Cava, la città nella morsa del traffico, dell’inquinamento… e dei “bravi ragazzi”
Se Servalli sarà rieletto faccia un salto di qualità mandando a casa tutti quei “bravi” collaboratori che lo hanno affossato
Per la verità ritengo stucchevole tornare sull’argomento che più di tutti, negli ultimi giorni, ha appassionato i cittadini cavesi e tantissimi nostri lettori, riguardanti il cordolo di circa 100 metri montato al centro del tratto di Corso Principe Amedeo, dall’incrocio con Via Atenolfi, uscita trincerone-sottovia fino a Piazza De Marinis, stazione FF.SS., il quale è diventato un vero grattacapo per i signori dell’Amministrazione cittadina che lo hanno voluto e che, nonostante le dimostrazioni fornite, non solo da questo giornale, in merito alla sua pericolosità, qualcuno si ostina ancora a difendere.
Però il fatto nuovo, segnalato domenica 19 gennaio, mi induce a riprendere il discorso, con la speranza (vana?) di non dover più tornare, nei prossimi giorni, sull’argomento e che i “bravi ragazzi” che collaborano (si fa per dire!) con sindaco Servalli si ravvedano.
In tutta franchezza devo dire che, sebbene fosse stato previsto, e non solo da me, ciò che è stato segnalato il 19 gennaio, da un lato suscita indignazione e stizza nei confronti dei responsabili, dall’altro mi ha quasi provocato un sentimento di compiacimento in quanto l’accaduto è la prova tangibile della stupidità di persone che con i loro comportamenti procurano danni pubblici, vale a dire alla comunità.
Per riepilogare: un’autoambulanza, con a bordo un paziente in sofferenza cardiaca, bloccata nel traffico, è stata costretta a scavalcare il cordolo spartitraffico, che dal Comune si ostinino a ripetere che è facilmente scavalcabile.
Il risultato è stato una autoambulanza danneggiata e un paziente che ha rischiato di subire danni: un bel risultato, non c ‘è che dire!
L’episodio è documentato da un filmato e dalla testimonianza diretta di uno dei componenti del gruppo medico, un anestesista-rianimatore che assisteva il paziente, il quale ha testualmente asserito: “Giusto per essere precisi, l’ambulanza (tra l’altro rianimativa) che è passata sul cordolo, ha riportato seri danni ed è stata sostituita! Non hai nemmeno idea degli sbalzi e scossoni a cui siamo stati sottoposti durante la corsa sul cordolo! Per cortesia, silenzio se non avete la certezza di quello che dite, ma, soprattutto, se non vi siete mai trovati nella situazione!”.
“Un rumore pazzesco –ha spiegato il medico– uno sballottamento totale del mezzo. Siamo stati costretti a tenere fermo il paziente che, ricordo, in codice rosso, veniva scosso e sobbalzato dall’impatto dell’ambulanza con il cordolo. Confesso che, in tanti anni di attività, quella sera ho avuto davvero paura”.
“Fortunatamente – ha continuato il medico – non stavamo trasportando un paziente in politrauma; sarebbe stato impensabile sottoporlo a questi sconquassi che hanno causato danneggiamento all’ambulanza, infatti si è bucato il serbatoio”.
“Assolutamente – ha concluso il medico – quel cordolo va tolto”.
“Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”, recita il vecchio proverbio, ma sembra che a qualcuno le critiche a quel cordolo, basate su testimonianze inoppugnabili, non facciano né caldo né freddo; non hanno dato credito a quelle raccolte già in precedenza dagli equipaggi delle altre autoambulanze, hanno fatto finta di non vedere i filmati che evidenziano i rallentamenti dei mezzi di soccorso, si sono ostinati a sostenere che il cordolo è facilmente superabile, sono stati sordi alle voci dei cittadini che avevano constatato “de visu” la situazione di pericolo che quel cordolo ha creato, si sono intestarditi a difenderlo al di là di ogni ragione.
