A colloquio con lo storico Vittorio Salemme autore del saggio “Democristiani a Salerno”: «Oggi viviamo il dramma del completo scollamento tra elettorato e rappresentanza politica”
Il libro, che sarà presentato domani sera alle ore 18 al ristorante Palazzo San Giovanni a Cava de' Tirreni, ripercorre la storia della DC dal dopoguerra fino alla sua definitiva dissoluzione negli anni novanta del secolo scorso

Storico della Dc salernitana, esponente di rilievo della società salernitana di Storia Patria, già funzionario regionale e dirigente della DC, avvocato, per anni amministratore pubblico, è stato tra l’altro manager dell’ospedale Ruggi di Salerno e del Secondo Policlinico a Napoli, Vittorio Salemme è l’autore del saggio “Democristiani a Salerno” (D’Amato editore) giunto alla seconda edizione. Nella sua pubblicazione, che sarà presentata domani sera 10 marzo, con inizio alle ore 18, presso il Ristorante, pizzeria, location per eventi Palazzo San Giovanni, in corso Umberto I, 167, a Cava de’ Tirreni, ripercorre le vicende della Democrazia Cristiana in provincia di Salerno dai primi anni del dopoguerra e fino alla sua dissoluzione, ricostruite attraverso i suoi congressi, le elezioni politiche e amministrative, le polemiche e gli scontri tra le correnti e i rapporti con gli altri partiti.

“Salvai dalla distruzione alcuni preziosi registri nei quali erano riportati i verbali, scritti a mano, di tutte le riunioni e le attività svolte a Salerno dalla Democrazia Cristiana…”
Cinquant’anni di vicende scudocrociate in provincia di Salerno, dal dopoguerra fino alla definitiva dissoluzione negli anni novanta del secolo scorso. Com’è nata l’idea di questa pubblicazione?
La pubblicazione di questo libro credo sia dovuta al fatto che ho sempre avuto una particolare attenzione per i documenti che riescono a far rivivere le vicende storiche. Come ho già raccontato a qualcuno, a metà degli anni ’60, quando ero il segretario provinciale dei giovani DC, ho avuto modo di salvare, dalla distruzione cui erano destinati, alcuni preziosi registri, formato protocollo, nei quali erano riportati i verbali, scritti a mano, di tutte le riunioni e le attività svolte a Salerno dalla Democrazia Cristiana negli anni dal 1944 al 1950.
In quei registri erano riportate fedelmente tutte le riunioni presso la segreteria provinciale della DC e le cronache dettagliate del primi congressi provinciali tenuti a Salerno in quegli anni.
Ho salvato questo materiale, destinato al macero, nel cortile di palazzo Sorgenti prelevandolo da un furgone inviato dalla Croce Rossa. Ho conservato queste carte per molti anni e ricordo che, quando ho iniziato a leggerle ho avvertito la necessità di integrare tutte quelle notizie con altre che ho iniziato a raccogliere frequentando l’emeroteca della Biblioteca Provinciale. Dalla raccolta dei giornali quotidiani e dei numerosi giornali locali esistenti presso quella sede, ho trascritto tutte le notizie relative ai congressi provinciali della DC, alle elezioni politiche e amministrative comunali e provinciali. Ho conservato per anni questo materiale che mi ha seguito anche nei tre traslochi di casa che ho fatto dopo il mio matrimonio.
Lo spunto a pubblicare qualcosa me lo ha offerto l’amico Pino Blasi che, a metà del primi anni 2000 ha diretto per qualche tempo il settimanale “Agire”, organo della Curia Diocesana di Salerno. Su quel giornale, ho scritto, ogni 15 giorni e per quasi 30 puntate una intera pagina dedicata a ricordare le vicende politiche vissute a Salerno e in provincia dal 1943 al 1960.
Leggendo quei miei articoli, un amico carissimo, Pasquale Notari, già direttore della Sede RAI di Napoli ma anche testimone diretto di quelle vicende, ha scritto una lettera aperta al giornale diretto da Pino Blasi nella quale chiedeva: “Ma perché Vittorio Salemme non scrive un libro?”. Dopo di che, ho raccolto l’invito e, dopo altri anni di ricerche mi sono dedicato a questa Impresa, avvalendomi dei suggerimenti e della preziosa memoria dell’avv. Enrico Giovine, altra persona a me molto cara, che ricordo con particolare affetto.
