scritto da Pasquale Petrillo - 24 Luglio 2019 19:59

24 luglio 2019, Salvini scappa e i pentastellati si sciolgono al sole della TAV

(foto tratta dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri)

La data del 24 luglio per noi italiani ha una certa suggestione. Nel 1943, un bel po’ di anni fa, in piena seconda guerra mondiale, il 24 luglio si tenne la seduta segreta del Gran Consiglio del Fascismo in cui viene discusso l’Ordine del giorno Grandi, che portò alle dimissioni di Benito Mussolini. In pratica, la fine della dittatura fascista.

Oggi, invece, al Senato della Repubblica c’è stata soltanto l’informativa del premier Giuseppe Conte sul Russiagate. Tra il 24 luglio del ’43 e quello odierno non c’è paragone che tenga; come dicevamo, si tratta solo di una suggestione, dovuta al clima infuocato che sta vivendo la maggioranza gialloverde, con i pentastellati ormai politicamente in corto circuito, unita all’assenza del ministro Salvini, che si è guardato bene dal presentarsi in aula a Palazzo Madama.

La vicenda del mancato finanziamento occulto della Russia di Putin alla Lega, per ora è solo una montagna di ipotesi, congetture e ricostruzioni abbastanza fantasiose ed infondate. Tuttavia, certi personaggi coinvolti nelle indagini, di cui qualcuno chiaramente vicino alla Lega e al ministro Salvini, sembrano essere dei faccendieri di cui il nostro Paese da sempre ha fatto, per così dire, sfoggio. Certo, tutto è da verificare in questa vicenda, ma taluni personaggi leghisti o vicini alla Lega non sembrano affatto raccomandabili, anzi.

Il ministro Salvini, proprio per questo, ha fatto malissimo a non recarsi al Senato. Si è sottratto ad un confronto parlamentare mostrando, da un lato, poco rispetto per le istituzioni democratiche, dove risiede la volontà popolare, dall’altro, ha alimentato il sospetto che abbia davvero qualcosa da nascondere, palesando così il timore di non riuscire a gestire la situazione.

I motivi che ha accampato per non rispondere al Senato sono puerili e inconsistenti, in tutta onestà, sono poco consoni ad un capitano, ad un capo, ad un leader. Quando bisogna metterci la faccia, anche in un teatrino come spesso sembrano essere le aule parlamentari, non bisogna accampare scuse, ma assumersi le proprie responsabilità a fronte alta, senza paura. Costi quel che costi.

D’altra parte, la vicenda non finisce qui. Il Pd ha annunciato che presenterà una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti per il Russiagate. Anche per questo, meglio affrontare le situazioni, comprese le falsità e le strumentalizzazioni, a viso aperto piuttosto che scappare.

Questa vicenda, però, si salda con lo sbandamento del Movimento Cinque Stelle, che ha disertato l’aula per protestare contro il suo premier Conte che, proprio ieri, ha dato l’ok alla realizzazione della TAV.

Per i pentastellati è questa una sconfitta forse letale, tombale. Qualcuno ha parlato di una Caporetto, ma forse più che altro per i cinque stelle oggi siamo alla completa capitolazione. E’ una sconfitta bruciante che mette in soffitta definitivamente uno dei punti cardine di quella proposta politica protestataria, che ha portato il M5S a primeggiare alle ultime politiche e a spalancargli le porte del governo.

E’ una capitolazione totale anche rispetto all’alleato leghista. Mai come adesso è chiaro ed evidente, se per qualcuno non lo fosse ancora, che chi comanda è Matteo Salvini, il quale governa per interposta persona e con i voti maggioritari dei pentastellati.

Un capolavoro politico, quello di Salvini, non c’è che dire. E un fallimento senza appello per i cinque stelle. C’è da chiedersi, fino a quando tutto questo reggerà, visto il clima torrido che sta vivendo la politica nazionale e non solo per il solleone di questi giorni?

Tradotto, in questo 24 luglio il ministro Salvini scappa e il Movimento Cinque Stelle si scioglie al sole della TAV che si farà.

Per tutto questo, fatte le dovute proporzioni, la suggestione del 24 luglio continuiamo a provarla.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “24 luglio 2019, Salvini scappa e i pentastellati si sciolgono al sole della TAV”

  1. 24/7/2019 – Un pezzo di bravura. Specialmente per il collegamento agli altri avvenimenti del 24/7. Complimenti. NM

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