Cava de’ Tirreni, Servalli è un sindaco politicamente senza fissa dimora… almeno per ora
Cava de' Tirreni, Servalli è un sindaco politicamente senza fissa dimora..... per ora
La notizia comunicata stamani dal sindaco Servalli di non aderire più al Partito Democratico si è diffusa come un fulmine a ciel sereno.
Il comunicato ha comprensibilmente colto tutti di sorpresa in città, scatenando una ridda di commenti. Di tutto e di più.
In redazione sono giunte decine di domande: ora dove va? è il preludio delle dimissioni da sindaco? forse glielo ha consigliato Cirielli?… Ma anche commenti del tipo: Servalli è un sindaco politicamente senza fissa dimora; Servalli è in difficoltà e la diffusione di questa notizia è la classica arma di distrazione di massa; ora aderirà al partito socialista di Maraio; entrerà in Italia Viva ritornando così con Renzi…
Detto ciò, cerchiamo di capire il perché di questa mossa del primo cittadino cavese. C’è da dire che le ragioni sono ben diverse da quelle che, sbrodolandosi di bei principi, ha scritto con molta vaghezza nel comunicato stampa.
C’è però un aggettivo utilizzato nel comunicato che fa riflettere e potrebbe per certi versi essere rivelatore delle sue vere intenzioni: inevitabile.
In buona sostanza, Servalli fa sapere che la mancata adesione al Pd per l’anno in corso è inevitabile. Vale a dire, il Pd gli crea delle difficoltà, insomma, per lui rappresenta più un problema che un punto di forza. Il Pd, quindi, come una palla al piede per Servalli. Da qui la scelta di liberarsene.
Sarà, ma tutto è tranne che così. Piuttosto è Servalli che in questo suo secondo mandato è non la palla al piede ma la rovina per il Pd, e più in generale per la sinistra, e perché no?, per l’intero centrosinistra metelliano.
Forse, però, Servalli usa il termine inevitabile nel senso che nel Pd lui non ha alcun futuro e neanche un presente. La verità è che oltre il ponte di San Francesco nel Pd non lo calcola nessuno, a cominciare dal governatore De Luca. E non è da escludere che Servalli abbia fatto questa mossa per fare il prezioso e farsi pregare per restare nel Pd. Una retromarcia su gentile richiesta di chi conta. Se questo è il suo intento, difficilmente avrà riscontri positivi. Il motivo è pacifico: Servalli non ha un’irrinunciabile forza elettorale (anzi, i voti piuttosto li fa perdere al Pd) e soprattutto, è tutt’altro che un novello Cincinnato.
Per questo vuol avere le mani libere e tentare la fortuna in qualche altro partitino. Di costruirsi, cioè, un nuovo avvenire politico. Magari per davvero pensa di ricongiungersi a Renzi e puntare alle prossime elezioni politiche, tentando così di assicurarsi un seggio in parlamento. Glielo auguriamo. E lo auguriamo alla città, che così di sicuro lo perderà da sindaco entro al massimo un anno.
Per queste ragioni, chi immagina ed auspica le dimissioni a breve di Servalli da sindaco rimarrà deluso. La mossa di oggi, al contrario, è un tentativo per restare ancor più incollato alla poltrona di primo cittadino e per il maggior tempo possibile.
Vediamo piuttosto ora se il Pd cavese (dove non mancano, anz,i forse sono addirittura preponderanti nel direttivo cittadino, i sostenitori di Servalli e finanche il suo cerchio magico) saprà far tesoro da questa circostanza. E’ l’occasione per i più giovani di crescere politicamente, a cominciare da Narbone e Padovano, ma non solo, liberandosi una volta per tutte dalla cappa di piombo finora rappresentata da Servalli e da chi da circa vent’anni siede nei banchi consiliari.
Un tappo forse è saltato. Ora nel Pd occorre farne saltare qualcun altro.
Considerazione finale: ai cavesi, tranne che per gli addetti ai lavori, di cosa faccia Servalli e il Pd non interessa un tubo. Quello che vogliono i cittadini sono meno tasse, parcheggi meno costosi, strade pulite, un cimitero dignitoso, impianti sportivi ben tenuti e accessibili, servizi comunali efficienti e qualificati, sviluppo, lavoro ed occupazione… tutto il resto è noia.