“Ne ho conosciuti e apprezzati tanti, ma quello che ricordo con maggiore affetto è Marcello Torre”
Nel suo libro lei racconta dei politici che hanno fatto la storia della Dc nel Salernitano sin dai primi anni del secondo dopoguerra, da Carlo Petrone a Carmine De Martino, da Alfonso Menna a Vincenzo Scarlato, da Bernardo D’Arezzo a Gaspare Russo e tantissimi altri ancora. Ecco, tra tanti protagonisti, qual è il politico salernitano che lei rimpiange, sia da un punto di vista politico che umano, e ricorda con maggior simpatia?
Alla domanda relativa al politico DC del salernitano che ricordo con maggior simpatia mi riesce piuttosto difficile rispondere. Ne ho conosciuto tanti e per ognuno di essi ci sono fondati motivi di apprezzamento per l’impegno profuso e per la disponibilità verso gli amici ed i sostenitori. Certo, in alcune circostanze ognuno di essi può anche aver fatto degli errori, ma, quando è successo, se ne sono assunti la responsabilità.
Oggi sono tutti scomparsi ma quello che ricordo con maggiore affetto è Marcello Torre che, nel 1956 mi ha voluto come suo principale collaboratore nel movimento giovanile della DC. Sono stato suo successore quale delegato provinciale e quale consigliere nazionale dei giovani DC e siamo stati insieme alla Provincia di Salerno, lui come assessore e vice-presidente ed io come capogruppo della DC. Nel 1970, deluso per la mancata candidatura alla Regione, volle lasciare ogni impegno politico ma, dopo 10 anni, nel 1980 ha accettato di fare il Sindaco di Pagani, consapevole di rischiare la vita, come è successo e come aveva lucidamente previsto in una agghiacciante lettera-testamento consegnata al giudice Santacroce sei mesi prima di essere assassinato nel dicembre 1980.
Lei che è un profondo conoscitore della storia democristiana nella nostra provincia può indicarci un merito specifico di quella classe dirigente così come un errore di cui magari oggi ancora paghiamo ancora le conseguenze?
Il merito maggiore di quella classe dirigente della DC ritengo che sia stato quello di aver coinvolto una gran parte del proprio elettorato nel dibattito politico che in quel periodo era in corso in Italia, mentre l’errore fondamentale è stato quello di non aver saputo costruire con le altre forze politiche locali un dialogo comune per fronteggiare in maniera efficace le prospettive di sviluppo del territorio provinciale, impantanandosi, invece, in polemiche e contrapposizioni inutili e senza soluzioni.
La Dc era il partito del clientelismo, del consociativismo e delle correnti, ma anche della grande progettualità, di chi governava il presente costruendo il futuro, così come il partito garante del pluralismo, dei valori della libertà e della democrazia. Di tutto ciò, nella politica di oggi, oltre alla nostalgia, è rimasta qualche traccia? O, se preferisce, cosa manca oggi di quella DC in provincia di Salerno ma anche nel Paese?
Il dramma politico nel quale oggi viviamo non soltanto nelle nostre zone, perché risulta ormai presente in tutta Italia, è quella del completo scollamento tra elettorato e rappresentanza politica. I partiti risultano presenti e attivi, e non sempre, soltanto nei momenti elettorali. Prima, tutti conoscevano, almeno di nome, i propri eletti al Parlamento. Oggi non è più così. Sfido chiunque a citare i nominativi dei deputati e dei senatori eletti nel proprio territorio.
Prima, i candidati venivano espressi dal territorio e venivano eletti con il voto di preferenza. Oggi non è più così. L’elezione è assicurata dalla posizione in lista e questo viene deciso dalle segreterie dei partiti. Non vi è più alcun rapporto tra elettori ed eletti.
“Tanti i politici cavesi, tra cui Eugenio Abbro, Roberto Virtuoso, Paolo Santacroce, Gaetano Avigliano, Daniele Caiazza, Diego Ferraioli, Giuseppe Musumeci, Bruno Lamberti, Federico De Filippis”
Una curiosità. Quali sono i politici democristiani cavesi che hanno avuto un ruolo e si sono distinti nella Dc salernitana. Immaginiamo Eugenio Abbro di sicuro, e oltre a lui?
