scritto da Pasquale Petrillo - 26 Maggio 2018 16:13

Scontro Mattarella-Salvini… siamo proprio messi male

Il governo Cinque Stelle – Lega sembra proprio non voler nascere. Ora ci si è messo pure lo scontro istituzionale tra il Quirinale e la Lega sul nome del futuro ministro del Tesoro, Paolo Savona.

Che su questa nomina possa esserci una forte diversità di vedute, ma anche di strategia e di segnali da dare tanto all’Europa quanto al nostro Paese, è più che comprensibile. Il fatto però che oramai siamo al braccio di ferro tra Mattarella e Salvini, e la circostanza non è delle migliori con un un risultato immediato: comincia a salire la tensione dei mercati finanziari sul nostro Paese. Lo scenario, in altre parole, comincia a diventare sempre più preoccupante e mai come ora è tempo di fare chiarezza in fretta e uscire, in qualche modo, da questo brutto cul-de-sac.

Sorprende, tuttavia, il candore messo in piazza da troppe anime belle che si scandalizzino di come quello scostumato di Salvini mostri tanta irriverenza nei riguardi del presidente della Repubblica.

La verità è che in troppi fanno finta di non capire che il quadro politico-istituzionale è profondamente cambiato, anzi è stato stravolto dalle ultime elezioni e da questi tre mesi circa di trattative per formare il nuovo governo.

Sembra che riesca quasi impossibile ai più capire che la strategia e la visione politica di Salvini, e in parte anche di Di Maio, non corrispondono per nulla quello del Capo dello Stato, che peraltro non hanno nemmeno eletto quasi tre anni e mezzo fa.

Così come è evidente che ormai la posta in gioco va ben oltre la nomina di Savona al ministero del Tesoro come vuole Salvini. In altre parole, Savona potrebbe, e la cosa è possibilissima, farsi da parte per evitare traumi istituzionali, ma immaginiamo che per la Lega la questione presa con il Quirinale resterà intatta sul tavolo e forse gli animi si esacerberanno ancora di più.

Vero è che, in base all’articolo 92 della Costituzione, “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del  Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”.

E’ altrettanto vero, però, che i ministri non vengono da Marte e sono individuati da sempre non dallo Spirito Santo bensì dai partiti. Certo, trovando la mediazione con Capo dello Stato e premier, quando necessario, ma ora sembra che le cose non siano più in questi termini.

In ultimo, sempre la Costituzione, al seconda comma dell’articolo 1, recita che “la sovranità appartiene al popolo”, e chi più dei partiti, dopo un’elezione libera e democratica, è legittimato a rappresentare la volontà popolare?

Insomma, la questione, da qualsiasi parte la si giri, resta intricata e spinosa.

Qualcuno dovrà cedere. Noi azzardiamo che Salvini non arretrerà di un millimetro. Le elezioni anticipate sono per lui manna dal cielo. Arriverebbe a Palazzo Chigi da premier. E, in questa ipotesi, per il nostro presidente della Repubblica lo smacco sarebbe totale.

Al presidente Mattarella, se non si troverà una mediazione, restano tre strade. Quella di accettare Savona all’Economia. Quella di insistere sulla sua posizione e prepararsi a sciogliere le Camere per fare andare gli italiani al voto a settembre e con tutto ciò che ne consegue per l’instabilità del nostro Paese e le turbative finanziarie che vedrebbero la nostra economia in balia del mercato finanziario. In ultima, la più improbabile e neanche minimamente auspicabile, di rassegnare le dimissioni; ipotesi,  quest’ultima, del tutto sciagurata e di sicuro non presa nemmeno in considerazione da Mattarella.

In ogni caso, il nostro presidente della Repubblica ne uscirebbe indebolito, ridimensionato, mortificato. E ciò non è un bene per gli interessi dell’Italia.

In conclusione, siamo proprio messi male. E, purtroppo, l’impressione è che siamo appena agli inizi. Che poi ciò sia quello che gli italiani hanno voluto con il voto di marzo scorso, è un altro discorso…

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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