scritto da Christian De Iuliis - 15 Aprile 2020 12:50

L’ARCHRITICO Non ci provate!

Dopo circa due mesi dalla scoperta del presunto “paziente uno” italiano, abbiamo ancora poche certezze sul virus che ci sta rivoluzionando la vita.

Poche cose sono evidenti.

Che il disastro avvenuto in Lombardia, ad esempio, sia la conseguenza della delega della sanità ai privati, è chiaro.

Svendere un diritto (quello ad essere curati) ed un bene pubblico (la sanità) per un tornaconto economico è uno degli effetti malsani di una società compiacente con i benestanti e ostile coi deboli.

L’avranno compreso i nostri connazionali, che pure quei politici li hanno votati (e rivotati) e quindi legittimamente scelti? Chissà…

Ma non crediamo “noi altri” di essere al sicuro.

In Lombardia la lottizzazione è avvenuta laddove stavano i migliori affari: nella sanità.

Altrove il commercio è avvenuto in altri campi. Apparentemente meno delicati, sollevando pretesti differenti ma seguendo lo stesso principio: il profitto.

In mancanza di strutture ospedaliere e sanitarie, politici mediocri, sindaci spregiudicati e concilianti speculatori, si sono appropriati, ad esempio, delle nostre spiagge.

Circolano da qualche giorno sulla rete inquietanti fotomontaggi che formulano un’ipotesi d’uso dei litorali in concessione, in tempi di epidemia.

L’annebbiamento generale consente che venga presa in considerazione qualsiasi proposta, anche particolarmente stupida come questa.

Così, l’idea che le nostre spiagge possano diventare dei gallinai con “stie” in plexiglass, sta lentamente prendendo quota.

Gabbie da prenotare per pagare profumatamente il lusso dell’immunità.

E così, è lecito immaginare che il rispetto delle distanze di sicurezza diverrà un appiglio per allargare le concessioni demaniali e sottrarre ulteriore spazio alle spiagge libere.

Bhe, non ci provate!.

Non pensate di usare pure la paura del contagio per allungare ancora le mani sui beni pubblici e naturali. Sulle spiagge, il mare, l’acqua, i parchi…

Se avremmo avuto sufficiente tempo per rifletterci, il post quarantena potrà essere l’inizio di una nuova consapevolezza.

Gli incapaci che, invece di occuparsi della costruzione degli ospedali e della difesa dell’ambiente, hanno curato esclusivamente gli interessi economici ed ora trovano inevitabile sorvegliarci con l’esercito e i droni, andranno spazzati via.

Da questo virus troveremo il modo per scampare.

Ma la via del disastro morale, del furto dei diritti comuni, quella è una strada senza uscita.

Christian De Iuliis

 

christiandeiuliis.it@chrideiuliis

 

Nasce, vive, vegeta in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto, nel 1984, in un tema di quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge Assessore al Nulla. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”. Avanguardia del XXI^ secolo che vanta già diversi tentativi di imitazione. All’attivo ha quattro mezze maratone corse e due libri pubblicati: “L’Architemario – volevo fare l’astronauta” (Overview editore – 2014) e “Vamos a la playa – Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens – 2016). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto. Dipende da dove si trova e da chi glielo chiede.

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