Cava de’ Tirreni, Fabio Siani il Temporeggiatore? Sì, no, forse…
Fabio Siani è più di noi consapevole che oltre un certo limite non può arrivare. Più di noi è consapevole della necessità di ritrovarsi attorno ad un candidato sindaco capace di rompere gli schemi della politica. In assenza di un simile personaggio, meglio defilarsi, cercare di aggregare il più possibile e poi vedere il da farsi

In una città politicamente ingrigita e svogliata come la nostra, quando ci si incontra per parlare di politica, di buona amministrazione e di prospettive future, è a dir poco positivo. Si tratta di un evento da salutare favorevolmente. Non importa se vi partecipano cinquanta, cento o più cittadini.
E’ questo il primo tratto distintivo che associamo all’incontro di ieri sera del movimento politico Adesso Cava! clicca qui per leggere.
Allo stesso modo, guardando lo scenario politico odierno e la fallimentare esperienza dell’attuale amministrazione comunale, sono musica per le nostre orecchie le parole e i concetti pronunciati ieri sera. Discontinuità, rottura netta con il passato, rifiuto delle vecchie logiche, la ricerca di essere alternativi agli attuali schieramenti. Su questi temi abbiamo virtualmente consumato fiumi di inchiostro.
Detto questo, siamo i primi ad essere consapevoli che sul tappeto restano non pochi problemi.
Il primo è rappresentato dal tempo. Ce n’è sempre di meno per arrivare ad un’aggregazione civica di un certo peso e spessore. Forse non ce n’è affatto più. I partiti, pur con i loro limiti e i loro riti, stanno sempre più occupando lo spazio che legittimamente compete loro e sancito dalla nostra Costituzione repubblicana. Vero è che questo per ora è avvenuto nel centrodestra, all’opposizione. O almeno alla parte dell’opposizione più forte e organizzata.
Resta il centrosinistra. Ad oggi, però, è politicamente disastrato. E con i partiti per ora sordi al richiamo non solo del civismo, bensì della politica in generale.
Questo è lo scenario attuale di cui per forza di cose tenere conto. Ne consegue che per il civismo si riduce lo spazio di manovra, la capacità attrattiva e il tempo a disposizione. In altre parole, i contenuti sono più che validi e attuali, ma il tempo necessario per federare, mettere insieme uomini e idee in un progetto civico, è oramai drasticamente ridotto. Non tutto è perduto, ma non è più tempo di cincischiare. Rispetto a sei mesi, un anno fa, siamo ai titoli di coda. Le stesse parole, gli stessi contenuti restano comunque validi, ma hanno smarrito buona parte della loro forza diciamo “rivoluzionaria”, della loro potenziale capacità di disarticolare un sistema politico fondato su partiti e schieramenti.
C’è poi un nodo da sciogliere. E’ quello legato agli uomini. In altre parole, a quanti davvero vogliono mettersi in gioco per far cambiare politicamente pagina a questa città. Se ne vedono pochi. Molto pochi. La stragrande maggioranza di quelli che nella città rappresentano la classe dirigente è assente. Al più, è alla finestra a guardare. La sensazione, che anche se ai margini avvertiamo ogni giorno, è quella di Don Chisciotte nella lotta contro i mulini a vento.
Insomma, tutte queste facce nuove non si vedono. Per ora, l’aspirazione al civismo sembra essere appannaggio di chi non si è ritrovato nei partiti. Anche per i più nobili dei motivi, sia chiaro. Non è una critica, tutt’altro. E’ la constatazione che nell’agone politico si gettano in pochi e quasi sempre gli stessi. Non certo per colpa di questi ultimi, ovviamente.
Se questo è, allora assume un significato politico assai rilevante quello che ci è sembrato di cogliere dall’incontro di ieri sera. In altre parole, essere politicamente alternativi agli attuali schieramenti. Questo vorrebbe dire essere, in ogni caso presenti, alla prossima campagna elettorale per il rinnovo degli organi comunali. Anche, quindi, con una lista votata anche alla sconfitta, nella convinzione di testimoniare un modo diverso e migliore di fare politica. Sarebbe un’idea più che rispettabile, oltre che nobile e generosa. E’ un’ipotesi di lavoro apprezzabile su cui lavorare in prospettiva.
C’è poi il problema del candidato sindaco. C’è una vecchia domanda sempre irrisolta: nasce prima l’uovo o la gallina? In altre parole, va trovato prima un sindaco o, al contrario, prima ci si aggrega e poi si fa sintesi in quanto a programma e candidato sindaco? Al punto in cui siamo, riteniamo che la situazione politica può essere sbloccata a favore del civismo se si trova un candidato forte, autorevole, competente. Non solo. Anche del tutto estraneo alla politica politicante degli ultimi trent’anni e la cui leadership sia riconosciuta non solo dal ceto politico ma dalla classe dirigente della città. Vale a dire dalle forze economiche, dagli uomini delle professioni, della cultura, dell’associazionismo e del volontariato. Solo un personaggio di tal fatta potrebbe smuovere quella montagna di prudenza, di opportunismo, di perbenismo e di convenienza, che blocca, immobilizza la società metelliana.
C’è in città una personalità di questo livello? Noi pensiamo anche di sì, ma bisognerà capire se vorrà essere della partita. E qui casca l’asino.
Ha fatto bene, a nostro avviso, Fabio Siani a non lanciare la sua candidatura a sindaco. Fabio Siani quindi come Quinto Fabio Massimo il temporeggiatore? Non crediamo. La sua non è una furberia. E’ piuttosto una strategia politica. Dettata dalla prudenza, da quella accortezza che fa di necessità virtù. Fabio Siani è più di noi consapevole che oltre un certo limite non può arrivare. Più di noi è consapevole della necessità di ritrovarsi attorno ad un candidato sindaco capace di rompere gli schemi della politica. In assenza di un simile personaggio, meglio defilarsi, cercare di aggregare il più possibile e poi vedere il da farsi. Questo per dire che la consapevolezza della propria forza così come della propria debolezza non devono e non possono pregiudicare un’iniziativa volta a rappresentare una rottura politica rispetto al presente.
In conclusione, nulla di nuovo sotto il torrido sole di questi giorni. Siamo ancora al punto di partenza. Per ora, c’è un solo candidato ed è quello espresso dal centrodestra di opposizione. Può piacere o meno, ma Raffaele Giordano è l’unico ad essere in campo ed è con lui che gli altri dovranno misurarsi. Il resto è una nebulosa. E ancora non si capisce cosa ne verrà politicamente fuori. Non resta, nel poco tempo ormai rimasto, che attendere gli eventi e soprattutto avere contezza di chi e soprattutto quanti raccoglieranno la sfida lanciata da Fabio Siani & C.. Poi, il primo a trarre le conclusioni, sarà proprio Fabio Siani. E molto prima di chiunque altro. Non solo di noi.