Delitto mafioso dell’agente Agostino: la giustizia arriva dopo 35 anni
Un delitto noto anche per la battaglia intrapresa dal papà del poliziotto, Vincenzo Agostino, al fine di conoscere la verità. Dopo l'omicidio del figlio, infatti, Vincenzo non si era tagliato più la barba in attesa di giustizia su quel duplice omicidio mafioso
Nella giornata di ieri i giudici della Corte di Assise di Palermo, hanno condannato all’ergastolo un boss mafioso accusato del duplice omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie incinta Ida Castelluccio. L’agguato di mafia avvenne il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo. Agostino, insieme ad un suo collega, aveva sventato poco tempo prima l’attentato dinamitardo mafioso dell’Addaura, salvando così la vita al giudice Giovanni Falcone. Ora, dopo 35 anni, finalmente si fa luce sul suo omicidio e della moglie. Un delitto noto anche per la battaglia intrapresa dal papà del poliziotto, Vincenzo Agostino, al fine di conoscere la verità. Dopo l’omicidio del figlio, infatti, Vincenzo non si era tagliato più la barba in attesa di giustizia su quel duplice omicidio mafioso. Ora, però, che la giustizia è arrivata, Vincenzo Agostino la barba non potrà tagliarsela. Nel frattempo, è scomparso. I giudici hanno appurato che l’agente Nino Agostino sapeva troppo dei rapporti tra mafia e apparati delle istituzioni. E questo determinò la sua condanna a morte. Ci sono voluti trentacinque lunghi anni per arrivare alla verità, purtroppo. Tuttavia, anche se con tanto ritardo, grazie alla caparbietà dei giudici, giustizia è stata fatta. E la mafia ancora una volta è uscita sconfitta dallo Stato.