scritto da Redazione Ulisseonline - 10 Novembre 2020 09:02

Covid, altre cinque regioni in zona arancione: oggi si decide per la Campania

foto tratta dal sito del Ministero dell’Interno

Enigma Campania: zona gialla, arancione o rossa? 

La cabina di regia per il monitoraggio regionale, composta da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e tre rappresentanti delle Regioni, ha deciso nuove limitazioni sul territorio nazionale.

È già cambiato il “semaforo” delle regioni italiane, suddivise in gialle, arancioni e rosse in base al livello di rischio. Dopo le  restrizioni scattate appena venerdì scorso, giorno di entrata in vigore del Dpcm firmato dal premier Conte il 3 novembre, la cabina di regia per il monitoraggio regionale (composta da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e tre rappresentanti delle Regioni) ha deciso di inserire in zone arancione altre cinque regioni: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana, precedentemente collocate in zona gialla.

L’esame della cabina di regia non è comunque ancora concluso ed altre regioni, in particolare la Campania, potrebbero presto “salire di livello”.

Al momento sono  dunque  in fascia rossa, che prevede tra l’altro il divieto di ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, la scuola in presenza solo fino alla prima media e la chiusura di negozi, bar e ristoranti, Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, cui si aggiunto l’Alto Adige che si è autoproclamato appunto  ‘zona rossa’.

In fascia arancione, considerata “intermedia” e che prevede il divieto di spostamento tra una regione e tra un comune e l’altro, sono collocate dunque al momento Puglia, Sicilia, Abruzzo, Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana. Mentre in fascia gialla, che ha le misure restrittive valide in tutto il Paese (il “coprifuoco” alle 22 alle 5, la chiusura di musei e mostre, la didattica a distanza alle superiori e la riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico), sono tutte le altre: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia di Trento, Sardegna, Veneto.

Il nuovo Dpcm prevede il coprifuoco dalle 22 alle 5 in tutta Italia e la divisione del Paese in tre fasce, con veri e propri lockdown per le zone “rosse” e “arancioni”.

La scuola sarà in presenza fino alla terza media, mentre per le superiori scatta la didattica a distanza per tutti, ma “resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia richiesto l’uso di laboratori o sia necessaria in ragione della situazione di disabilità dei soggetti coinvolti e in caso di disturbi specifici di apprendimento e di altri bisogni educativi speciali”. Vengono poi sospesi i concorsi pubblici e privati e le prove di abilitazione all’esercizio delle professioni. Stop anche ai centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi, mentre sui mezzi del trasporto pubblico non si potrà occupare più del 50% dei posti totali.

Nelle regioni “arancioni”, invece, ci sarà un vero e proprio “lockdown soft”: non si potrà uscire o entrare nelle zone rosse, “salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”, ma sarà vietato anche spostarsi in un Comune diverso da quello di residenza. Chiusi tutte e attività di ristorazione (tranne che nelle aree di servizio lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti).

Nelle zone rosse si fa un passo in più e di fatto si tratta del lockdown dello scorso inverno: oltre ai ristoranti vengono chiusi anche tutti gli altri negozi, “fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità”. Inoltre, non sarà vietato solo spostarsi in un altro Comune, di fatto si dovrà restare a casa tutto il giorno, “salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Barbieri e parrucchieri potranno restare aperti, contrariamente a quanto previsto nella bozza del decreto.

Norme, queste per le zone rosse e arancioni, che varranno per “almeno 15 giorni” e comunque non oltre la data di efficacia del decreto, cioè inizio dicembre. (fonte Confcommercio)

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