Cava de’ Tirreni, sulla crisi finanziaria del Comune lettera aperta al Collegio dei Revisori dei Conti: “La città ha diritto di sapere e vuole la verità”
E’ da un po’ che, come direttore di questo giornale, non scrivo e non commento la delicata e assai complicata situazione finanziaria del Comune di Cava de’ Tirreni. Eppure siamo stati tra i primi, mesi fa, a lanciare l’allarme dei conti pericolosamente non in ordine (clicca qui: Il disastro finanziario dei bravi ragazzi).
C’è chi mi ha scritto in privato chiedendomi il motivo di questo silenzio, generosamente giustificato con il protrarsi delle mie vacanze estive.
Altro che vacanze!
La verità è che in queste ultime settimane sono stato sopraffatto da sentimenti per nulla auspicabili la costernazione, il disorientamento, l’apprensione, l’incertezza.
E poi la grande confusione.
Si è detto e letto di tutto: dissesto, riequilibrio, deficit strutturale, default. Addirittura si era diffusa la notizia, al momento fugata ma non del tutto, che non vi sarebbero state neppure le risorse per pagare gli stipendi ai dipendenti comunali. Con il rischio, quindi, di una eventuale decurtazione delle spettanze, da restituire non si sa quando.
Non era mai accaduto tutto ciò nella storia del nostro Comune, neppure nei periodi più difficili e complessi.
Poi, lo confesso, ad un certo punto sono rimasto frastornato. Dall’Amministrazione comunale sono giunte notizie rassicuranti, tutto a posto, il bilancio previsionale è in pareggio.
Mah, difficile non restare ammutoliti per notizie così contrastanti.
Da una parte, la presa di posizione dell’opposizione, che paventa con convinzione e ragionamenti documentati il disastro economico del nostro Comune. Accompagnata dall’accusa a Servalli e soci di un’allegra incapacità della gestione finanziaria e di insostenibili sprechi di pubbliche risorse. In altri termini, di una scellerata conduzione politica, amministrativa e contabile.
Dall’altra, l’Amministrazione comunale, che fa filtrare poche notizie, ma tutte nel segno della rassicurazione, della tenuta dei conti. E un sospetto, carezzevole «volemose bene»: è vero c’è qualche difficoltà, ma ce la faremo. Anzi, stiamo già mettendo tutto in ordine e con il contributo di tutti ne usciremo alla grande.
Nel frattempo, ad oggi il Consiglio comunale non ha ancora approvato il consuntivo approvato dalla Giunta a fine luglio. E sono stretti i tempi per l’approvazione del bilancio previsionale, annunciato in pareggio, ma tuttora avvolto nel mistero.
Peggio ancora, però, in questi ultimi giorni si sono diffuse le notizie circa l’imminente stangata sui costi a carico dei cittadini per i vari servizi erogati dal Comune. Aumenti esponenziali della retta per l’asilo comunale, delle tariffe orarie degli impianti comunali, del ticket per la sosta. E chissà cos’altro ancora.
In conclusione, per i cavesi è in arrivo un pesantissimo salasso. In breve, si salvi chi può. Dopo che già Servalli e soci, beninteso, ci hanno regalato l’aumento massimo dell’addizionale comunale Irpef.
Questo, a grandi, anzi grandissime linee, il quadro generale della situazione finanziaria del Comune metelliano.
A questo punto, di cosa vogliamo parlare? Di cosa possiamo parlare? Regna la totale incertezza sui dati, sulle misure adottate. Siamo sui si dice… sembra… a quanto pare.
Di fronte a notizie così frammentarie, disorganiche, alcune di sicuro poco attendibili, ma soprattutto partigiane, il cittadino cavese si sente per davvero stordito come un asino in mezzo ai suoni.
E ancor più preso per i fondelli. Il motivo? Si gioca con il suo portafoglio ma, al riguardo, non ha informazioni sufficientemente complete, veritiere, quantomeno plausibili.
Noi come giornale abbiamo mantenuto alta l’attenzione sulla grave situazione finanziaria del Comune. E con spirito costruttivo, atteso che una dichiarazione di dissesto avrebbe conseguenze molto gravi per la nostra Comunità.
Proprio per questo, riteniamo che la Città debba essere informata, in maniera autorevole e imparziale, sulla reale consistenza della crisi finanziaria. Sulle cause che l’hanno determinata ed eventuali responsabilità. Sulle misure da adottare per ridurre i danni ed avviare finalmente un percorso virtuoso.
In altre parole, vogliamo la verità.
In ragione della gravità ed unicità di quanto sta accadendo, rivolgiamo allora un appello all’Organo di revisione economico e finanziario.
Al di là di ogni aspetto formale e istituzionale, ed in virtù della competenza e dell’indipendenza di giudizio di cui gode, chiediamo una giusta e leale comunicazione ai cittadini, alle imprese, alle associazioni, ai commercianti.
Vogliamo sapere come stanno veramente le cose con parole chiare, semplici. Alla portata di tutti, della stragrande maggioranza dei cittadini, che non hanno conoscenze di contabilità pubblica, ma sufficiente giudizio per far quadrare i conti di casa.
Vogliamo la verità. Una verità che sia comprensibile alle massaie, alle donne di casa, che con avvedutezza sanno fare quotidianamente di conto.
Chiediamo un’operazione di verità e di conoscenza.
La città ha diritto di sapere.
Come cittadini almeno vogliamo sapere di che morte dobbiamo morire. Siamo pronti, anche se a malincuore, a fare la nostra parte. E i nostri sacrifici… ma almeno spiegateci come stanno davvero le cose. Come siamo arrivati a questo punto, come ne verremo fuori.
Non lasciateci, insomma, nella palude della polemica politica che è tanto legittima quanto inutile e forse finanche dannosa.
Noi saremo qui ad accoglierla e pubblicarla.