Cava de’ Tirreni, il disagio dei dipendenti comunali e il silenzio della politica
E' davvero singolare. Un tempo, neanche troppo lontano, per gli amministratori comunali avere una macchina comunale scontenta e poco amica, era qualcosa da evitare a tutti i costi. Ora, invece, delle condizioni in generale dei dipendenti comunali importa assai poco. Almeno così sembra
Nello scontro attualmente in atto tra le organizzazioni sindacali, in rappresentanza dei dipendenti del Comune, e l’Amministrazione Servalli, c’è più di un aspetto che merita una riflessione.
Tanto per cominciare, sorprende non poco il silenzio con cui la politica ha impacchettato questa vicenda. E’ davvero singolare. Un tempo, neanche troppo lontano, per gli amministratori comunali avere una macchina comunale scontenta e poco amica, era qualcosa da evitare a tutti i costi. Ora, invece, delle condizioni in generale dei dipendenti comunali importa assai poco. Almeno così sembra. Certo, per una maggioranza poi che, almeno sulla carta, è di sinistra, la faccenda diventa quasi surreale. Di questi tempi e a Cava poi, ormai si vede di tutto. Mai vista tanta insensibilità per il sociale, la cultura, il verde… con Servalli e i suoi si è toccato il fondo.
Non fa meglio l’opposizione, però. Neanche una parola. Nemmeno di circostanza. Neanche la furbizia di strumentalizzare politicamente lo svarione compiuto da Barbuti e soci. I consiglieri comunali di minoranza parlano di tutto. Di parcheggi e di ospedale. Di impianti sportivi e di centri di aggregazione anziani. Del personale comunale, invece, niente. Sembra non essere affar loro. Galantuomini o sprovveduti? Disinteressati o incapaci? Distratti o indifferenti? Mah, chi lo sa.
L’impressione, tuttavia, è che l’opposizione forse più della stessa maggioranza non ha piena contezza dello sfascio in cui versa la struttura comunale e dei riflessi negativi che la nostra città subirà per molti anni a venire.
Sì, perché il problema più grande non sono i conti in rosso del nostro Comune. Stringendo la cinghia, eliminando il superfluo (quindi gli sprechi) e mettendo bene le mani nei portafogli dei contribuenti cavesi, alla fine i debiti saranno ripianati. Almeno si spera e in tempi ragionevolmente brevi. Le preoccupazioni più importanti e significative vengono invece proprio dallo stato in cui versa il personale comunale: ridotto all’osso come organico, male assortito, mortificato economicamente e nelle funzioni, pressato psicologicamente.
Il malcontento, la frustrazione e l’inquietudine sono diventati ormai il pane quotidiano di un disagio sempre più diffuso che serpeggia e angustia il personale comunale. Trasformato in capro espiatorio per responsabilità non sue bensì della cattiva politica che ha governato Cava nell’ultimo decennio. Gettato in pasto ai cittadini spesso inferociti per le deficienze e la scarsa qualità dei servizi comunali. Oggetto, sempre più frequentemente, di un bullismo psicologico da parte di alcuni dei vertici della piramide politico-gestionale del Comune metelliano.
Di tutto questo, la politica non se ne fa carico. Possibile mai che nessuno si renda conto della delicatezza di una tale situazione? La stessa opposizione, che legittimamente aspira a succedere all’attuale maggioranza nel governo della città, non sembra avere sufficiente contezza del fatto che rischia di ereditare una macchina comunale disastrata, in panne e con le ruote sgonfie, ma senza avere neanche i soldi sufficienti da spendere né per ripararla né per rifornirla di benzina.
Ai politici di buona volontà, che ci sono sia in maggioranza sia all’opposizione, mi permetto di suggerire un’indagine conoscitiva molto alla buona. Chiedere ai dipendenti comunali, nel rispetto della privacy ovviamente, se desiderano andare a lavorare in un altro ente pubblico diverso dal nostro Comune per poter avere un clima lavorativo più sereno e favorevole.
Sarebbe un modo per quantificare, con una certa approssimazione, l’indice del disagio che vivono i dipendenti del Comune di Cava de’ Tirreni. E non sono da escludere dei risultati tanto sorprendenti quanto avvilenti.