Cava de’ Tirreni, i regali del Consiglio comunale: il piede in due scarpe, la corte dei miracoli di Servalli e l’Armando furioso
C'è da capire se con un tratto di penna sarà cassata tutta l'attività svolta in questi ultimi mesi dalla nascente Azienda consortile. Anzi, la stessa Azienda rischia di essere cancellata, in quanto è il risultato di un atto di fatto nullo. Un bel ginepraio, insomma. A maggior ragione se Murolo e l'opposizione si rivolgeranno, com'è assai probabile, all'autorità giudiziaria
Duabus sedere sellis. E’ una citazione latina di Macrobio contenuta nella sua opera Saturnalia. Tanto per capirci è l’opera in cui vi è il famoso quesito E’ nato prima l’uovo o la gallina? (Ovumne prius fuerit an gallina?). Beh, torniamo alla citazione iniziale: Duabus sedere sellis. Tradotta, significa sedere su due sedie. Per farla breve, tenere il piede in due scarpe.
Perché questa dotta premessa? Questa citazione ci sembra racchiudere il senso vero e più profondo di quello che è emerso politicamente dalla seduta consiliare di ieri. In pratica, l’opposizione ha perso l’occasione per mandare a casa Servalli su una delibera di bilancio. E’ mancato all’appello un voto. Quello del consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia Pasquale Senatore. Al momento topico, non era in aula. Si parla di un’assenza momentanea e improvvisa ma strategica. A quanto si mormora “telecomandata” da un per nulla occulto e misterioso “grande vecchio” della maggioranza-non maggioranza che ancora sostiene a stento Servalli. Sarà. Ad ogni modo, questo il fatto, poi ognuno tragga le conclusioni. Il consigliere forzista di sicuro proverà a giustificarsi. E anche questo va messo in conto. Restano i sospetti. E anche pesanti.
Sta di fatto che il leader dell’opposizione di centrodestra, Marcello Murolo, è andato su tutte le furie. Per quello che si sa, ha chiesto legittimamente conto e ragione ai vertici provinciali di Forza Italia. Vedremo quali saranno gli esiti. A pensar male, come diceva qualcuno, si fa peccato. E’ vero. Noi però il peccato lo facciamo convintamente: non succederà un bel niente.
Il dato politico che, tuttavia, emerge da questa vicenda, non è affatto confortante per il centrodestra, che al momento ha tutte le carte in regola per vincere le prossime elezioni comunali. Le può solo perdere per sciatteria e stupidità. In altre parole, le perde solo se fino alle prossime elezioni si impegnerà a fare harakiri e regali agli avversari. Quello di ieri sera è una di questi. Si tratta di un episodio, purtroppo, che mina alla base la credibilità politica dell’intero centrodestra che, giustamente, in questi ultimi mesi ha più volte proclamato un’unità politica, operativa e di intenti che alla prova dei fatti è stata buttata alle ortiche.
Se questo è il modo di procedere, per il centrodestra la strada appare assai in salita. Per vincere le elezioni. E più ancora nel governare la città in caso di vittoria alle prossime comunali. Una città che è in affanno se non proprio in caduta libera. E con un Ente comunale disastrato. Proprio su questo aspetto, il centrodestra, nel nostro caso Fratelli d’Italia e i civici di Siamo Cavesi, dovranno fare chiarezza a prescindere dalle probabili pezze a colori che cercherà di mettere Forza Italia.
In altre parole, vero è che Servalli, con la sua politica pasticciata, compromissoria e miope, è stato capace di avvelenare tutti i pozzi, compresi quelli del centrodestra, ma proprio per questo i cavesi vogliono certezze e non zone d’ombra. Tradotto, l’elettorato di centrodestra non vuole mezze misure o posizioni equivoche: o si sta contro Servalli in modo netto e trasparente o niente. E si viene, di conseguenza, catalogati politicamente come traditori e prezzolati.
Non c’è scampo.
Il Consiglio comunale di ieri, però, ci ha regalato, si fa per dire, un’altra chicca, ovvero la cartina di tornasole di quanto sia pericolosamente sciatta e inaffidabile l’Amministrazione Servalli. In breve, si è scoperto, grazie sempre al consigliere Murolo, che l’atto costitutivo e lo statuto con cui è stata costituita presso un notaio l’Azienda consortile per i servizi sociali sono difformi da quanto deliberato dal Consiglio comunale metelliano. E’ possibile? Sembrerebbe proprio che tutto ciò risponda alla realtà.
Se così è, non ci sono parole per commentare una simile circostanza. Siamo fuori dalla grazia di Dio. Siamo all’assurdo.
In questo caso, il problema è politico, ma anche gestionale. Possibile mai che accada una cosa del genere? Una tale grossolanità? E gli uffici comunali non hanno avuto contezza di ciò? E al nostro Segretario comunale come può essere sfuggita una simile discrepanza?
Vedremo, anche in questo caso, quali saranno gli sviluppi e gli eventuali chiarimenti. C’è da capire se con un tratto di penna sarà cassata tutta l’attività svolta in questi ultimi mesi dalla nascente Azienda consortile. Anzi, la stessa Azienda rischia di essere cancellata, in quanto è il risultato di un atto di fatto nullo. Un bel ginepraio, insomma. A maggior ragione se Murolo e l’opposizione si rivolgeranno, com’è assai probabile, all’autorità giudiziaria.
In conclusione, con Servalli siamo andati a finire che nel nostro Comune è in voga il gioco dell’oca: un po’ si va avanti, poi si va indietro… Aiutateci, direbbe qualcuno.
Un’ultima annotazione. La seduta consiliare di ieri ci ha regalato l’Armando furioso. Il consigliere comunale delegato alla cultura e già assessore alla cultura Armando Lamberti ha abbandonato l’aula consiliare dopo aver scoperto, andando su tutte le furie, che la variazione di bilancio con cui venivano finanziate le attività culturali non era dell’entità promessa e pattuita mesi fa.
Che dire in proposito? Lamberti in questi anni si è fatto mortificare ed usare dal sindaco Servalli in modo sistematico e costante. Non lo meritava, ma se l’è cercato. Vero è che la politica è la massima espressione di carità, ma ci sono anche regole da rispettare. Tra queste, quelle che, quando occorre, bisogna pure dire basta e assumere decisioni drastiche, forti, coraggiose e finanche dolorose. Era ora, anche se con colpevole ritardo, che Lamberti, per la sua dignità di accademico e di persona perbene, traesse una buona volta le conclusioni. C’è un limite a tutto e da tempo questo limite era stato superato.
L’auspicio è che ora Armando Lamberti vada fino in fondo, uscendo dalla maggioranza. Non sappiamo se questo sarà sufficiente per farlo nascere politicamente a nuova vita, di sicuro, però, si toglierà di dosso un pesante, opprimente fardello. D’altra parte, una delle poche certezze è che non esiste più una maggioranza. Servalli poggia sulle sabbie mobili. Procede a tentoni, tra pastrocchi e trovate estemporanee. Quella che tiene ancora in vita questa Amministrazione comunale consunta e moribonda è politicamente una corte dei miracoli. Di fatto, può soltanto affossare ancora di più la nostra città e inquinare quel poco di buono che ancora alberga nella politica metelliana. E’ da un po’, d’altronde, che sono maturi i tempi per staccare la spina, ma l’attaccamento alle poltrone riesce ancora colpevolmente a prevalere.
Che Dio salvi Cava!