scritto da Redazione Ulisseonline - 26 Gennaio 2025 10:28

Cava de’ Tirreni, a colloquio con Marisa Annunziata: «Coniugare il “fare politica” con “l’amministrare” è esercizio non facile e richiede grandi capacità, abnegazione, determinazione e rinunce personali»

Sono convinta che oggi ciascuno di noi abbia il dovere di contribuire alla crescita della nostra città, conferendo, ciascuno per le proprie competenze, il proprio bagaglio di esperienze per la crescita ed al servizio della collettività

Il viaggio di Ulisse online continua. L’obiettivo resta la nostra città, Cava de’ Tirreni, soprattutto nella prospettiva di un suo rilancio superando le difficoltà, le incertezze e le preoccupazioni del presente. Oggi proponiamo l’intervista a Marisa Annunziata, cavese di adozione, Avvocato Amministrativista, dal 2021 Consigliere di Amministrazione della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, che, nel corso dei suoi oltre 35 di attività, ha assistito ed assiste vari enti pubblici, principalmente Comuni, nelle dinamiche amministrative ed operative, oltre che giudiziarie.

 

 

“Occorre una guida autorevole e capace di affrontare e superare le criticità esistenti”

 

Non manca molto alla fine di questa consiliatura e quindi alle prossime elezioni per il rinnovo degli organi di governo municipale. Tenendo presente lo stato dell’arte della città e quello non particolarmente in buona salute del nostro Ente Comune, quali sono, come cittadino metelliano, le sue sensazioni al riguardo di questo prossimo appuntamento elettorale?

Manca poco alla fine di questa consiliatura e, come sempre accade quando si guarda al futuro, tutti auspichiamo che sia migliore, sia in termini qualitativi, sia strutturali. Non sono in grado di valutare lo “stato di salute” dell’ente, non avendo un quadro completo delle disfunzioni e criticità che apprendo quotidianamente solo da notizie giornalistiche, ma, come cittadina di questa splendida comunità, mi auguro che coloro che proporranno la propria candidatura siano effettivamente consapevoli del ruolo che saranno chiamati a svolgere e delle difficoltà che investono la gestione della “cosa pubblica”. Sono generalmente cauta nel dare giudizi, nella consapevolezza che una cosa è fare, altra è guardare e criticare, ma se fossero veritiere e fondate le notizie che circolano sui presunti ammanchi, la situazione finanziaria dell’ente sarebbe davvero estremamente preoccupante e, come tale, richiederebbe ancor di più una guida autorevole e capace di affrontare e superare le criticità esistenti.

C’è qualche indicazione che, da semplice elettore, vorrebbe dare ai partiti e, in generale, a quanti si accingono a prendere parte al prossimo agone elettorale locale?

Ciò che constato, almeno in alcuni ambiti, è che le dinamiche della comunicazione politica, da sempre complesse per il rilevante impatto che generano sul processo di proselitismo degli elettori, finalizzate per lo più ad orientare l’opinione pubblica nell’esercizio del diritto di voto, non sono affatto mutate negli anni, anzi – a mio avviso – risultano addirittura peggiorate con l’avvento di internet e dei social media. Vorrei dire agli Uomini e alle Donne (non ai partiti) che intendono proporsi alla guida della Città che coniugare il “fare politica” con “l’amministrare” è esercizio non facile e richiede grandi capacità, abnegazione, determinazione e rinunce personali perché il successo elettorale non lo si raggiunge con l’elezione, ma solo all’esito del percorso consiliare e della verifica dei risultati raggiunti, se positivi e soddisfacenti.

Si parla spesso di buon governo, ma secondo lei quali sono i requisiti che lo caratterizzano o, meglio, che lo potrebbero e dovrebbero caratterizzare?

Non credo esista un modello predefinito di “buon governo”, ma, come dicevo prima, chi si propone alla guida di una città deve necessariamente avere la piena consapevolezza del ruolo e della funzione. Credo che sia necessario compiere un oggettivo distinguo tra “buon governo” e “politica”, se non nell’ottica di una sana osmosi in cui gli amministratori di un ente devono ben conoscere tutti i gangli, le criticità e le dinamiche della Pubblica Amministrazione, traendo (solo eventualmente) dal proprio orientamento politico la linea decisionale e le scelte programmatiche. Ma, come ha sostenuto Max Weber, la politica è troppo debole per frenare il potere amministrativo.

Le idee, e quindi anche la politica, come suggeriva J.F. Kennedy, camminano sulle gambe degli uomini. Ecco, secondo lei quali dovrebbero essere i requisiti ideali per essere candidato a sindaco? E quale potrebbe essere l’iter migliore per arrivare alla scelta di un candidato sindaco?

Diciamo che, da elettrice, non sceglierò di votare sulla base dell’appartenenza politica del candidato, ma sceglierò l’Uomo o la Donna che ritengo possa svolgere in maniera più adeguata l’arduo compito di guidare una città complessa come la nostra. Non credo esista un iter per scegliere il candidato migliore. Io, come tanti con cui quotidianamente mi confronto, sceglierò l’Uomo o la Donna guardando soprattutto alla loro storia personale e professionale, all’impegno nel sociale, alla capacità di creare sinergie. Non sceglierò certamente chi pensa di farsi apprezzare attraverso la critica sterile e ad ogni costo, alla conquista di hashtag o like sui social.

