalli galleggia e tira a campare. Certo, politicamente batte Gravagnuolo nel raccontare le favole. E’ bravissimo in questo, lo riconosciamo.
Il coma diabetico, però, il lettore lo rischia quando il Segretario socialista attribuisce pure a Servalli la capacità “di farsi apprezzare anche oltre i confini della nostra città e della nostra regione”.
Lasciamo perdere. Sembra proprio di vivere in due differenti città e di parlare di due sindaci del tutto diversi, anzi, opposti.
Questo, tuttavia, è il bello della democrazia e del pluralismo.
Complimenti sinceri, comunque, ad Antonio Pisapia. Un’ottima persona ed un fine politico con straordinarie doti di equilibrismo.
Peccato che a noi non ci resta che piangere!