Latino alle medie, lettura della Bibbia e poesie a memoria: la riforma Valditara
Le novità su latino, Bibbia e poesie a memoria sono le Nuove indicazioni per la scuola annunciate dal ministro Valditara, per ora contenute nella relazione della commissione presieduta dalla pedagogista Loredana Perla, da approvare entro il 31 marzo

Negli ultimi giorni, la notizia della riforma urgente della scuola da parte del ministro Valditara è rimbalzata potente su tutti i giornali e i canali social. A farla da padrone, immediatamente, i temi “caldi”, quelli della revisione dei programmi scolastici.
Riservandomi al fine settimana una analisi della novità legislativa, ho innanzitutto appurato che il decreto-legge, misura che – lo ricordo – è destinata a casi di grave necessità e urgenza, in realtà riguarda il dimensionamento scolastico (decreto legge disponibile a questo link)
Le novità su latino, Bibbia e poesie a memoria sono le Nuove indicazioni per la scuola annunciate dal ministro Valditara, per ora contenute nella relazione della commissione presieduta dalla pedagogista Loredana Perla, da approvare entro il 31 marzo.
In una intervista rilasciata a Il Giornale (clicca qui per leggerla), il Ministro ha annunciato innanzitutto più spazio a letteratura e grammatica sin dalla scuola primaria. La finalità dichiarata è “rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi della abilità linguistiche” ma anche “coltivare la fantasia, la capacità di stupirsi dei ragazzi, le suggestioni profonde ma senza perdere per strada la grammatica e lo studio della regola”. Particolarmente criticata è quella frase su “la cultura della regola che inizia dallo studio della grammatica” ma – a leggere bene – il ministro chiarisce: “è importante trasmettere all’allievo, fin dall’inizio, la consapevolezza del valore della correttezza linguistica e formale, dell’ordine e della chiarezza della comunicazione”.
Nell’intervista il ministro parla inoltre del latino e della geostoria, delle poesie da imparare a memoria, di musica ma anche delle della mitologia greca e orientale, delle saghe nordiche.
Malgrado abbia letto più critiche che commenti positivi, mi pare che queste linee guida portino una serie di novità positive. È certo però che, se le proposte, hanno una base ideologica nazionalista, come qualcuno afferma, del culto dell’identità inteso come superiorità verso l’altro, allora è un altro paio di maniche.
Nel corso degli anni, ho notato con un certo malessere l’abolizione del “tema” in classe o per casa, sostituito via via sempre più da domande a risposta multipla da crocettare. Se è vero che l’espressione “cultura della regola” non è delle più felici, nondimeno mi sembrerebbe ipocrita mascherare la realtà, ben visibile dai social ad esempio, che vuole l’italiano medio sempre meno consapevole delle regole linguistiche della sua lingua. E se non si riesce ad articolare bene il proprio pensiero, per limiti lessicali, grammaticali e di ragionamento, come si può sviluppare un dialogo tra persone?
Interessanti però trovo soprattutto le scelte di potenziare la lettura, prevedendo anche libri “moderni” come quelli di Stephen King o la saga di Percy Jackson, e la reintroduzione del latino alle medie (dalla seconda media e a scelta dei genitori a quanto pare).
Tra i benefici immediati dello studio del latino, c’è che potrebbe determinare un avvicinamento alla materia in ottica di scelta della scuola superiore, superando le ostilità nei confronti dei licei.
Inoltre, come ho scritto altre volte (cliccare qui per leggere l’articolo), imparare a tradurre è un esercizio utile per più aspetti. Da una parte, la traduzione allena la memoria, dall’altra stimola il ragionamento logico. Sono processi mentali analoghi a quelli che vengono attivati nel risolvere problemi matematici, suonare uno strumento o tradurre da altre lingue ma, accanto a questo, il latino stimola anche il pensiero critico attraverso la sua letteratura.
Perché non dovremmo ammettere il fatto oggettivo che dai latini, come dai greci, derivano le radici della nostra cultura?
Senso di appartenenza non implica né nazionalismo, né sovranismo, né, al contrario, esclude il multiculturalismo. Questo ragionamento vale anche per la lettura/studio della Bibbia. La nostra cultura affonda la sua matrice nel Cristianesimo, non sarebbe meglio studiare il testo cardine, in atteggiamento laico, anche eventualmente per poter poi criticarlo? Certo, si tratta di un testo ben complesso il cui studio alle elementari come alle medie mi pare francamente inadatto ma nulla vieta che potrebbe invece pensarsi alla lettura di brani almeno nei licei. Potrebbe essere previsto questo insegnamento – laico ripeto – al posto dell’ora di religione, magari aggiungendo confronti con gli altri testi sacri. Personalmente, lo avrei trovato ben più interessante.
Quanto alle poesie a memoria, imparare “a pappardella” senza capire neanche la bellezza di ciò che si dice mi pare un esercizio sterile e fine a se stesso, al contrario, declamare una poesia, teatralizzandola, mi pare il modo migliore per rendere un testo poetico per trasmetterne l’intensità.
Ad ogni modo, le nuove indicazioni, per ora solo annunciate, saranno ancora discusse con tutto il mondo della scuola. Entro il 31 marzo verranno pubblicate. Vedremo allora quali saranno le effettive novità da commentare.