Cava de’ Tirreni, dopo essere stato un temporeggiatore ora avremo Fabio Siani il federatore?
Qual è la veste che Fabio Siani potrebbe ora assumere nel panorama politico cittadino? E' presto detto. Ha le qualità politiche per ritagliarsi un ruolo importante e favorire la costituzione di un'aggregazione vasta. A sinistra come a centro il nostro viene percepito da molti come manna dal cielo
L’uscita da Fratelli d’Italia dell’avvocato Fabio Siani susciterà in città sentimenti contrastanti clicca qui per leggere.
Per certi versi è clamorosa. Non stiamo parlando di un militante e neanche di un dirigente di partito qualsiasi. Si tratta di una figura di primo piano della destra cavese. Per anni leader cittadino, membro dell’assemblea nazionale del partito e prossimo candidato a sindaco. Una candidatura pubblicamente conferita da un’assemblea di partito un paio di anni fa.
Eppure era una decisione che veniva attesa da tempo. Da un po’ Fabio Siani mostrava evidenti segni di insofferenza e inquietudine. D’altro canto, era stato il principale fondatore di un sodalizio politico civico, Cava 4.0. Ed era sempre in prima fila negli incontri promossi anche dal nostro giornale sulle prospettive dell’impegno civico in vista delle prossime comunali. Eppure Siani traccheggiava. Non si capiva fino in fondo quanto credesse nel civismo e quanto invece fosse legato al centrodestra ufficiale, a cominciare dal suo partito. Sotto questo aspetto, la scelta compiuta adesso è di sicuro un elemento di chiarezza.
Le considerazioni da fare in proposito sono molte. Ne facciamo alcune, riservandoci in futuro di arricchire i ragionamenti al riguardo.
Cominciamo con il dire che politicamente Fabio Siani rappresenta una sicura risorsa della città. Forse lo è ancora anche per il centrodestra cavese. In fondo, non rompe con i partiti e tutto sommato neanche con il suo, Fratelli d’Italia. Se ne esce, ma non sbatte la porta. L’impressione è che Siani esce dall’organizzazione-partito più che altro a livello locale, ma non dal suo humus politico e culturale. Non critica Fratelli d’Italia, non abiura e non condanna. Forse, volendo essere tranchant e un po’ grossolani, boccia Napoli, coordinatore cittadino del partito, ma non certamente la Meloni.
Il suo è più che altro un distinguo sulla politica locale. E’ un problema legato ad una diversa sensibilità circa il futuro politico-amministrativo della città. E forse anche rispetto ad una diversa strategia politica e di comunicazione. Lo scrive chiaramente: per il governo della città bisogna andare oltre i partiti. Mettere insieme le forze migliori della città. Essere inclusivi, partendo da destra, immaginiamo, ma andare oltre, coinvolgendo anche forze politicamente distanti e distinte. Questo è quello che si legge nella sua lettera di addio e che ci sembra di percepire oltre lo scritto.
C’è un altro aspetto che emerge. Di solito i partiti, come le navi che affondano, si lasciano quando sono in difficoltà. I partiti vincenti, com’è il caso di quello della Meloni, non si lasciano. Tutt’altro. Sul carro del vincitore si sale, non si scende. Fabio Siani, da questo punto di vista, rappresenta un’eccezione. Questo forse dimostra che ci crede davvero in un progetto civico, in quello che noi giornalisticamente definiamo la terza via. Forse vuol dire anche che oramai l’insofferenza verso la governance locale di Fratelli d’Italia era prossima al punto di rottura. D’altro canto, è singolare che nel giro di un paio di mesi ci sono stati in città due addii importanti. Prima, le dimissioni da vice coordinatore cittadino dell’avvocato Marco Senatore. Ora quelle di Fabio Siani. Appare evidente che qualcosa in sede locale non funziona.
Un’ulteriore considerazione riguarda Fratelli d’Italia. Quali saranno le reazioni? Difficile a dirsi. Si tratta indubbiamente di una perdita secca per il partito, ma da un punto di vista elettorale è tutto da verificare. Le europee hanno dimostrato la forza che ha il partito della Meloni nella valle metelliana. Non solo. Negli ultimi tempi, il contributo di Fabio Siani era ed è stato marginale, anche da un punto di vista elettorale. La questione, quindi, al momento più che elettorale è di natura politica. Forse, sotto questo punto di vista, la dirigenza di FdI, locale e non solo, una riflessione dovrebbe avviarla.
D’altro canto, l’azione politica in città delle opposizioni e in particolare di Fratelli d’Italia è manchevole. Fatto salvo solo quel po’ che riesce a fare il gruppo consiliare “Siamo Cavesi”, in termini di proposta politica, di dialogo con la città e con le sue varie espressioni, il centrodestra è praticamente assente. Insomma, è tempo di far politica, di confrontarsi con il territorio, con le varie realtà civiche, sociali e culturali. In breve, per governare la città non bastano soltanto delle liste buone per prendere voti e vincere eventualmente le elezioni. Occorre altro, in termini di qualità di personale politico e di progettualità, soprattutto dopo i disastri provocati dal sindaco Servalli e da questo centrosinistra.
Ultima annotazione, almeno per ora. Qual è la veste che Fabio Siani potrebbe ora assumere nel panorama politico cittadino? E’ presto detto. Ha le qualità politiche per ritagliarsi un ruolo importante e favorire la costituzione di un’aggregazione vasta. A sinistra come a centro il nostro viene percepito da molti come manna dal cielo. In altre parole, dopo essere stato Fabio Siani il temporeggiatore, ora potrebbe vestire i panni del federatore. Di un’area vasta e frammentata, inquieta, insofferente, vogliosa di essere protagonista. In altre parole, più che essere un candidato a sindaco, potendo risultare indigesto a sinistra, Fabio Siani potrebbe mettere insieme gli insoddisfatti del centrodestra, e ce ne sono, con quanti rappresentano i voti in libera uscita del centrosinistra, e sono tantissimi dopo il fallimento della gestione Servalli.
In altre parole, aggregare personalità e classe dirigente espressioni di diversa e varia estrazione culturale e provenienza politica attorno ad una piattaforma programmatica. Per la scelta del sindaco c’è tempo. Prima vengono i programmi, le idee, i progetti, le regole del buongoverno. In breve, prima i contenuti. E su questi e con questi, giungere poi a definire il personale politico.
Non sarà un’impresa facile, anzi. E’ tuttavia una di quelle sfide che se si sanno gestire possono suscitare entusiasmi impensabili e travolgenti.
In conclusione, forse da oggi la partita politica prima che elettorale per le comunali è davvero entrata nel vivo. Nella speranza che Fabio Siani, e non solo lui, si riveli all’altezza della situazione.
Noi, comunque, tiferemo per la nostra città. Per il meglio. A prescindere dai nomi e dai colori politici.