scritto da Nino Maiorino - 19 Giugno 2023 06:24

L’incidente di Casal Palocco a Roma: l’assurda banalità del male

foto tratta d fB

Inasprimento delle pene legate alla circolazione stradale

Un episodio che ha sconvolto tutti, quello avvenuto nel quartiere di Casal Palocco a Roma qualche giorno fa, e che ha visto coinvolti cinque danarosi giovinastri alla guida di un Suv Lamborghini i quali, in una assurda gara di velocità e resistenza, hanno investito una famigliola che viaggiava per i fatti suoi su una Smart, ammazzando sul colpo un bimbetto di cinque anni e ferendo gravemente la mamma e la sorellina: fa comprendere quanto conti la vita umana per una determinata parte della comunità.

Ottimamente, nel consueto “Cornetto e caffè” del 17 giugno, lo ha commentato il nostro direttore, anch’egli costernato da tale comportamento criminale, da parte di gente che non ha alcun rispetto per la vita altrui, ma nemmeno per la propria, visto che queste bravate possono ammazzare anche chi le commette, come è accaduto in tanti altri casi.

Purtroppo nel caso specifico i buffoncelli criminali non solo non hanno avuto danni, ma successivamente alla bravata commessa hanno sghignazzato e messe in rete le riprese filmate di ciò che avevano fatto, incuranti dell’omicidio.

Sembra che il giorno precedente, il pericoloso bolide fosse stato segnalato alla Polizia municipale, inutilmente; dopo l’incidente qualcuno ha tentato di aggredire gli assassini per farsi giustizia, si torna così alla legge della jungla perché l’inerzia delle forze dell’ordine ci sta portando anche a questo, anche perché c’è chi pensa che, a causa delle nostre labirintiche leggi, probabilmente tra qualche anno gli assassini torneranno pure liberi.

Nulla di nuovo sotto il sole; ricordiamo un vecchissimo film, del 1955, di Nicholas Ray, “Gioventù bruciata” interpretato da James Dean unitamente ad un ottimo gruppo di attori, che denunciava la noia dei giovani dell’epoca, alla disperata ricerca di valori autentici che neanche allora la società offriva.

Ma quanto meno quella gioventù rischiava in proprio, come avvenne nell’assurda gara automobilistica che premiava chi riusciva a lanciarsi fuori dall’auto prima che essa precipitasse nel burrone, e che mise in crisi il gruppetto dei partecipanti per la prematura morte di uno di essi.

Ovviamente questa è una ricostruzione semplicistica di quel film, ma serve a far riflettere su alcuni aspetti della vita che un tempo, pure evidenziando un malessere, stimolavano la comprensione e l’approfondimento di fenomeni di crescita, fenomeni che riteniamo assolutamente sconosciuti alla categoria sociale alla quale appartengono i giovani assassini romani.

Il cui unico scopo è quello di vincere una sfida senza senso e senza sbocco, pure a costo di sacrificare la propria e le altrui vite, un comportamento insensato e incredibile.

Questa chiosa introduce un argomento che da qualche giorno sta circolando sul web, vale a dire la proposta del Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di modifica del Codice della strada con la introduzione dell’ “ergastolo della patente”, vale a dire il ritiro a vita della patente di guida per chi ha commesso reati gravi di circolazione stradale.

In più occasioni Salvini ha parlato di “ergastolo della patente”: per chi reitera comportamenti imprudenti non basta la sospensione della stessa, aveva spiegato il Ministro, sostenendo il ritiro a vita della patente per le infrazioni più gravi.

Se così sarà, non possiamo non congratularci con Salvini, visto che di questi reati sono piene le cronache.

Le modifiche, che verrebbero introdotte con un disegno di legge, vanno dalle multe in base al reddito come in Svizzera e nei paesi scandinavi (iniziativa poco attuabile qui da noi) alla formazione costante del patentato, a un ulteriore inasprimento di pene e sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, e guida pericolosa come nel caso di Roma, e per sosta selvaggia.

La stretta è anche legata alla considerazione che, per il 98% dei titolari, la patente di guida ha 20 punti, quindi l’effetto deterrente della patente a punti è limitato.

Sembra in arrivo una maggiore severità sulle modalità di recupero dei punti persi, con un ritorno alle regole originarie, iniziando col ritorno al recupero graduale di due punti ogni due anni e probabilmente anche innalzando il numero di punti persi per le infrazioni più gravi.

A questo si aggiungerà l’introduzione dei crediti formativi legati alla frequenza di corsi di sicurezza stradale nelle scuole superiori e al primo anno di università e l’innalzamento da 10 ad almeno 12 delle ore di guida necessarie per poter fare l’esame per conseguirla.

L’inasprimento delle pene colpirebbe anche la sosta selvaggia e in doppia fila, i guidatori di monopattini e ciclomotori, chi parcheggia su marciapiedi e negli stalli per disabili senza averne diritto, con modifiche degli articoli 7 (regolamentazione della circolazione nei centri abitati) e 158 (che regola la fermata e la sosta dei veicoli) del codice della strada, e sanzioni più dure.

E forse ci sarà un amento generalizzato delle sanzioni.

Sarebbe anche efficace, a nostro avviso, un esame periodico teorico e pratico per tutti i patentati, almeno ogni 5 o 10 anni, a decorrere da una certa età.

Sicuro l’obbligo di casco e di targa per i monopattini, è possibile che venga introdotto anche quello di assicurazione responsabilità civile e un limite di velocità non oltre 20-25 km/h.

Si dovrà agire anche sulla segnaletica, che dovrà indicare non soltanto la presenza del dispositivo di controllo, ma anche il limite di velocità da rispettare nel tratto di strada sorvegliato.

In un recente tweet il Ministro Salvini ha scritto che bisogna “sanzionare per prevenire incidenti e salvare vite, non solo per incassare”.

Ci auguriamo che questa volta le modifiche del Ministro proponente vadano in porto; non restituiranno ai familiari le tante vittime della strada e degli scalmanati e criminali, ma avremo la speranza che in futuro esse diminuiscano.

Non ricordiamo chi è l’autore di questa frase: “C’è qualcuno che, se vuole fare qualcosa di buono per il mondo, deve solo lasciarlo”.

Saggio aforisma, che i cinque assassini dovrebbero seguire.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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