scritto da Pasquale Petrillo - 25 Giugno 2016 11:09

Renzi, il referendum e la transizione infinita

Per un po’ siamo stati tra quelli che, con l’arrivo prepotente di Renzi sulla scena politica nazionale, hanno immaginato la fine di quella transizione infinita, cominciata con il crollo della cosiddetta Prima Repubblica, più di venti anni fa, ormai.

Gli accadimenti delle ultime settimane, in particolare il voto di domenica scorsa al ballottaggio per le comunali, a Roma e Torino soprattutto, hanno mostrato invece che l’era Renzi si è consumata, anzi, bruciata in appena due anni, e che la transizione politica del post-tangentopoli continua e chissà per quanto tempo ancora. Il referendum costituzionale di ottobre, a meno che non ci siano accadimenti straordinari e miracolosi, sancirà tutto ciò. Ha, infatti, fin d’ora un destino già segnato, al di là del merito della questione. Sarà di sicuro, come e più che ai ballottaggi, l’occasione per aggregare in modo indistinto e contraddittorio tutto ciò che va contro Renzi e l’esito, ovvero la bocciatura della riforma costituzionale renziana, sarà pressoché scontata. Insomma, sarà la certificazione del voto popolare su una transizione politico-istituzionale tuttora in essere dopo un ventennio.

Sugli errori e le responsabilità di Renzi è stato detto tutto e il contrario, inutile, quindi, soffermarsi sul tema. E sulla prospettiva che il Movimento Cinque Stelle sia il più accreditato a vincere le prossime elezioni politiche, altrettanto si è detto e l’ipotesi, rispetto a poche settimane fa, è abbastanza credibile.

Il problema vero, però, a prescindere di chi succederà in un prossimo futuro a Renzi (ma non è affatto da escludere, considerata la giovane età e la sua incredibile energia, che sia proprio Renzi a succedere a sé stesso), è di capire quanta acqua dovrà scorrere sotto i ponti prima che il nostro sistema politico trovi un assetto stabile e riconoscibile, oltre che condiviso, dopo la confusione (berlusconismo, bipolarismo, bipartitismo, tripolarismo, diversi sistemi elettorali come mattarellum, porcellum, italicum) e l’instabilità di questi ultimi venti anni.

Molto probabilmente un aiuto in tal senso potrebbe venire solo da una scelta radicale, quale quella di eleggere con un sistema rigidamente proporzionale con voto di preferenza, anche multiplo, una nuova assemblea costituente, formata da non più di un centinaio di componenti, con il compito esclusivo di una revisione costituzionale in tempi ristretti, un anno o poco più, con successivo passaggio referendario confermativo. Un assemblea costituente, quindi, del tutto distinta, nei suoi componenti e nelle sue funzioni, dalla Camera e dal Senato. Una sorta di figura terza, non legata alla maggioranza di governo e al suo destino.

Per ora, una nuova assemblea costituente non compare nell’agenda politica delle forze politiche, interessate sì alla revisione costituzionale, ma piegandola agli interessi di bottega piuttosto che a quelli generali.

Nel frattempo, però, e l’esperienza riformatrice ma viziata di Renzi lo dimostra, il nostro sistema si avvita pericolosamente sempre di più tra propaganda, demagogia, improvvisazione, superficialità, approssimazione e perenne instabilità. Non sarebbe il caso per le forze politiche di mettere un punto fermo con regole il più possibilmente condivise e a garanzia della democrazia, della funzionalità delle istituzioni  e degli interessi superiori del Paese? (foto Tiberio Barchielli- Palazzo Chigi)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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