Cava de’ Tirreni, a colloquio con il segretario cittadino dem Massimiliano De Rosa: “Il PD deve iniziare a raccontare al Paese la verità!”
Con la sindacatura Servalli abbiamo avuto giunte stabili, nel rispetto degli uomini e degli accordi politici, questa è una delle “virtù”di questa amministrazione che non ha mai attraversato momenti di crisi
Massimiliano de Rosa, nato a Castellammare di Stabia ma cavese di adozione, avvocato cassazionista, dopo un passato universitario nella cattolica FUCI è stato nel 1991 tra i fondatori del Movimento per la democrazia – La RETE. Trasferitosi a Cava quasi venti anni fa, dal 2016 è segretario cittadino del Pd e membro del direttivo provinciale del partito.
Aldo Cazzullo qualche giorno fa sul Corriere della Sera ha scritto che il PD non cresce nei sondaggi “e pochi considerano la sua leader, Elly Schlein, come un’alternativa credibile a una Giorgia Meloni che pure attraversa le sue difficoltà” e “che dovrebbe stare attenta a non disfare quello che il Pd è diventato: un partito di ceti medi”. Secondo lei cosa dovrebbe fare la Schlein: recuperare le classe popolari, i ceti più deboli, promuovere i diritti civili e non perdere i ceti medi… è possibile e come? L’impressione è che, poverina, dovrebbe allacciarsi le scarpe mentre corre, o no? Nel frattempo deve lottare contro le satrapie come quella rappresentata da De Luca.
Il PD nelle recenti elezioni politiche ha subito una delle più grandi sconfitte elettorali. Avere responsabilità di governo, in un periodo di crisi e cambiamenti, ha penalizzato il partito. Agli occhi dell’elettorato, quella che era una scelta di responsabilità, dettata dal garantire una continuità di governo, è apparsa una scelta di opportunità.Non concordo sull’affermazione contenuta nella domanda “il PD è diventato un partito di ceti medi”. La differenziazione della società in ceti non è più attuale. Esistono delle diseguaglianze e un partito di sinistra deve battersi per annullare o attenuare considerevolmente le diseguaglianze alla partenza per l’accesso alle opportunità. Le diseguaglianze di reddito sono alte; la mobilità sociale si è fermata; l’occupazione è debolmente aumentata solo grazie al lavoro precario;la disoccupazione è rimasta alta; i divari territoriali sono peggiorati con un Mezzogiorno che si allontana sempre più dal Centro-nord. Un italiano su quattro è in condizioni di povertà ed i giovani, in questo momento storico, sono quelli che pagano di più. Su questo panorama ecco che trova terreno fertile il populismo accompagnato da una astensionismo record da parte di chi ritiene tutti i partiti politici presenti in campo inadeguati a fornire soluzioni concrete. Il PD deve iniziare a raccontare al Paese la verità! Sull’economia, sul bilancio dello stato e l’evasione e più in generale sui “diritti” avulsi da un contesto di responsabilità e meriti soggettivi e di gruppo. Deve indicare le soluzioni concrete confrontandosi con l’elettorato trasformando le esigenze dei cittadini in concrete proposte politiche. Non è facile, ma non è impossibile, perché il partito ha una classe dirigente capace che ha dimostrato sui territori amministrando bene sui territori. Non credo che il leader di un partito democratico debba lottare con uno degli amministratori di punta dello stesso partito. Ci si confronta, si discute e si fa sintesi, le lotte nel partito non hanno mai portato frutti.
Il PD per De Luca balbetta, non ha una linea politica e non ha un programma, insomma che non si presenta, parole del governatore campano, come forza di governo credibile. Ma state davvero messi così male?
E’ nelle corde del Governatore “esasperare” i concetti per porre all’attenzione i problemi. Come Le dicevo prima, dopo la sconfitta elettorale il PD si è messo in moto per formulare una proposta politica credibile alternativa a quella delle destre. Dopo le sconfitte si sa, il percorso è in salita, De Luca lancia un allarme e va preso in considerazione. Oggi nel partito è uno degli uomini di spicco e deve essere parte integrante per il rilancio del PD, d’altronde la sua esperienza sul campo merita rispetto, considerazione e attenzione.
Ci bastano anche tre soli aggettivi, qual è la sua opinione politica su De Luca?
De Luca è un leader carismatico indiscusso, un amministratore competente, un politico di razza.
Una curiosità, ma lei, segretario cittadino del PD metelliano, in che rapporto sta con il sistema politico e di potere rappresentato dal deluchismo?
