scritto da Redazione Ulisseonline - 21 Settembre 2024 18:24

Cava de’ Tirreni, sentenza di assoluzione area ex Cofima… per Massimo Mariconda è la vera torta in faccia per l’Amministrazione Servalli

Era proprio necessario alienare un bene a valenza strategica, che avrebbe potuto avere una finalità pubblica essenziale, soprattutto se inserito in un complessivo ridisegno urbano della Porta Nord della città?

Riceviamo e pubblichiamo

La notizia della piena assoluzione da parte della Corte dei Conti di Marco Galdi, Sindaco dell’epoca, e di tutti gli attori politici e tecnici che concorsero, in modo trasparente e legittimo, all’acquisto di un bene l’ex Cofima, a parere di chi scrive, apre a sentimenti contrastanti.

Sul piano personale è indubbia la gioia di vedere assolti tanti amici, prima che politici e tecnici, che, nell’esercizio della loro funzione pubblica, correvano il rischio di subire una condanna giudiziaria per il solo fatto di aver approvato indirizzi politici e atti gestionali volti al perseguimento del bene collettivo.

Nei fatti la sentenza di assoluzione, nel riconoscere la legittimità degli atti posti in essere dagli amministratori e tecnici del tempo finalizzata all’acquisto del bene, ne sancisce anche il rispetto del principi a presidio dell’azione amministrativa: economicità, trasparenza ed efficacia.

 

“La sentenza di fatto sembra condannare le successive scelte politiche dell’attuale Amministrazione Servalli, con le nefaste conseguenze per la città a tutti note”

 

 

Sul piano politico, di contro, c’è tanta amarezza e delusione considerato che, quanto stabilito dai giudici nelle motivazioni di assoluzione, di fatto sembra condannare le successive scelte politiche dell’attuale Amministrazione Servalli, con le nefaste conseguenze per la città a tutti note.

Una valutazione tecnico politica, non può prescindere da una scorsa sommaria delle scelte politiche assunte sul punto specifico in questi anni, auspicando un confronto politico da parte dei soggetti preposti.

Ebbene, salvo diversa ricostruzione e con la speranza che la memoria mi assista senza indurmi in errori, emerge quanto segue.

L’Amministrazione Servalli, sin dal principio del suo primo mandato, si pose in aperto contrasto con le scelte pregresse.

Quanto ciò rispondesse ad una non condivisione, sul piano tecnico e finanziario, della scelta di acquisto della ex Cofima o solo ad un obiettivo politico distintivo rispetto al Sindaco uscente, è  una verità che solo gli interessati possono sapere.

 

“Servalli & C., nel creare una evidente discontinuità amministrativa rispetto al passato, ha stigmatizzato l’operazione come “incauto acquisto” non lesinando giudizi di sommaria condanna politica”

 

 

Nei fatti Servalli & C., nel creare una evidente discontinuità amministrativa rispetto al passato, ha, da sempre, stigmatizzato la operazione come “incauto acquisto” non lesinando giudizi di valore che suonavano come sommaria condanna “politica” degli amministratori interessati, ben prima della pronuncia definitiva degli Organi giudiziari preposti.

Questa “vis polemica”, motivata da una presa di distanza aprioristica e sorda, probabilmente non ha mai indirizzato le scelte politiche dell’Amministrazione ad una valutazione serena ed obiettiva, sul piano tecnico ed economico, delle potenzialità del bene in parola, in ottica di valorizzazione dello stesso e non di sua mera alienazione.

E tutto ciò senza dar corso, nelle more di una definitiva scelta sul futuro del bene, ad una riduzione dei costi fissi (ed infruttiferi sic stantibus rebus), in nome del citato principio di efficacia ed economicità, promuovendo la riduzione dei ratei semestrali mediante rinegoziazione a tassi più vantaggiosi del mutuo contratto dall’Ente.

Eppure con tutti sappiano i tassi di interesse in questi anni (dal 2015 al 2022) sino stati vantaggiosissimi.

Invero, la volontà ferma ed ostinata di vendita del bene, considerato un peso e non una opportunità, si è sostanziata, purtroppo, nella assenza di qualsivoglia azione politica programmatica volta ad ottimizzare la destinazione del bene pubblico ed a creare le condizioni per la realizzazione di opere a ricaduta sociale.

In particolare, la mancata finalizzazione della conferenza di servizi, avviata da Galdi, e volta alla riperimetrazione della zona ASI, che di fatto avrebbe potuto portare ad una riqualificazione complessiva dell’area Nord con attribuzioni di una destinazione urbanistica della ex Area coerente alle finalità di acquisto e vantaggiosa sul piano del valore economico del bene posto nel patrimonio disponibile dell’Ente, ha sancito il passaggio tombale di quello che poi sarebbe stato: disfarsi del bene.

