scritto da Angela Senatore - 11 Dicembre 2022 08:51

Le divoratrici di Lara Williams: il cibo come atto di ribellione?

Uscito nel Regno Unito nel 2019, Supper Club è stato un vero e proprio caso editoriale. Primo, potentissimo romanzo di Lara Williams, giornalista per il Guardian, l’Independent, il Times Literary Supplement e altre testate, è stato definito come una sorta di fight club femminista ed eletto libro dell’anno per Vogue, The Guardian, Time. In Italia è stato pubblicato da Blackie edizioni con il titolo “Le divoratrici” nel 2021.

Di cosa si tratta? La quarta di copertina è eloquente: è la storia di una fame che non va mai via. E di Roberta che vive cercando di non occupare spazio. A quasi trent’anni è bloccata in un lavoro senza senso. Un giorno conosce Stevie, è libera e pericolosa. Diventano amiche, vanno a vivere insieme. Poi inventano il Supper Club. Un collettivo di donne stanche di sentirsi dire che devono parlare meno, mangiare meno, costare meno, essere meno. Ma più il club diventa popolare e sovversivo, più Roberta è costretta a riconciliarsi con la vulnerabilità del proprio corpo – e quel passato che ha lavorato così duramente per reprimere. Le divoratrici è una storia che parla della fame di vivere. Un romanzo sul crescere e trovare il proprio posto nel mondo.

Ho letto questo libro nel mese di settembre con il bel gruppo di lettura guidato dalla brava e appassionata Verdiana Maiellaro che, mese dopo mese, ha messo i lettori di fronte a libri divisivi in cui il punto di vista “ordinario” – se ne esiste uno – è messo in crisi e ribaltato da storie paradossali, disturbanti, che suscitano sempre grandi dibattiti proprio perché indagano territori inesplorati.

Così è Le divoratrici, un libro che turba e provoca, in cui la protagonista, Roberta, fa al tempo stesso tenerezza e rabbia. Ho per questo voluto approfondire con chi il libro lo ha scritto, Lara Williams.

Il Supper Club: un club culinario, una forma d’arte o un atto di ribellione?

Io penso che esso rappresenti cose diverse per i diversi membri del Supper Club – alcuni, come Stevie- lo vedono come una performance, un pezzo d’arte, mentre altri lo intendono come un modo per fare comunità. Come il cibo e cucinare e mangiare, esso rappresenta cose diverse per persone diverse.

Per decenni, la bellezza delle donne ha significato magrezza, tu capovolgi il concetto nel tuo Le divoratrici ma alla fine sembra che tutto giri comunque intorno al corpo femminile. Cosa ne pensi?

Non sono così sicura che il punto sia ribaltare l’idea di bellezza femminile piuttosto che partecipare ad un atto di resistenza. Non sono sicura ci sia un modo per le donne (o per qualcun altro?!) di diventare interamente fisicamente indipendenti dai propri corpi, e non sono sicura di quanto possano avere successo i Supper Clubs nell’annullare anni di condizionamento!

Parlaci del gruppo di divoratrici, Roberta e le altre ragazze, cosa hanno in comune? Possiamo definirle amiche?

Alcune di loro sono amiche ma nel gruppo ci sono anche molte tensioni. I desideravo che il gruppo risultasse un po’ sgangherato, non un gruppo di amiche realmente coeso.

Cosa temono queste ragazze?

Un sacco di cose. Per tutto il libro esploriamo le loro disparate paure.

Durante i Supper Club, Roberta e le sue amiche si drogano. Qual è il loro bisogno?

I Supper Clubs riguardano la trasgressione del corpo e la liberazione e la droga mi sembrava parte di questo processo.

Roberta e le ragazze cucinano rifiuti trovati nell’immondizia. Ho trovato questa immagine molto forte. Cosa volevi esprimere?

Una delle idee che queste donne esplorano, nel trasgredire, è l’idea dell’esistenza di modi e spazi che esse non dovrebbero occupare, e mangiare da una pattumiera mi è sembrata una idea molto trasgressiva! Inoltre, ero interessata all’idea di abiezione, di degrado, di buttarsi via, che c’è nell’atto di tuffarsi in un cassonetto.

Nel tuo libro Roberta ha un sacco di persone intorno a lei ma sembra che non riesca a creare vere relazioni. Sente un gran vuoto, la mancanza del padre. Pieno e vuoto, presente e assente, sono due faccedella stessa medaglia?

Non sono così sicura siano due facce della stessa medaglia ma , sono d’accordo, alla fine del romanzo Roberta sembra ancora stia cercando le “sue” persone.

Nel libro Roberta incontra uomini molto diversi tra loro. La sua prima relazione con un suo insegnante è una relazione piuttosto tossica. Tu come ti spieghi che le donne siano attratte spesso da questi uomini “tossici”? E soprattutto, sono tossici gli uomini o lo sono le relazioni?

Questa sì che è una grande questione da sciogliere! Non sono sicura di avere una risposta, ma io penso che Roberta sia attratta da Arnold per molte ragioni: egli rappresenta una vita profondamente diversa dalla sua, sembra prodigo di affetto verso di lei ma poi lo trattiene, sembra un uomo sicuro di sé e questo le piace, come la sua bella casa “da adulti”! inoltre Roberta è molto sola e isolata e lui è una delle prime persone che si interessa a lei.

Roberta incontra poi Adnan, che sembra un tipo a posto e tuttavia lei non riesce a sentirsi soddisfatta dalla loro relazione. A tal proposito, tu pensi che ci si salva da soli o grazie all’aiuto di chi ci sta vicino?

Io penso che questo, a volte, sia un pensiero che ci gioca uno scherzo, voglio dire che noi dovremmo imparare ad amarci prima di amare gli altri. Ma spesso non funziona così.

Ho saputo che di recente è stato pubblicato nel Regno Unito il tuo nuovo libro “The Odyssey”, titolo che già amo. Puoi parlarcene nell’attesa di vederlo pubblicato in Italia?

The Odyssey ha per protagonista Ingrid, una donna che lavora su una gigantesca (e un po’ di culto) nave da crociera chiamata WA, sulla quale fa vari lavori finché un giorno fa domanda e viene selezionata per il vago programma di tutoraggio del misterioso capitano Keith, che spinge Ingrid molto più in là che lei si sarebbe mai aspettata.

Personalmente, non vedo l’ora che questo libro venga tradotto in italiano.

Giornalista pubblicista, collabora con Ulisse online dal 2021 occupandosi principalmente della pagina culturale e di critica letteraria. È stata curatrice della rassegna letteraria Caffè letterari metelliani organizzata da Ulisse online e IIS Della Corte Vanvitelli e ha collaborato con Telespazio in occasione del Premio Com&te. È da maggio 2023 responsabile della Comunicazione di Fabi Salerno. Abilitata all’esercizio della professione forense, lavora in una delle principali banche italiane con specializzazione nel settore del credito fondiario.

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