Io sono segretario del circolo di Cava de’ Tirreni e sono in sintonia con la linea del partito provinciale nella dialettica e nel confronto necessari per la crescita della comunità. C’è una filiera istituzionale che funziona e che ha consentito a Cava di avere dei risultati importanti, penso ad esempio ai progetti PICS.
Veniamo a Cava. Il secondo mandato di Servalli doveva essere una passeggiata invece è diventato un percorso da correre a piedi nudi sui carboni ardenti. Cos’è successo per davvero, ma non ci racconti le solite favolette che propina il sindaco aedo Servalli?
È successo quello che ho detto prima, si è fatta un’operazione verità sui conti del Comune. Questo ha portato, inevitabilmente, a stringere la cinghia creando malumori nei cittadini. Se nel menage familiare ci si accorge di dover limare o eliminare delle spese per arrivare a fine mese, è comprensibile che i componenti non ne siano entusiasti. Ma se questi sacrifici porteranno un risanamento delle casse comunali, cosa che stiamo facendo, ne beneficerà tutta la comunità con risultati concreti, e quindi la difficile decisione di temporanea austerità sarà alla fine ritenuta saggia dall’intera famiglia
Parafrasando il titolo del libro di Vincenzo De Luca, le chiediamo: a Cava il PD nonostante Servalli?
Non direi proprio così. Il PD alle soglie del primo mandato era un partito di minoranza in consiglio comunale, uscito sonoramente sconfitto nella precedente tornata elettorale. Con la candidatura di Servalli il PD ha vinto le elezioni eleggendo 12 consiglieri comunali. Nell’ultima tornata elettorale il PD è stato il primo partito in città con oltre 6.000 voti. Questo successo, è indubbio, lo si deve in buona parte al lavoro svolto dall’amministrazione e dal sindaco Servalli. Oggi il Sindaco ha fatto una scelta, uscendo dal PD, che non condivido ma che rispetto ed il partito continua nella sua azione amministrativa con lealtà e responsabilità per il bene di Cava.
Al di là dei debiti, quel che forse dovrebbe preoccupare di più, sebbene questa sia un assillo più che altro avvertito solo dagli addetti ai lavori, è lo sfascio della macchina comunale soprattutto, ma non solo, per la carenza di personale e per il disagio oltre che il malcontento tra i dipendenti comunali. Come ce ne usciamo? Con la carota delle promesse bislacche del sindaco Servalli o con il bastone dei provvedimenti disciplinari e delle pressioni anche psicologiche sui dipendenti comunali?
Io non parlerei di sfascio perché ciò è irrispettoso per tutti i dipendenti che quotidianamente lavorano per la comunità nell’interesse della città. I debiti del Comune hanno inciso indubbiamente sulla macchina comunale. Il pensionamento di molti di questi, l’impossibilità di fare concorsi, ha fatto si che da un lato si riducesse il numero degli occupati e dall’altro ci si è trovati nella impossibilità, attuale ,di attingere nuove risorse. Su questo si sta lavorando e credo che i risultati nel breve periodo si vedranno. Io per natura sono contrario alle punizioni e alle pressioni psicologiche specie quando queste vengono effettuate nei confronti dei lavoratori che devono svolgere il loro lavoro nella massima serenità Tuttavia credo però che laddove vi siano comportamenti sanzionabili (d’altronde proprio per questo esistono gli strumenti normativi idonei) questi debbano essere adottati, proprio nello spirito sia della crescita individuale che collettiva.
Da due anni a questa parte si annunciano come imminenti dei cambiamenti in Giunta ma poi non accade mai nulla. Ormai l’immobilismo dinamico di Servalli è diventato proverbiale, o no?
Non è immobilismo mi perdoni. Noi eravamo abituati a consiliature in cui gli assessori duravano da Natale a Capodanno. Con la sindacatura Servalli abbiamo avuto giunte stabili, nel rispetto degli uomini e degli accordi politici, questa è una delle “virtù”di questa amministrazione che non ha mai attraversato momenti di crisi. Non escludo che un futuro ci potranno essere dei cambi di deleghe, ma l’esecutivo ha dato prova di compattezza e di solidità in un momento difficile per la città per cui credo che gli interpreti meritino di continuare nel loro lavoro.
Adda passà ‘a nuttata. Guardiamo al futuro perché il sindacato di Servalli più che il presente rappresenta già il passato. Come si muoverà il PD in vista delle prossime comunali. Campo largo o larghissimo, listone civico o che altro bolle in pentola?
