MUSICA Un gradito ritorno: ALTO GRADIMENTO

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Stanno per arrivare 40 puntate integrali della prima stagione di “Alto Gradimento”, per la precisione dal 1970 al 1976, su Rai Techetè a partire da lunedì 6 Luglio.

Sicuramente un gradito ritorno per la moltitudine di ‘aficionados’ dell’allegra coppia Arbore-Bonconpagni.

“Alto gradimento”, considerata ormai una trasmissione radiofonica cult venne ideata da una compagine di simpatici quanto ‘svitati avanguardisti’ della prima ora radiofonica, e che rispondevano ai nomi di Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Giorgio Bracardi e Mario Marenco, andata in onda negli anni settanta sul secondo programma radio della RAI.

Tra i collaboratori che prestarono la loro voce e le loro invenzioni per i tanti personaggi creati dalla trasmissione figuravano Mario Marenco, i fratelli Giorgio e Franco Bracardi, Marcello Casco ed altri. Ogni puntata era caratterizzata dalla totale assenza di un filo logico, con frequenti interruzioni dei brani musicali, battute varie e ricorrenti interventi demenziali di ogni genere.

La sigla musicale di apertura e chiusura era un medley di successi rock’n’roll come “Rock Around the Clock”, “Hound Dog” e “See You Later Alligator”, arrangiato per le bigband da James Last. Anch’essa era inframmezzata dagli interventi dei due conduttori e dalle voci dei vari personaggi.

Quasi tutte le gag erano improvvisate su un canovaccio: i personaggi, ideati ed interpretati principalmente da Giorgio Bracardi e Mario Marenco, interagivano con i due conduttori, i quali fungevano da spalla e lasciavano spazio all’invenzione estemporanea del comico di turno.

Erano impiegati effetti sonori registrati come ad esempio il rumore di una porta che si apre e si chiude a simulare l’improvvisa intrusione dei personaggi nello studio o lo squillo di un telefono, con analoga funzione.

Agli interventi si aggiungevano frequentemente anche voci registrate di noti personaggi dello spettacolo o della politica, da Fanfani a Mike Bongiorno, da De Sica a alla Loren e Mastroianni, ed altri, cui veniva solitamente fatta ripetere una singola frase a tormentone, quasi sempre accompagnati dall’apertura e chiusura della porta. Fra una gag e l’altra venivano programmati successi del pop italiano ed internazionale.

A prescindere di quanto si è detto e analizzato, nel bene e nel male, su questa trasmissione nazional-popolare di grande successo in un’epoca in cui non si impazziva per lo share, si invitano semplicemente i lettori ad ascoltare qualche brano del programma radiofonico scegliendo uno qualsiasi dei files audio. Vi garantiamo un divertimento surreale ascoltando qualcosa che codificherete come attuale e moderno, praticamente come se accendeste la radio oggi. Il maggior pregio di “Alto Gradimento”, nella simpatica banda Arbore e Boncompagni, è che si è dimostrata pionieristica e forse un po’ troppo avanti per un periodo in cui non si era ancora sdoganata la ‘demenzionalità’ nell’ente pubblico radiotelevisivo.

Se poi vogliamo dire che è stata un’indimenticabile e indimenticata trasmissione radiofonica, che ha segnato la storia della radio sostituendo il vecchio copione con una dirompente geniale improvvisazione e che ancora oggi viene presa da esempio come massima espressione della dietta radiofonica, possiamo farlo perchè siamo certi di affermare il vero. Arbore farà dell’improvvisazione un credo artistico per tutti i suoi futuri programmi, radiofonici e televisivi, interpretando la filosofia del jazz nella sua forma più libera e pura.

Una scelta che nasce dal modo d’interpretare l’idea stessa di intrattenimento, creando un clima spontaneo e confidenziale, divertente di conseguenza. Una genialità senza pari in un’epoca troppo ovattata da schemi sociali ancora bacchettoni

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Saggista e musicologo, è laureato in “Sociologia delle Comunicazioni di Massa”. Tra i suoi libri ricordiamo: Il Canto Nero (Milano, 1982), Trecento anni di jazz (Milano, 1986), Jazz moderno (Milano, 1990), Vesuwiev Jazz (Napoli, 1999), Il popolo del samba (Roma, 2005), Ragtime, Jazz & dintorni (Milano, 2007), prefato da Amiri Baraka, Una storia sociale del jazz (Milano 2014), prefato da Zygmunt Bauman, Saudade Bossa Nova (Firenze, 2017). Per i “Saggi Marsilio” ha pubblicato l’unica Storia del ragtime, in due edizioni (Venezia, 1984 e 1989) edita in Italia e in Europa. Ha scritto monografie: due su Frank Sinatra (Venezia, 1991) e The Voice – Vita e italianità di Frank Sinatra (Roma, 2011), e su Vinicio Capossela (Milano, 1993), Francesco Guccini (Milano, 1993), Louis Armstrong (Napoli, 1997), un paio di questi col contributo amichevole di Renzo Arbore e Gianni Minà. Collabora con la RAI, per la cui struttura radiofonica ha condotto diverse trasmissioni musicali, e per La Storia siamo noi ha contribuito allo special su Louis Armstrong. Tiene periodicamente stage su Civiltà Musicale Afroamericana oltre a collaborare con la Fondazione Treccani per le voci afroamericane. Tra i vari riconoscimenti ha vinto un Premio Nazionale Ministeriale di Giornalismo, ed è risultato tra i finalisti del Premio letterario Calvino per l’inedito. Per la narrativa ha pubblicato un romanzo breve per ragazzi dal titolo Easy Street Story, (Npoli, 2007), la raccolta di racconti È troppo tardi per scappare (Napoli, 2013), il romanzo epistolare Caro Giancarlo – Epistolario mensile per un amico ammazzato, (Terracina, 2014), che gli è valso il Premio ‘Giancarlo Siani’ 2014. È il direttore artistico del Festival Italiano di Ragtime e il suo sito è www.gildodestefano.it.

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