scritto da Nino Maiorino - 25 Aprile 2020 10:06

Coronavirus, Burioni e Tarro

prof. Giulio Tarro

Sarebbe opportuno che i numerosi esperti, che quotidianamente ci inondano con la loro scienza dai canali tv, si mettessero una buona volta d’accordo tra loro, così otterrebbero almeno due buoni risultati: il primo è di evitare di fare brutte figure, che ormai non si contano più, il secondo è di evitare di frastornare sempre più gli affezionati telespettatori che non sanno più a chi dare ascolto e come comportarsi.

Negli ultimi giorni c’è stata un’aspra polemica innescata da Roberto Burioni, il virologo e immunologo, che pure pontifica quotidianamente su tutte le reti televisive, il quale non solo ha messo in dubbio le doti professionali di Giulio Tarro, ma addirittura lo ha dileggiato asserendo che Tarro non sarebbe mai stato candidato al Premio Nobel, spingendosi a beffeggiarlo che lo sarebbe stato quando egli, Burioni, venne candidato a Miss Italia.

Giulio Tarro è medico, scienziato e docente universitario, allievo di Albert Sabin, che scoprì il vaccino contro la poliomielite; fu lui a isolare il vibrione del colera quando scoppiò l’epidemia a Napoli, e sempre lui fu a sconfiggere quarant’anni or sono il cosiddetto “male oscuro di Napoli”, il virus respiratorio sinciziale che provocava un’elevata mortalità nei bambini fino a due anni affetti da bronchiolite. E fu pure lui uno dei primi a segnalare l’inquinamento delle falde acquifere a nord di Napoli nell’aprile 1990 (vedi Repubblica del 18 aprile 1990), quando uscì dai rubinetti acqua marrone.

Che Burioni sia una professionalità acclarata, nessuno finora lo ha mai messo in dubbio; ma non è che Giulio Tarro sia da meno, anzi nella sua lunga carriera i risultati e i successi conseguiti sono universalmente noti, probabilmente solo Burioni finge di averli dimenticati.

E’ certo, comunque, che Giulio Tarro sia stato proposto nel 2015 per il Premio Nobel dal Lions Club Pompei Host, al quale è iscritto, avendolo proprio quel Club ufficialmente confermato, ma sembra che anche in precedenza abbia avuto un’altra candidatura.

Non risulta se quelle candidature siano decadute in quanto il regolamento della Fondazione Nobel prevede che solo dopo mezzo secolo saranno rese note tali informazioni.

Comunque il borioso Burioni avrebbe potuto risparmiarsi quella cattiveria, che qualifica chi l’ha fatta e certamente non intacca chi l’ha ricevuta; ma è penoso dover constatare che, pure a certi livelli, ci siano comportamenti di tale bassezza.

Anche perché, contrariamente a ciò che Burioni dice del collega (per la differenza di età potremmo chiamarlo anche suo maestro), chi ha conosciuto personalmente il Prof. Tarro sa che è un uomo di grande umiltà e umanità, sempre disponibile a spiegare, ascoltare e consigliare; è stato, e lo è tuttora, socio del Lions Club International, iscritto al Lions Club di Pompei, e su ogni argomento cerca di trasferire agli interlocutori, allievi o partecipanti ai vari convegni che egli fa, spesso gratuitamente, tutti i dettagli scientifici, per cui spesso diventa difficile ai non addetti ai lavori seguirlo.

Ma la sua professionalità, disponibilità e umiltà, personalmente sperimentate, sono fuori discussione.

Fra l’altro, a ben riflettere su ciò che sembra aver urtato la suscettibilità di Burioni in merito a quello che ha sostenuto Tarro, una voce fuori dal coro, emergente dalle sue considerazioni fatte a Porta a Porta, peraltro nelle ore notturne, riportandone sinteticamente il succo.

I principali punti che ha sostenuto Tarro sono i seguenti:

-non è necessario un vaccino per combattere il Covid.19, ma piuttosto cure antivirali o simili già sperimentate in altri paesi, da usare più che altro nelle prime fasi della malattia, senza che si arrivi alla terapia intensiva (da qui l’esigenza di identificare subito la malattia e non quando la situazione è precipitata);

-probabilmente nel giro di una settantina di giorni il virus potrebbe scomparire spontaneamente (parere espresso anche dagli scienziati di Israele);

-l’attuale contagio non si può considerare una pandemia e non c’è paragone, per esempio, con la Spagnola (che fece circa 100.milioni di vittime, ndr), la quale attaccava per intero l’organismo e mieteva vittime più tra i giovani debilitati e denutriti del dopoguerra; -gli anziani vanno maggiormente protetti perché soggetti più fragili e portatori di altre patologie.

E poi per finire, e questo discorso ci sta non poco a cuore, Tarro ha evidenziato quanto dannosa possa essere stata la decisione di tenere chiuse in casa le persone, anche bambini e giovani, lontane dal beneficio immenso apportato dall’aria aperta, dal sole, dalla luce e dal movimento!

Ovviamente tutta la popolazione, da circa due mesi bombardata da notizie totalmente diverse, è rimasta sconcertata, anche perché lo stesso Tarro continua a pubblicare su F.B. le stesse opinioni.

Ma giacché il Prof. Tarro è universalmente riconosciuto come uno dei più importanti virologi a livello mondiale, (nel 2018 è stato premiato in America come miglior virologo dell’anno) e non sembra che negli ultimi tempi abbia perso il lume della ragione, non è aprioristicamente da sottovalutare quello che dice.

E comunque nessuno, a nostro avviso, può prendersi la libertà di dileggiarlo come ha fatto Burioni, e a questo proposito qualche dubbio ci viene: se Burioni si è così aspramente scagliato contro Tarro viene legittimo chiedersi se non ci sia qualche interesse nascosto che potrebbe averlo portato a rendersi portavoce di tutti coloro che sostengono la assoluta necessità del vaccino per sconfiggere definitivamente il virus.

Non potrebbe essere che dietro la faccenda del vaccino ci siano enormi interessi da parte delle società farmaceutiche che dovrebbero produrlo, e che si vedrebbero danneggiate da un ridimensionamento del problema?

Il divo Giulio “docet”: a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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