Cava de’ Tirreni, la nomina ad assessore di Lorenzo Santoro: l’unica cosa buona dei mal di pancia della maggioranza del sindaco Servalli
Alla fine si troverà un accomodamento. Non c'è altra scelta per questa maggioranza. Sono costretti a stare insieme e cercare di fare del loro meglio, ammesso che ci riusciranno, in questa coda di consiliatura. E' la loro condanna. Ed anche il loro punto di forza
Una notizia buona c’è. Si tratta della nomina ad assessore comunale all’Urbanistica dell’architetto Lorenzo Santoro. Una persona perbene. Un signore. Un tecnico competente ed amante perduto della nostra città, del suo patrimonio architettonico e culturale.
All’amico Lorenzo verrebbe da dire: ma chi te lo fa fare? La sua scelta, tuttavia, può non essere condivisa e compresa, ma va rispettata. E’ il richiamo del dovere e degli interessi superiori della propria città. Lorenzo è uno che ci crede in queste cose. La sua scelta, razionalmente quasi suicida, sembra avere la stessa intensità e passione di Salvatore Quasimodo quando, pensando alla sua patria, declamava “Il mio paese è l’Italia, e io canto il suo popolo, e anche il pianto coperto dal rumore del suo mare, il limpido lutto delle madri, canto la sua vita”. E Lorenzo è di sicuro un genuino cantore della nostra città.
Per il resto che dire? Siamo in presenza di una telenovela alquanto scadente ancora in atto. Ognuno recita la propria parte senza curarsi di quella degli altri protagonisti.
Servalli pensa a tirar dentro un gruppo di consiglieri comunali di Azione che per qualche mese aveva fatte le bizze, collocandosi tra color che sono sospesi.
De Filippis e Manzo, consiglieri comunali di Azione, tirano dritto per ritornare in maggioranza, dimenticandosi a cuor leggero delle picconate anche sgarbate e da veri oppositori assestate in questi ultimi mesi.
Sia chiaro, va ricordato che i consiglieri comunali di Azione ruppero con la maggioranza dopo il mancato appoggio a De Filippis alle ultime elezioni provinciali. La maggioranza preferì accordarsi votando candidati di altri comuni. Un fatto gravissimo. La posizione di rottura di Azione fu dunque più che legittima e giustificata.
Quel che sfugge ai più è, nel frattempo, l’accanimento pubblicamente manifestato a più riprese nei riguardi del professore Lamberti e del presidente del Consiglio Salsano. Critiche legittime, ci mancherebbe, ma perché altrettanta ostilità politica non c’è stata nei riguardi del sindaco Servalli, primo responsabile di quella scelta sciagurata alle elezioni provinciali? Perché non contro il Pd che aveva siglato il patto scellerato? E perché non contro i consiglieri di Italia Viva da cui era nata l’idea di votare un non cavese?
Mah, un mistero. Fino ad un certo punto, però. Lamberti più di tutti, per il suo modo di essere, è votato ad essere una vittima sacrificale.
Ad ogni modo, adesso, dopo tanto folclore da oppositori sui generis sparso a piene mani dai banchi consiliari, i due consiglieri di Azione sembrano allegramente cantare “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, Chi ha dato, ha dato, ha dato, Scurdàmmoce ‘o ppassato, Simmo ‘e Napule paisà”.
E Armando Lamberti e i suoi? Fanno partita a sé perché costretti. Nel senso che nella geografia politica servalliana sembrano contare quanto il due a briscola. Povero amico Armando. E’ quello che prende più randellate di tutti. Non le merita, considerando la sua generosità, la passione, il sacrificio, l’impegno che ci mette. E resta un sognatore. Sogna ancora Cava città della cultura. E’ indubbiamente un uomo di fede visto che in bilancio per la cultura, a parte le promesse, non c’è un euro disponibile.
In questi ultimi mesi, come consigliere delegato alla cultura. si sta prendendo critiche e sberleffi da tutta la città per non aver messo su un cartellone di eventi estivi. I cavesi hanno tutte le ragioni per lamentarsi. Resta da capire, però, come si fa un cartellone di eventi senza un becco di quattrini?
E Armando che fa? Invece di dire come stanno veramente le cose, si prende tutte le contestazioni e le accuse senza battere ciglio. Un perfetto cireneo.
Ora che succederà? Alla fine si troverà un accomodamento. Non c’è altra scelta per questa maggioranza. Sono costretti a stare insieme e cercare di fare del loro meglio, ammesso che ci riusciranno, in questa coda di consiliatura. E’ la loro condanna. Ed anche il loro punto di forza.
D’altro canto, si votasse oggi, il centrodestra vincerebbe al primo turno. E’ unito, è forte, ha il vento il poppa. Ha scelto anche un candidato sindaco elettoralmente forte e molto popolare come il dottore Raffaele Giordano, giovane professionista e docente universitario. Uno che non ha particolare esperienza amministrativa, salvo questi quattro anni di consigliere comunale, ma è un volto nuovo e soprattutto non ha scheletri nell’armadio. Certo, poi dovrà dimostrare di saper governare, ma questo viene dopo. E non vale solo per lui, ma per qualsiasi altro candidato. D’altro canto, dopo il disastro e il malgoverno di Servalli, non ci vorrà molto per fare almeno un pochino meglio. Sempre che questo poco sia sufficiente, visto come sono stati ridotti Ente comune e città.
Il problema di fondo resta quello che ha dichiarato ieri al nostro giornale il professore Lamberti. Vale a dire la necessità di “testimoniare un esercizio concreto della «buona politica» di cui soprattutto la nostra città ne ha fortemente bisogno”.
Giusto. Non è mai troppo tardi per l’esercizio della buona politica. A destra, come a sinistra.
Nutriamo più di un dubbio in proposito, ma la speranza resta. Sempre.
P.S: Auguri sinceri di buon lavoro al neo assessore Lorenzo Santoro. Ne ha bisogno e si ricordi che l’espressione latina “Homo homini lupus” sembra essere particolarmente in voga nel nostro Palazzo di Città.