 

 

 

“Spazio ai giovani motivati e competenti, purché abbiano la consapevolezza della volatilità della parentesi politico-amministrativa”

 

E per i candidati a consigliere comunale?

Per i candidati consiglieri comunali vale quanto già detto per i candidati sindaci perché, credo, che solo attraverso un sano, libero e concreto lavoro di squadra si possano raggiungere risultati ragguardevoli e coerenti sulle diverse tematiche che investono la pubblica amministrazione. Quindi, spazio ai giovani motivati e competenti, purché abbiano la consapevolezza della volatilità della parentesi politico-amministrativa che giammai dovrebbe diventare l’unico vero “lavoro”.

Veniamo ai contenuti. Nel prossimo programma politico-amministrativo quali punti, diciamo almeno cinque, ritiene dovrebbero essere inseriti come indispensabili e prioritari?

I programmi elettorali non mi appassionano particolarmente perché vengono generalmente relegati a stereotipi, ripetitivi e poco realisti, spesso dimenticati o mutati per l’evidente contrasto che spesso si verifica tra l’immaginifico e la realtà. La nostra città merita tanto di più, sia per dimensioni, sia per il patrimonio naturalistico, storico e culturale che la caratterizza.

Cinque punti mi sembrano pochi, ma ci provo:

  • una visione moderna e strutturata di welfare attivo in favore della genitorialità, delle disabilità, degli anziani, dei giovani, con il coinvolgimento delle associazioni e del mondo del volontariato;
  • predisposizione di un concreto piano per la sicurezza, in sinergia con le Forze dell’Ordine e attraverso l’installazione su tutto il territorio comunale di strumenti di controllo idonei ed efficaci;
  • investire in “cultura” per rendere la nostra città attrattiva, soprattutto per eventi culturali di pregio, con il coinvolgimento di tutti coloro che oggi provano, con enormi sforzi, a proporre iniziative culturali di vario tipo. Penso cioè ad una sorta di pianificazione strategica locale a medio e lungo raggio, attraverso la quale programmare lo sviluppo delle attività di promozione culturale;
  • individuare soluzioni per la rigenerazione urbana del patrimonio immobiliare, anche attraverso la predisposizione di linee di intervento urbanistico idonee a conferire decoro e vigore all’antica identità storica, culturale, architettonica e sociale della nostra città.
  • incentivare la vocazione produttiva e imprenditoriale nelle tradizionali filiere artigianale e commerciale del centro storico, promuovendo eventi e misure di sostegno che possano rendere più attrattivo il borgo e le sue caratteristiche stradine.

In un simile contesto, lei ritiene che la società civile cavese, di cui lei stessa è espressione, stia assolvendo (se sì, come e in che misura) al suo dovere civico di contribuire alla crescita politica e civile della città?

Credo che, ora come non mai, la società civile abbia piena consapevolezza della necessità di essere parte integrante di un progetto amministrativo che possa dare vigore e nuova linfa alla nostra città. E’ evidente anche una certa riluttanza a mettersi in gioco da parte di chi ha costruito la propria vita su altri percorsi e teme che una parentesi amministrativa possa pregiudicare la propria stabilità. Sono convinta, però, che oggi ciascuno di noi abbia il dovere di contribuire alla crescita della nostra città, conferendo, ciascuno per le proprie competenze, il proprio bagaglio di esperienze per la crescita ed al servizio della collettività.

 

 

“Credo che la politica, nel senso partitico del termine, non abbia più da sola la forza di governare i processi che rendono effettiva e concreta la crescita e lo sviluppo delle comunità locali”

 

In questi ultimi anni spesso si è parlato di civismo come risposta ai limiti dei partiti e alle difficoltà nel governo della città. Qual è la sua opinione al riguardo, soprattutto tenendo ben presente l’attuale realtà politica cittadina nel suo insieme?

Non credo che sul punto si possa estremizzare, ma penso che politica e società civile dovrebbero provare a superare quegli steccati che allontanano sempre di più gli uni dagli altri, nella consapevolezza che solo una sana osmosi possa creare le condizioni per una efficace amministrazione. Potrebbe sembrare retorica, ma credo che la politica, nel senso partitico del termine, non abbia più da sola la forza di governare i processi che rendono effettiva e concreta la crescita e lo sviluppo delle comunità locali. La gente ora ha bisogno di concretezza e le risse politiche, dettate più dalla faziosità che dalla ragionevolezza, non appassionano più nessuno.

Una domanda finale che è quasi un gioco. A suo avviso, qual è il possibile slogan per la prossima campagna elettorale nel quale i cavesi potrebbero meglio riconoscersi?

Non amo gli slogan e spesso ho sorriso leggendone alcuni con tipiche espressioni di esaltazione dell’IO. Non credo che la scelta del voto venga orientata dallo slogan che, nel tempo, è diventata esclusivamente una mera consuetudine. Io davvero non saprei cosa scrivere e lascio perciò a chi si occupa di marketing politico l’onere di individuare qualcosa di credibile e suggestivo.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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