Mancano ancora due anni e mezzo alla fine della consiliatura, ed in politica sei mesi sono un’eternità figuriamoci due anni e mezzo. Detto questo noi facciamo parte di una coalizione che governa da sette anni questa città. Nell’ultima tornata elettorale quella coalizione ha visto l’ingresso di forze nuove che hanno dato un ulteriore contributo per la realizzazione del programma. Io credo che bisogna partire dalla colazione cercando di dialogare con le forze moderate e progressiste che hanno a cuore le sorti di Cava e che si oppongono alle destre che in ambito cittadino, anche dall’opposizione, non hanno dato prova di formulare proposte e idee che possano essere contenuti in un programma politico.
La partita per le comunali non è persa in partenza per il centrosinistra. Il PD, però, più di qualsiasi altro soggetto politico cittadino ha bisogno di un profondo rinnovamento anche a rischio di dimagrire elettoralmente. Qual è la sua opinione al riguardo?
Io credo che il PD sia stata l’unica forza politica che ha operato un profondo rinnovamento della classe dirigente. Nella precedente consiliatura, a parte il vicesindaco Nunzio Senatore, nessun consigliere eletto aveva mai varcato l’aula consiliare. Oggi dopo 5 anni si sono riconfermati, dimostrando capacità, competenza e spirito di squadra. Certo, un partito deve trovare sempre nuova linfa per crescere, ed a questo siamo sempre attenti. Abbiamo un gruppo di giovani, “i giovani democratici”, la cui nascita anni fa volli fortemente, che si stanno impegnando con serietà , ci sono sempre più simpatizzanti che danno un contributo importante sulle questioni amministrative e politiche, insomma il rinnovamento è un elemento fondamentale del PD.
Alle prossime comunali il PD è pronto a voltare pagina anche proponendo finalmente la candidatura di una donna a sindaco? Pensiamo a Lorena Iuliano che ha acquisito un’esperienza politico-amministrativo di spessore oltre ad avere un eccellente livello culturale nonché spiccate doti comunicative e di dialogo…
Certo, Lorena Iuliano ha svolto nei primi 5 anni il ruolo di Presidente del Consiglio ed il giudizio di tutti è stato positivo riconoscendole equilibrio e competenza. Oggi come assessore dà un contributo importante all’esecutivo con risultati più che lusinghieri. Credoperò che tutti i consiglieri comunali e gli assessori del PD possano ambire alla più alta carica civica. Penso al vicesindaco Nunzio Senatore e a Luca Narbone che godono della stima dell’elettorato, stima guadagnata sul campo con la loro azione sempre efficace, ad Anna Padovano Sorrentino che con professionalità ha ben operato con i PICS , ad Annetta Altobello che con le sue deleghe ha gestito un periodo difficile proprio nel settore sociale di sua competenza, a Paola Landi che, in particolare,sulle questioni relative alla sanità, nella sua qualità di Presidente di commissione, ha dimostrato la sua competenza e la sua capacità di dialogo, penso a Giuliano Galdo, già segretario del PD, dalle capacità politiche e amministrative indiscusse, a Mariano Agrusta che ha svolto il ruolo di presidente dell’Ausino in modo egregio. Insomma il PD ha uomini e donne pronti ad affrontare la sfida e nell’ambito della coalizione farà la sua parte.
Lei con la sua capacità di dialogare e la sua bonomia da democristiano fuori stagione ha reso molti servigi al sindaco Servalli. Si parla da tempo di un riconoscimento per questo suo prezioso lavoro politico con una presidenza dell’Ausino o di amministratore unico della Metellia. Dove la vedremo nei prossimi mesi?
Mi vedrete dietro la scrivania nel mio studio a via della Repubblica, 12. Io svolgo questo ruolo con passione, non mi sono mai risparmiato. Sono un militante da sempre e continuerò a dare il mio contributo. Se il partito e le forze di coalizione riterranno che le mie capacità e competenze possano essere utili in ruoli diversi, non mi tirerò indietro. Questo però non può e non deve essere un riconoscimento, la politica, per come la intendo io, va fattacon passione ed abnegazione nell’interesse della comunità, per cui ribadisco se si ritiene la mia persona adatta a ricoprire altri ruoli non mi sottrarrò per lo spirito di servizio che ho sempre incarnato e dimostrato.
Un’ultima domanda ad un cavese di adozione oltre che un tifoso juventino. Come vede il futuro della nostra città: bianco o nero?
Questa è la domanda più semplice che mi ha fatto. Il futuro della nostra città non può che essere bianconero, nel senso che sarà un futuro degno della “Vecchia Signora”.La Juventus primeggia nel campo calcistico e sono certo che Cava primeggia e primeggerà come è nelle sue corde.