La settimana politica campana si è aperta con la pubblicazione, sulle pagine de IL MATTINO di lunedì scorso, di un sondaggio eseguito dalla IPR Marketing di Antonio Noto su committenza di Clemente Mastella. Noto è uno dei pochi in Italia che ancora ci azzeccano, dobbiamo quindi prendere per attendibili le sue risultanze, che peraltro non dicono nulla di nuovo: in Campania il voto di partito e coalizione premia ampiamente il centro-destra, 42% dei favori contro il 32% del centro-sinistra. Marginale, ma ancora consistente il consenso di cui gode il M5S col suo buon 18%.
Quanto all’apprezzamento dei leader, il presidente De Luca conferma il suo 35%, più volte attestato nell’ultimo anno da diversi istituti di ricerca, mentre a destra la più quotata è l’on. Mara Carfagna, seguita a ruota dall’ex presidente Stefano Caldoro e dall’on Clemente Mastella. Stando al sondaggio, tutti e tre, in un ipotetico scontro con De Luca, vincerebbero.
Sembrerebbe una partita dall’esito scontato, ma non lo è. Come non è affatto scontato che, unendo il 18% del M5S al 32% del centro-sinistra il pronostico si ribalterebbe. In realtà la partita si giocherà su diversi tavoli.
Cominciamo da quello meno rilevante sul terreno dei consensi elettorali. Sembrerà paradossale, ma la valutazione sull’operato dell’azione di governo del presidente e della giunta uscenti sposterà ben poco nelle urne.
De Luca ha governato bene, non credo possano esserci dubbi. La sanità è stata risanata sotto il rispetto economico-finanziario, i livelli essenziali di assistenza hanno superato la soglia di accettazione nazionale, sono stati aperti nuovi ospedali e reparti su tutto il territorio campano e, last but non least, è stata ingaggiata una lotta senza quartiere contro le infiltrazioni camorristiche nel sistema. Certo, zone d’ombra sussistono e in molti nosocomi c’è delusione verso il presidente-commissario, ma i macro dati del settore sono inoppugnabili. Cose analoghe si possono dire sui rifiuti, laddove non sono stati risolti tutti i problemi, ma si è pur riusciti a fronteggiare alla grande la minacciata emergenza per la chiusura temporanea di una linea del termovalorizzatore di Acerra. Riguardo ai trasporti i passi avanti, pur se poco percepibili dagli utenti, hanno riguardato il risanamento dei conti e le infrastrutture dell’EAV; mentre il sistema metropolitano regionale ora è un vero modello di efficienza, per confort delle vetture, frequenza e rispetto degli orari, fidatevi di chi lo utilizza quotidianamente.
Risultati davvero importanti si sono registrati nelle politiche culturali ed in quelle per il lavoro, con il concorsone per diecimila assunzioni. Non facciamola lunga, potremmo passare in rassegna l’urbanistica, l’ambiente, l’impiantistica sportiva, col San Paolo fiore all’occhiello, le politiche sociali, la formazione, le politiche per l’impresa, il bilancio, in tutti i settori dell’azione di governo regionale – dove più dove meno – troveremmo miglioramenti.
Al governatore però tutto ciò non basterà. Gli elettori da tempo appaiono indifferenti ai programmi ed ai risultati dell’azione di governo. Hai voglia di dipingere il paradiso, il voto è determinato dal concorso di altre e più rilevanti componenti.
Ad esempio il tavolo politico. Chi l’ha detto che Forza Italia arriverà compatta al voto regionale? E se Mara Carfagna rompesse gli indugi e passasse il Rubicone schierandosi apertamente contro l’alleanza con Salvini? E Renzi, con la sua Italia Viva, che farà? Insomma, il quadro delle alleanze politiche inciderà parecchio sull’esito della partita.
Non meno rilevante sarà la composizione delle liste e la forza organizzativa dei comitati elettorali dei competitori. Su questo terreno, avendolo conosciuto da vicino, mi permetto di sostenere che De Luca è pressoché imbattibile. Lui ha davvero gli occhi della tigre.
De Luca vincerà