Cava de’ Tirreni, le luci e le ombre della Prima Repubblica e della DC… e il degrado politico-amministrativo di oggi
Basta guardare la situazione di degrado in cui è stato ridotto il nostro Comune di Cava de' Tirreni. Un tempo, per tante altre realtà comunali, era un modello all'avanguardia da seguire in quanto a efficienza, capacità organizzativa e innovativa. Oggi è diventato un deprecabile esempio di cattiva gestione, guidato in modo pessimo, con ammanchi milionari di cassa degni soltanto della più corrotta repubblica delle banane

L’intervista pubblicata stamani dal nostro giornale all’avvocato Vittorio Salemme clicca qui, autore del saggio “Democristiani a Salerno”, che sarà presentato domani sera clicca qui, ci dà l’occasione di una riflessione sulla politica. Su quella che è stata. Nella Prima Repubblica. E quella di oggi. In questa specie di Seconda Repubblica, la quale altro non è che la coda avvelenata della Prima.
Parlare della Democrazia Cristiana nel Salernitano ci porta immancabilmente a ricordare quello che ha rappresentato per il nostro Paese il partito scudocrociato. Da qui, ovviamente, il pericolo di cadere nella nostalgia, soprattutto per chi, come chi scrive, vi ha militato negli anni della propria gioventù, finché non c’è stata la sua dissoluzione, così come di tutti gli altri partiti protagonisti dei primi cinquant’anni della nostra storia repubblicana.
Parliamo davvero di un’altra epoca e di un’altra politica. E soprattutto di un’altra classe dirigente. Questo valeva per i politici democristiani, così come per gli altri, non importa se socialisti, repubblicani o comunisti. Era gente fatta di altra pasta. I partiti erano davvero tali, pur con tutti i loro limiti e difetti.
E c’era una partecipazione popolare che ora non c’è più. D’altro canto, gli italiani, allora, venivano dalle sofferenze, dalle privazioni e dalle tragedie della seconda guerra mondiale, dalle violenze nazifasciste, da venti anni di dittatura. L’Italia politica di oggi, invece, è figlia di tangentopoli, degli scandali, delle inchieste di corruzione. E’ figlia di una stagione che ha distrutto per via giudiziaria un sistema politico, costruendone un altro, ma con materiale di risulta più che di prima qualità.
In quell’Italia, la politica era più forte e contava per davvero. Forse pure troppo. C’era indiscutibilmente più competenza e professionalità. E il partito democristiano, perno centrale di quel sistema, più di chiunque altro aveva la forza politica per garantire pluralismo, libertà, democrazia. E fu la DC con i suoi partiti alleati a compiere le scelte strategiche, come l’Alleanza Atlantica e l’Europa. A ricostruire l’Italia post bellica. A farla diventare uno dei Paesi più industrializzati nel mondo.
Certo, poi bisogna fermarsi qui per non dover patire di torcicollo. Questo per dire che non mancavano le cose che non andavano, come la partitocrazia fino all’esasperazione, la corruzione, il clientelismo, le troppe zone d’ombra, l’esplosione del debito pubblico di cui ancora paghiamo le conseguenze e chissà ancora per quanto.
Come in tutte le vicende della vita, siamo al cospetto di luci ed ombre, sebbene, a parere di chi scrive, le luci superano di gran lunga le ombre.
D’altro canto, nella stagione politica che stiamo vivendo non ci facciamo mancare nulla. La classe politica nel suo insieme è scadente, improvvisata, raffazzonata, spesso incredibilmente incolta. Il clientelismo continua ad esistere, ma è a senso unico rispetto ad un passato in cui era tutto sommato equamente distribuito. E la corruzione? Peggio che andar di notte.
Nell’insieme è tutto il sistema a presentare più che altro ombre, sempre più inquietanti. Basta guardare la situazione di degrado in cui è stato ridotto il nostro Comune di Cava de’ Tirreni. Un tempo, per tante altre realtà comunali, era un modello all’avanguardia da seguire in quanto a efficienza, capacità organizzativa e innovativa. Oggi è diventato un deprecabile esempio di cattiva gestione, guidato in modo pessimo, con ammanchi milionari di cassa degni soltanto della più corrotta repubblica delle banane. Oddio, poi a livello provinciale abbiamo in questi ultimi mesi la vicenda del Consorzio Farmaceutico, dove sta venendo fuori di tutto di più. Insomma, le pubbliche istituzioni ridotte a mucche da mungere e noi cittadini come poveri cristi da spremere. Altro che Prima Repubblica!
E sempre restando nella nostra città vogliamo forse fare un paragone con la classe politica di un tempo con quello di oggi? Meglio non farlo, ci verrebbe il magone. Lasciamo perdere.
Oggi ci toccano i nani e magari nel mondo anche i folli. Facciamocene una ragione, per quanto dura possa essere.
Mala tempora currunt sed peiora parantur.