Non irrilevante risulta la ipotesi di lottizzazione abusiva (ipotesi archiviata nel 2021) sollevata dal competente Ufficio Urbanistica nel 2012, solo dopo l’acquisto del bene. Una sopravvenuta circostanza che ha condizionato l’intero iter di riqualificazione dell’area acquistata. Una solerzia amministrativa che ha impedito di dare esecuzione, da parte dell’ente, alle plurime ipotesi di riqualificazione posta a giustificazione causale dell’intera procedura di acquisizione. Oggi, probabilmente, in quell’area poteva sorgere un’opera di interesse pubblico o forse un Presidio ospedaliero moderna realizzato dall’azienda sanitaria in esecuzione del Protocollo d’intesa stipulato tra le due amministrazioni del tempo, in coerenza alla destinazione del Piano territoriale urbanistico provinciale.

Una vendita che, stante gli atti prodotti, è stata perfezionata ad un operatore economico, solo dopo una serie di aste pubbliche andate deserte (chissà perché?) sul presupposto di una destinazione industriale del bene a base di compravendita (effettiva destinazione urbanistica su cui il Giudice si limita ad un veloce richiamo, non essendo materia di giudizio).

In tale contesto, il prezzo di vendita, appare, ad una lettura più attenta, troppo frettolosamente considerato vantaggioso dall’amministrazione, forse, per il solo fatto di corrispondere agli impegni finanziari assunti con il piano di riequilibrio finanziario approvato.

 

“Alla luce della recente Sentenza, quello che l’attuale Amministrazione ha spacciato per un successo amministrativo,  costituisce per la città una ennesima occasione persa”

 

 

Alla luce della recente Sentenza, invero, quella che l’attuale Amministrazione, ha spacciato per un successo amministrativo, forse solo in chiave di rispetto del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, ritenuto inopportuno inutile finanche da autorevoli membri della allora maggioranza, costituisce per l’intera città una ennesima occasione persa sia in termini di riqualificazione dell’area nord della città e forse anche di una struttura Ospedaliera..

Cosa sarebbe stato se si fosse dato seguito alla volontà di destinare il bene e l’intera area alla realizzazione, in ultimo da parte dell’Azienda sanitaria che avrebbe potuto acquistarla solo a fronte di una destinazione certa, di una struttura ospedaliera di eccellenza, moderna ed accessibile (soluzione, peraltro, proposta e sollecitata anche da forze politiche di maggioranza ed opposizione), piuttosto che vendere il bene, in un momento congiunturale sfavorevole e quindi ad un prezzo a base d’asta inopportuno, in nome di quel piano di riequilibrio pluriennale di cui sopra?

Era proprio necessario alienare un bene a valenza strategica, che avrebbe potuto avere una finalità pubblica essenziale, soprattutto se inserito in un complessivo ridisegno urbano della Porta Nord della città, mediante specifiche previsioni urbanistiche nel vigente PUC?

Previsioni oggi assenti e demandate ad una improbabile quanto farraginosa procedura di co-pianificazione urbanistica Provincia-Comune per il solo fatto da parte di Servalli & C. di non aver mai perseguito l’obiettivo, richiesto da più parti, di promuovere, mediante strumenti di concertazione istituzionale, quello che per Cava sarebbe un formidabile volano di sviluppo:

La riperimetrazione della zona ASI di un’area vasta e degradata, ad oggi una delle poche libere da vincoli paesaggistici.

Nei giorni scorsi si parlava di torte in faccia e come le stesse volino da tempo in questa sgangherata maggioranza.

La verità, come il tempo sta consegnando, è che, sinora, il pasticciere pro tempore (fuori metafora l’attuale Sindaco) abbia cercato, sinora, di ricorrere alla maestria artigiana di chi, pur con qualità modeste e con gli ingredienti non tutti all’altezza, abbia cercato di vendere i prodotti confezionati spacciandoli per dolci di qualità.

Ma il tempo è, sempre, il miglior giudice e anche questa ultima vicenda esposta, senza pretese di esaustività e con riserva di un confronto ben più articolato con quanti hanno davvero a cuore le sorti di Cava, a parere di chi scrive e con beneficio di smentita, suggerisce una sola conclusione: il definitivo fallimento politico di questa Amministrazione Servalli.

 

Ing. Massimo Mariconda
Coordinamento civico per Cava

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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