I politici di Cava che hanno avuto un ruolo nella DC nel corso degli anni sono stati abbastanza numerosi.
Il nome più rappresentativo è certamente quello di Eugenio Abbro. Sindaco di Cava per molti anni, è stato segretario provinciale della DC negli anni 1976-77 e nel 1984, poi consigliere regionale nel 1975 e nel 1980, ricoprendo cariche di prestigio quale Vice Presidente della Assemblea Regionale ed è stato anche consigliere provinciale eletto nel 1985 e nel 1990.
Ma, partendo dall’immediato dopoguerra, non può essere trascurato il nome dell’Avv. Paolo Santacroce, già attivo in tante iniziative nel 1945 ed eletto nel II° congresso prov. tenutosi a Salerno nel 1947 quale componente del Comitato Provinciale e segretario amministrativo del partito.
Altrettanto dicasi di Gaetano Avigliano, eletto nel comitato provinciale nel congresso del 1950 quale delegato di zona e, poi, dopo l’insuccesso elettorale del maggio 1952, nominato reggente della segreteria provinciale insieme a Diodato Carbone e Giovanna Russo Della Rocca in un incarico che durò fino al dicembre 1953. Nel novembre 1952 Gaetano Avigliano fu eletto tra i delegati di Salerno che parteciparono al IV° congresso nazionale tenutosi a Roma.
Giuseppe Musumeci nel congresso provinciale della DC, tenutosi a Salerno nel 1954, è stato eletto componente del comitato provinciale DC e nel 1973 è stato eletto tra i delegati al congresso regionale
L’avv. Bruno Lamberti, per anni dirigente della DC di Cava, nel giugno 1969 e stato eletto delegato al congresso regionale della Dc in preparazione dell’ XI° congresso nazionale.
Il comm. Onofrio Baldi, anch’egli a lungo dirigente della DC di Cava, nel congresso provinciale del 1954 è stato eletto componente del comitato provinciale della DC.
Diego Ferraioli, esponente della DC di Cava molto attivo anche a livello provinciale, è stato eletto nel 1989 delegato al congresso regionale preparatorio per il 18° congresso nazionale della DC tenutosi a Roma nel febbraio 1989.
Il dott. Federico De Filippis sia nel 1964 che nel 1970 è stato eletto consigliere presso l’Amministrazione Provinciale di Salerno.
Il prof. Daniele Caiazza è stato attivo protagonista della DC fin dal primo congresso provinciale tenutosi nel 1945 quando fu eletto componente del comitato provinciale della DC e distinguendosi tra i seguaci più attivi di Carlo Petrone. Fu confermato i tale incarico anche nei successivi congressi provinciali del 1947 e del 1948. E’ stato consigliere alla Provincia di Salerno, eletto nel collegio di Cava, nel 1956 e nel 1960. Nel novembre 1964 fu nuovamente eletto alla Provincia in un collegio di Salerno e venne nominato Presidente dell’Amministrazione provinciale, incarico mantenuto per due anni. In seguito è stato nominato Presidente della Cassa di Risparmio Salernitana. Il prof. Roberto Virtuoso, qualificato esponente dell’Azione Cattolica, nel novembre 1964 è stato eletto consigliere comunale al Comune di Salerno dove ha ricoperto l’incarico di capogruppo della DC. Nelle prime elezioni regionali dl 1970 è stato eletto consigliere regionale e, poi, nominato Assessore al Turismo, Incarico ricoperto con grande prestigio e ricchezza di risultati. Rieletto nelle elezioni del 1975, è deceduto nel marzo 1977, a soli 50 anni.
Un’ultima domanda. Ai giovani di oggi, soprattutto a quelli cioè che sono nati negli anni novanta, dopo la dissoluzione della DC, lei consiglia di leggere il suo libro e perché?
Consiglierei ai giovani di leggere il mio libro per aiutarli a comprendere che la politica può essere non soltanto la presenza agli eventi elettorali, sempre meno praticata negli ultimi tempi, ma anche attiva e personale partecipazione ai momenti decisionali, sia locali che nazionali.
Consiglierei anche ai meno giovani di leggere il suo libro perché sono spariti gli esempi di quei politici, oggi si cambia casacca come cambia il vento.