scritto da Nino Maiorino - 15 Febbraio 2020 14:12

Processo a Salvini

(foto tratta dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri)

Nel suo intervento al Senato Matteo Salvini, leader della Lega, ex Vice Ministro del governo Conte 1, indagato per sequestro di persona per aver trattenuto indebitamente, nel luglio dello scorso anno, 131 migranti sulla nave militare Gregoretti impedendone lo sbarco “per difendere i nostri confini”, come più volte ha affermato, ha citato il poeta Ezra Pound con l’aforisma “Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”: frase che ha una sua validità, ma che messa in bocca a Salvini è totalmente fuori luogo.

La vicenda, che col voto del Senato si è avviata alla conclusione, merita qualche considerazione, prioritariamente che, diversamente dalle altre volte, in questa occasione il Senato ha deciso di accogliere la richiesta dei Magistrati di Catania di processarlo, il che non sta a significare automaticamente una condanna per Salvini; saranno i giudici, che sono stati a tanto autorizzati, a processarlo e, se lo considereranno colpevole, condannarlo, nel quale caso potrebbero scattare anche i rigori della Legge Severino in base alla quale Salvini perderebbe anche il suo “status” di privilegiato perché parlamentare, ma potrebbe comportare anche il carcere: il che non sarebbe un bel vedere per un ex Ministro degli interni.

In verità, non sembra facilmente dimostrabile il reato per il quale verrà processato anche perché è vero che non ha consentito lo sbarco dei migranti dalla nave militare italiana “Gregoretti”, ma che alla fin fine, essendo la stessa considerata suolo italiano, non a cuor leggero si può sostenere il sequestro.

Certamente non è stato un bell’agire tenere 131 disgraziati per quattro giorni in mezzo al mare, ma non è la sola pecca che può essere addebitata al Matteo “faso tutto mi”, che in circa un anno e mezzo ci ha deliziati con una miriade di iniziative, attività, discorsi e “selfie” che gli hanno consentito di fare tutto tranne che il suo mestiere, vale a dire il Ministro degli interni.

Purtroppo, il Salvini nazionale è fatto così, è abituato a fare mille promesse e mantenerne quasi nessuna, a spargere intorno a se tanto fumo, diradato il quale ci si rende conto che di arrosto c’è quasi nulla; ma il popolo lo vuole così, i suoi elettori lo adorano per questa sua teatralità, e lo farebbero diventare anche l’uomo solo al comando, ruolo al quale ardentemente mira.

Meno male che tra il dire e il fare c’è di mezzo l’oceano, e Salvini ha già dimostrato che, quando la balena si avvicina, egli è pronto a girare la spalle e scappare a gambe levate, com’è avvenuto ad agosto scorso allorquando, vista la “mala parata” e le fosche previsioni a breve, costituite da una legge di bilancio che si prevedeva fatta di lacrime e sangue per la popolazione per riparare i danni fatti da lui e da Di Maio nel governo giallo-verde, pensò bene di aprire, in piena estate, una crisi al buio, ritenendo così di accelerare i tempi per nuove elezioni nella convinzione che le avrebbe vinte alla grande e che Mattarella sarebbe stato costretto a sciogliere le camere

Il Salvini diavolo, però, fece la pentola, ma aveva dimenticato che fare il coperchio non era una sua prerogativa, per cui, allorquando Mattarella, responsabilmente e sulla base del dettato costituzionale, esplorò una strada alternativa che risultò percorribile, dalla quale venne fuori il governo attuale, si ritrovò “suonato e gabbato” e dopo le numerose brutte figure fatte in Parlamento, mogio-mogio se ne tornò all’opposizione, con l’unica consolazione degli osanna del suo elettorato, nonostante i quali ha perso pure le elezioni regionali in Emilia Romagna.

Insomma Salvini sembra su una strada in continua discesa, nel senso che dalle stelle sta scivolando verso la stalla, e questa autorizzazione parlamentare ad essere processato lo sta facendo ulteriormente scivolare in quanto, magari per il caso Gregoretti potrebbe anche venire prosciolto, ma i giudici siciliani sembrano intenzionati a proseguire sulla stessa strada per gli altri blocchi di sbarchi, e probabilmente in qualche caso effettivamente un sequestro di persona c’è stato e potrà darsi che effettivamente lo vedremo condannato, e chi si è visto si è visto.

Detto questo c’è anche da dire che il comportamento di Salvini, in questo ultimo frangente, ha mostrato un personaggio appannato, confusionario, non all’altezza di un vero leader, come lui fa di tutto per esser considerato, sempre sopra le righe ma in maniera disturbata con comportamenti al limite della schizofrenia, continuamente altalenante tra il si e il no, tra il voler essere processato e il non volerlo, tra l’invito a votare perché il Senato autorizzi il processo e subito brigare perché l’aula non autorizzi, la spavalderia di voler affrontare i giudici e la paura che questo avvenga veramente, cosa che potrebbe significare di essere definitivamente scaraventato giù dal piedistallo sul quale si è posto.

Questo continuo ondeggiare fa capire più di ogni altra cosa che ormai anche Salvini, come il suo ex amico-nemico Di Maio, sembra giunto al capolinea, il che certamente non è un grande problema per il nostro paese, anzi si sarà tolto di torno un secondo e più pericoloso capo-popolo che finalmente cesserà, almeno si spera, di fare ulteriori danni.

Ma non dobbiamo dimenticare la truffa dei 49.milioni di euro fatta dai suoi amici della ex Lega Nord, dalla quale è derivato il suo nuovo partito (ma se non è zuppa è pan bagnato), ed la sua corresponsabilità per la tentata truffa della mega-fornitura di petrolio russo, con relativa mega-tangente, posta in piedi dal suo “sconosciuto” amico e collaboratore Savoini, altro elemento di spicco, sebbene defilato, della nuova Lega.

E giacché il lupo perde il pelo ma non il vizio, e non c’è alcuna prospettiva che il Salvini del futuro possa essere diverso da quello del passato, prima ce ne liberiamo meglio è.

Con buona pace dei suoi seguaci leghisti nazionali e, qui in zona, partenopei.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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