Cava de’ Tirreni, con Servalli e Salsano in scena la recita politica della mistificazione e della incoerenza
Oggi Salsano si presenta come il salvatore della patria. Sarà a lui a mettere a posto i conti del Comune. Vivaddio. E farà da balia all'assessore al ramo Antonella Garofalo, che rischierà in futuro di apparire come la scolaretta portata per mano al fine di evitare che combini guai

Oggi a Palazzo di Città è andato in scena un altro atto della pessima recita interpretata da un po’ di tempo da Servalli e dalla sua maggioranza.
Il nostro primo cittadino meriterebbe la nomination all’Oscar politico per la mistificazione, nel senso più letterale del termine, ovvero come attore protagonista nell’«alterazione della verità, operata con astuzia e sottigliezza di argomentazioni». Servalli in questo si è rivelato un campione senza rivali. Chapeau! Continua imperterrito nella narrazione di una realtà del tutto non corrispondente a quella vissuta dai suoi governati, ovvero da noi cavesi. A cominciare dal personale del Comune stesso. Le sue ultime dichiarazioni, nel corso della conferenza stampa di stamani, fanno parte a pieno titolo del suo vasto campionario di fuffa e favolette a buon mercato clicca qui per leggere.
Il neo assessore Adolfo Salsano, invece, meriterebbe l’Oscar politico per la coerenza (sic!) quale migliore attore non protagonista. Abbiamo perso il conto delle sue funamboliche prese di posizione. Un attore consumato, un istrione senza pari in Consiglio comunale, in televisione, sui giornali, sotto i portici. Invidiabile la sua capacità di mostrarsi convinto di quello che dichiara. Un mostro di coerenza a dispetto di quanti lo denigrano come uno straordinario giocatore delle tre carte. Sì perché si può essere coerenti proprio nell’essere coerentemente incredibili, nel senso proprio di non-credibile.
Oggi Salsano si presenta come il salvatore della patria. Sarà a lui a mettere a posto i conti del Comune. Vivaddio. E farà da balia all’assessore al ramo Antonella Garofalo, che rischierà in futuro di apparire come la scolaretta portata per mano al fine di evitare che combini guai.
E il resto della maggioranza? I consiglieri dovranno continuare a votare bilanci non si sa fino a quanto attendibili. E, per questo, in ogni caso, stringersi politicamente «a coorte», cantando chissà fino a quanto convinti: «Siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte»… Servalli chiamò.
Basterà questo per arrivare a fine consiliatura? Per restare attaccati alle poltrone di sicuro sì, per la città saranno, invece, altri mesi di sofferenze e di sopportazione. Oddio, sempre che dall’esterno, a cominciare dalla magistratura inquirente sia ordinaria che contabile, non arrivi qualche scossa tellurica. Sarà difficile che ciò avvenga, soprattutto in tempi brevi, tuttavia, al momento non è affatto da escludere.
Per ora, ai cavesi non resta che pazientare. All’opposizione di non mollare la presa. Agli schieramenti politici, sia di centrodestra che a maggior ragione quello di centrosinistra, di lavorare per creare un’alternativa all’attuale maggioranza fallimentare e consunta. Il problema di fondo, infatti, non sarà quello di vincere le prossime elezioni comunali, bensì di attrezzarsi per governare bene una città e un ente comunale devastati in questi ultimi anni. E per questo bisognosi di un rilancio, non certamente di vivacchiare alla meno peggio.
Che Dio salvi Cava! Di sicuro, da quelli di oggi, che hanno fatto più danni delle bibliche locuste, ma anche eventualmente da quelli di domani.