Contenti loro… verrebbe da dire. Noi abbiamo fatto il nostro dovere segnalando il malfatto, i cittadini li hanno massacrati con commenti e apprezzamenti pesanti sui social, ma questi signori, probabilmente votati al masochismo, sembrano godere a darsi martellate sui “cabbasisi”, per dirlo alla Camilleri: contenti loro…
Non posso astenermi, però, dal fare qualche ulteriore considerazione.
La città di Cava, purtroppo, è oramai in una morsa che la sta distruggendo, formata dal traffico veicolare che l’apertura del trincerone-sottovia non ha per niente alleggerito (anzi lo ha ulteriormente aggravato, e non solo per gli ingorghi che si verificano a tutte le ore dal giorno, ma anche per la conseguenza sull’inquinamento derivante dai gas di scarico degli autoveicoli), e dall’agnosticismo dell’Amministrazione dei “bravi ragazzi” che pensa di risolvere il tutto con un cordolo e il cambiamento di qualche senso unico nelle stradine intorno alle Poste centrali, senza un piano organico di modifica della viabilità nell’intera zona, comprese le intasatissime strade di Pregiato alle spalle della Stazione ferroviaria e dell’Agenzia dei tabacchi, nonché quelle che dalla Farmacia Cammarota portano verso l’ex Palazzetto dello sport e verso le parti alte di Pregiato, insomma via de Filippis e via Luigi Ferrara.
Anche su questo più volte abbiamo segnalato i disagi e abbiamo suggerito soluzioni; purtroppo, il nostro impegno non sembra gradito a questi amministratori e tutto rimane lettera morta.
Personalmente non mi scaglio aprioristicamente contro l’attuale sindaco Servalli, del quale è unanimemente riconosciuta l’educazione, la finezza e la signorilità dei comportamenti, la simpatia che ispira, doti certamente importanti, ma che non risolvono i problemi e non danno prospettive al futuro della città.
Servalli per circa cinque anni (il suo mandato scade tra qualche mese) si può dire essere vissuto di rendita sugli sfaceli della precedente amministrazione, ed ha ottenuto qualche successo per aver messo a posto qualche malefatta passata, trascurando però i problemi più importanti e di prospettiva.
Non voglio parlare della soluzione della questione dell’immobile ex Cofima, che in campagna elettorale era stata data per certa, in quanto mi rendo conto che l’Amministrazione non può imporre l’acquisto di quel suolo, avventatamente acquistato dall’ex sindaco Galdi, peraltro a un costo eccessivo.
A mio avviso il neo più più grosso della Amministrazione Servalli è il mancato avvio del completamento del trincerone-sottovia, vale a dire la messa in cantiere di quelle opere che debbono condurre il traffico autoveicolare dalla uscita dell’attuale “fagiolo” fino a Santa Lucia e a Via Randino, superando l’immobile della Stazione delle FF.SS., con interventi che i tecnici di Via Schreiber hanno già progettato e che la Regione Campania si è pure impegnata a finanziare; e non si spiega perché sia ancora tutto fermo.
E’ chiaro che se il Sindaco deve prevalentemente preoccuparsi dei problemi spiccioli che quotidianamente i suoi “bravi ragazzi” gli creano, non potrà mai dedicarsi a quelli più seri; ma quegli elementi se li è scelti lui, e perciò è lui il principale responsabile dell’immobilismo nel quale questa amministrazione da un quinquennio si dibatte. Al contrario, Servalli deve al riguardo avere più coraggio, più determinazione, più rapidità d’azione.
E la cosa tragica è che, per la ignavia delle opposizioni (ma ci sono le opposizioni qui a Cava?), molto probabilmente Servalli verrà rieletto, cosa che personalmente gli auguro con tutto il cuore, a condizione che esca dalla gabbia di cristallo nella quale si è rifugiato, mandi a quel paese (avrei usato una espressione più colorita, ma l’etica e l’educazione lo sconsigliano) tutti quei “bravi” collaboratori che lo hanno affossato, faccia un salto di qualità e riprenda in mano la città come un buon amministratore, all’altezza dei suoi tanti predecessori.
E’ una speranza e un augurio.