scritto da Pierpaolo Durante - 26 Gennaio 2023 12:55

CURIOSITA’ DAL MONDO Il giorno in cui lo zio di De Sica uccise Trotskij

Era il 1942 quando, sul set del film "Un garibaldino al convento", Vittorio De Sica conobbe l'attrice spagnola María Mercader con la quale

Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di “multiverso”, ossia un insieme di universi paralleli a quello in cui viviamo noi ma con realtà diverse dalla nostra e che, nonostante le differenze, convergano in alcuni punti.

Senza disperderci in discettazioni di stampo fisico quantistico, il multiverso è un espediente frequentemente utilizzato nelle opere cinematografiche e non solo.

Sembrerebbe quasi che la storia dello zio di De Sica, che uccise il leader sovietico del Comunismo, appartenga a questa narrazione sci-fi. Ma senza la finzione scenica.

Era il 1942 quando, sul set del film “Un garibaldino al convento”, Vittorio De Sica conobbe l’attrice spagnola María Mercader con la quale divampò l’amore. Al tempo, l’attore e regista era sposato con l’attrice Giuditta Rissone e ci vollero ben sedici anni prima di poter dichiarare effettivo il divorzio con la moglie. Ciò non impedì al cineasta di potersi creare una nuova famiglia con la Mercader, dalla quale nacquero i figli Christian e Manuel De Sica.

E’ opportuno, a questo punto, fare un ulteriore balzo indietro negli anni e cambiare coordinate; nel 1929, nell’Unione Sovietica, i leader Lev Trotskij e Josip Stalin toccarono il minimo storico del loro rapporto – complice la diversa veduta sul futuro del Partito Comunista – spingendo il primo ad un lungo esilio tra viaggi in Kazakistan, Turchia, Italia, Francia, Norvegia e Stati Uniti. Salvo poi trovare la sua sistemazione, nel 1937, in Messico.

Lì Trotskij portò avanti le sue idee fondando la Quarta internazionale, l’organizzazione si reggeva sui principi Marxisti internazionali in contrapposizione alla Terza internazionale stalinista. La rivoluzione permanente – ossia non esclusiva dell’Unione Sovietica ma d’ “esportazione” nel mondo – ideale assoluto del suo pensiero, non si era affievolita. Per Stalin, il quale sosteneva l’unicità del socialismo in URSS, fu necessario porre fine al trotskismo con drasticità.

Così, il capo dell’URSS, ingaggiò un esponente dei servizi segreti sovietici: lo spagnolo Ramòn Mercader, naturalizzato sovietico, fratello di Marìa Mercader.

Questi, arrivato in Messico il 20 agosto del 1940, si spacciò per un seguace del trotskismo e nell’appartamento di Trotskij, a Coyoacàn, sfilò una piccozza dal proprio impermeabile e l’abbatté sul cranio del rivoluzionario bolscevico. Non morì sul colpo, ne seguì una colluttazione dove lo stesso Mercader rimase ferito per poi essere arrestato subito dopo. Trotskij fu portato in ospedale ove morì il giorno successivo.

In qualche recente intervista, De Sica – attore di punta di molteplici cinepanettoni e varie commedie nostrane – ha dichiarato che, come in tutte le famiglie, anche nella sua c’era una pecora nera. Uno zio che non inviteresti a cuor leggero al pranzo di Natale.

Diplomato al liceo classico, successivamente ha continuato gli studi laureandosi in Scienze Politiche e relazioni internazionali presso l'Università degli Studi di Salerno. Appassionato di recitazione, amante della natura ed interessato ai fenomeni della subcultura del nostro tempo.

2 risposte a “CURIOSITA’ DAL MONDO Il giorno in cui lo zio di De Sica uccise Trotskij”

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