Cava, la politica cittadina e la poetica del nulla
Non sappiamo quale potrebbe essere e quale effettivamente poi sarà in futuro il suo ruolo nella vita politico-amministrativa della città metelliana, di sicuro però rappresenta una considerevole risorsa per Cava de’ Tirreni.
Stiamo parlando di Antonello Barretta, presidente dell’associazione Incontri, di cui oggi pubblichiamo una stringata ma al contempo molto incisiva intervista sull’urbanistica e più in generale sul progetto di città, anche dal punto di vista squisitamente politico.
A noi, lo confessiamo, Barretta piace. Non si parla addosso. E’ sobrio. E’ chiaro. E’ immediato e diretto. Non fa giri di parole. Non svicola. Tutto ciò è un privilegio di cui gode chi ha competenza e conoscenza di quel che espone, unita ad onestà intellettuale e serenità d’animo.
Barretta, in poche battute, abbozza il suo progetto politico-amministrativo di città: andare oltre «il “pensare ordinario”» in modo che la città «con nuove e moderne energie ritrovi stimoli per una politica innovativa, coraggiosa e di ampio respiro».
Sono queste, a nostro avviso, le parole, lo spirito, le condizioni, che sono mancate all’attuale Amministrazione comunale, la quale, alla fine, non è stata affatto malvagia, ma che è risultata alquanto ordinaria, oltre che innovativa e coraggiosa meno di quanto fosse necessario, nell’insieme, quindi, senza il benché minimo ampio respiro.
La vera tragedia, o se preferite quella più grave, è che nelle opposizioni non si intravede, neppure per sbaglio, alcunché di quello che è mancato e difetta agli attuali amministratori. Insomma, per ironia della sorte, Servalli e i suoi rappresentano, da un punto di vista politico-amministrativo, quasi un’oasi nel deserto.
Una circostanza, quest’ultima, che non ci sembra affatto consolatoria, ma, tuttavia, sufficientemente realistica. Con un’ulteriore aggravante, ovvero il torpore della società civile metelliana che sconta l’indifferenza politica della sua borghesia, della sua intellighenzia, affetta da un ponziopilatismo ormai di professione.
Tornando all’intervista di Barretta, è da evidenziare la sua bocciatura del Puc, il Piano urbanistico comunale, adottato dall’Amministrazione Servalli: «non affronta e risolve in maniera organica, attraverso una mirata attività di copianificazione, le grandi criticità esistenti che frenano lo sviluppo: viene infatti esclusa dalla parte operativa del PUC la zona ASI, e soprattutto assorbe al suo interno le disposizioni per l’area sorrentino-amalfitana oggi contenute nel PUT, quando nel mentre è in corso l’approvazione da parte della Regione Campania del Piano Paesaggistico Regionale, il cui preliminare è stato approvato lo scorso mese, e su cui è assolutamente necessario poter incidere per la parte ricompresa nel territorio cittadino».
Se così è, c’è poco da stare allegri. Stiamo perdendo l’ennesima occasione per dare a Cava de’ Tirreni un progetto di sviluppo che la rilanci in termini produttivi ed economici per i prossimi decenni? Speriamo di no, che non sia così.
Quel che davvero turba, inquieta, è che su temi così vitali per la nostra comunità, come gli strumenti urbanistici e lo sviluppo socio-economico cittadino, ci sia il pressoché totale silenzio delle opposizioni, centrodestra in particolare, e che debba farsi carico della problematica un’associazione da poco costituita.
Il rischio, molto serio e concreto, è che la politica cittadina trovi irrimediabilmente la sua vera cifra nella poetica del nulla.
L’impressione è che ci siamo vicini. In un simile scenario, non sembrano affatto fuori dalla grazia di Dio quanti, tutto sommato, si guardano bene dal dare addosso al sindaco Servalli e soci. Anzi…