scritto da Pasquale Petrillo - 27 Luglio 2019 15:32

In morte del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello

Tra i tanti post a commento dell’uccisione a coltellate del giovane vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, mi ha colpito quello di un ex carabiniere oggi in pensione: “Grazie alla politica, oggi un’altra medaglia senza un petto”.

Bella considerazione, nella sua tragica verità. Purtroppo. Sì, perché la politica si porta sulla coscienza questa tragedia e per i motivi che conosciamo. Troppo lassismo per anni, troppa indulgenza rispetto a chi commette reati. E poi forze dell’ordine fiaccate nello spirito anche da una giustizia che sembra spesso garantire più chi offende piuttosto chi difende la legge, oltre che indebolite nelle risorse e nei mezzi messi a loro disposizione. Alla fine, nel nostro Paese sui temi della sicurezza e della legalità è un tirare a campare da anni, dove da destra a sinistra si fa troppo demagogia, eccessiva propaganda, molte chiacchiere, ma pochissimi fatti.

Ed è tristissimo constatare il canaio -sì, questo termine toscano rende meglio l’idea rispetto a schiamazzo o confusione- che si è fatto sui social, e non solo, sulla nazionalità degli autori di questo efferato delitto. Come se, nella sostanza delle cose, cambiasse qualcosa se gli assassini fossero dei nordafricani magari di colore o bianchi statunitensi. Certo, cambiano i contorni delle narrazioni da destra o da sinistra di una politica, di una classe dirigente, di un popolo di tifosi, che ormai vivono in uno stato di alienazione e di perdizione. Spirituale. Culturale.

Non ci resta, a questo punto, come italiani, che vergognarci davanti al corpo esanime di questo giovane carabiniere. Occorre, però, anche dire basta ad una politica che è fatta di slogan più che di fatti concreti. E non solo da parte di Salvini, cui spetta il primato, ma anche da sinistra.

Un fatto, ad ogni modo, è certo: il ministro dell’Interno Salvini non può liquidare la vicenda, il suo ruolo e le sue responsabilità con dei tweet che si contraddistinguono per un linguaggio buono per il bar dello sport.

La tutela dell’ordine pubblico dipende innanzi tutto da lui. Se servono più mezzi e più uomini per le forze dell’ordine si comporti di conseguenza. Se occorre un inasprimento delle pene si dia da fare nel governo e in parlamento.

Insomma, forse il ministro Salvini dovrebbe ricordarsi che non è più all’opposizione ma al governo di questo benedetto Paese e da lui aspettiamo la soluzione dei problemi.

La situazione complessiva del Paese è quella che appare evidente. E’ un dato di fatto, infatti, che carabinieri e poliziotti, ma in generale chi indossa una divisa, sono sempre più spesso vittime di aggressioni da parte di una criminalità sempre più spietata. Allo stesso tempo, i cittadini temono vieppiù di essere aggrediti con violenza sempre più brutale in strada, nella metropolitana e addirittura nelle loro case. Senza contare che ci sono quartieri o zone, in particolare nelle grande città, diventati terra di nessuno, dove spadroneggia la malavita soprattutto d’importazione, con spaccio di stupefacenti in tutte le ore del giorno.

Quand’è, caro ministro Salvini, che recupereremo alla legalità queste numerose fette del territorio del nostro Paese? Quand’è che, in generale, avremo tutti più sicurezza e legalità?

Di sicuro, non basta un tweet.

E, nel frattempo, piangiamo con il rispetto dovuto e la necessaria compostezza quest’altra povera giovane vittima in divisa.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “In morte del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello”

  1. 27.07.2019 – by Nino Maiorino. Ben detto, Salvini, se volesse svolgere il proprio ruolo, avrebbe tutti gli strumenti per farlo. Io al suo posto mi sarei recato sul posto a fare omaggio al povero ragazzo ammazzato. Invece di andare in giro a fare perenne campagna elettorale.

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