Passano gli anni, cambiano i governi a Roma come nella nostra città, così come in Regione Campania o in Provincia di Salerno, ma quello che resta immutata nella nostra realtà è la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Si passa, a cicli continui, da un’emergenza all’altra, mentre i costi per il servizio della spazzatura restano sempre esorbitanti per le tasche dei contribuenti.
E si sentono sempre le stesse denunce, l’identico rosario di giustificazioni, le stesse litanie, gli stessi appelli, ma la sostanza non muta, con i rifiuti che, anche quando non c’è emergenza, la fanno da padrone nelle tante cartoline delle piccole discariche urbane disseminate un po’ ovunque, non solo nelle frazioni o nella periferia cittadina. E se guardiamo un po’ fuori dalle mura cittadine, c’è anche chi sta peggio, molto peggio.
E’ sconfortante, ma questo è. Certo, c’è l’inciviltà dei cittadini che conferiscono, in tanti, anzi in troppi, fuori da ogni regola di civiltà. E c’è qualcosa di poco chiaro in questi incendi che si sono verificati in alcuni siti di stoccaggio. E non mancano i disservizi, i difetti organizzativi di chi opera nel settore. C’è però anche e soprattutto l’impotenza delle istituzioni, ma più ancora la mancanza nel settore di politiche lungimiranti ed incisive, di investimenti intelligenti e coraggiosi, capaci cioè di ammodernare e rendere più efficiente il sistema combattendo nel contempo sprechi di risorse e inefficienze strutturali consolidate nel tempo, ma anche di contrastare troppe cattive abitudini di cittadini, famiglie, esercenti pubblici.
Alla fine, piuttosto che governare il fenomeno, si vive alla giornata, fra uno scaricabarile e momenti di rassegnazione. Insomma, si fa quel che si può piuttosto che quel che si deve, tanto la colpa è sempre di qualcun altro, ma le vittime non cambiano, sono inevitabilmente gli stessi, ovvero i contribuenti, soprattutto se coscienziosi e puntuali nel pagare le bollette e nel conferire con attenzione, differenziando opportunamente i rifiuti.
Sì, perché è singolare che le istituzioni e la politica da tempo falliscono nel settore, ma poi a pagare il conto sono i contribuenti che, per lo sfascio provocati da altri, vengono nella sostanza preventivamente avvertiti (o minacciati?) che i costi a loro carico aumenteranno. Non è questo, di sicuro, il modo migliore per sollecitare la collaborazione, la condivisione da parte dei cittadini che, mai come in questo caso, sono davvero cornuti e mazziati.
Spiace dirlo, ma guardando alla nostra realtà -che, ripetiamo, non è affatto la peggiore- sulla gestione dei rifiuti l’Amministrazione Servalli ha sostanzialmente fallito, dopo aver fatto nascere la speranza di un radicale cambiamento all’indomani dell’accorpamento del Consorzio di Bacino alla Metellia. Certo, non sono mancati fattori esterni, ma l’attuale Amministrazione comunale, ad oggi, ha fatto poco e male nel dare un’incisiva sterzata ad una raccolta dei rifiuti più moderna ed efficiente su tutto il territorio comunale, ma soprattutto e in modo decisivo meno costosa. E, quel che è peggio, non è riuscita a mettere in campo una comunicazione istituzionale degna di questo nome, all’altezza dei tempi e delle esigenze, capace cioè di coinvolgere la città -nei suoi vari segmenti sociali, dal condominio alle associazioni di categoria, dal volontariato alle parrocchie e così via- nella realizzazione di un progetto di raccolta partecipato, condiviso. E’ mancata e manca del tutto un’attività di educazione permanente alla corretta differenziazione dei rifiuti, ma anche al loro contenimento, riuso e smaltimento domestico. Al contrario, tutto è stato lasciato alla buona volontà del singolo, all’etica individuale, peggio ancora ad un terrorismo sanzionatorio da barzelletta. Insomma, sulla gestione dei rifiuti si è palesata l’assoluta mancanza di un disegno organico e di una strategia politica, gestionale e comunicativa di ampio respiro. In conclusione, la buona volontà di qualcuno non è riuscita a colmare, e non poteva essere altrimenti, le poche e confuse idee in materia.
E la Metellia? Dovrebbe fare di più, ma fa quel che può nell’ambito della mission affidatagli dal suo proprietario, e cioè il Comune. E’ da Palazzo di Città, inutile girarci intorno, che devono venire gli input, le direttive, le strategie, gli obiettivi da conseguire. E torniamo a ciò che dicevamo prima: è la politica che fa difetto, che è venuta meno, che ha fallito.
E a noi cittadini cosa resta da fare? Differenziare al meglio, pagare bollette comunque troppo care… e farci il sangue amaro. Di più, almeno per ora, è difficile fare.
14.07.18 by Nino Maiorino – Tutto vero, purtroppo è una battaglia persa. Servalli e Metellia abbondano di giustificazioni, ma finora la battaglia l’hanno persa. Riusciranno a raddrizzare la strategia per non perdere la guerra? Una provocazione: ma se la maggioranza di contribuenti decidessero di non pagare gli eventuali (certi) aumenti in programma, ci sarà una Associazione fi consumatori disponibile s sostenerli? Luciano facci un pensierino. NM