L’avvocato Marcello Murolo ha rotto gli indugi e ha ufficializzato, in solitaria, la sua candidatura a sindaco di Cava de’ Tirreni. Era prevedibile, vista la paralisi dei partiti del centrodestra che, è vero, hanno i loro tempi, molto dilatati, ma neanche è giustificabile una manfrina talmente estenuante ed irritante.
Questo da un lato. Dall’altro, però, ci lascia perplessi e rattristati la solitudine politica di un professionista di valore e di una persona squisita come Marcello Murolo. Certo, vero è che Murolo è persona schiva, riservata, sobria, tuttavia l’ufficializzazione di una candidatura richiedeva altro. Non diciamo un cinema, ma almeno un contesto più adeguato, più affollato, insomma, dare già il segno di una prova di forza. Presentare la candidatura a sindaco in una conferenza stampa tra pochi intimi e addetti ai lavori è la cartina di tornasole della debolezza, al momento, non solo del centrodestra ma anche della stessa candidatura di Murolo.
Insomma, Servalli oggi starà brindando…
Questa la forma. Nella sostanza, però, il quadro non cambia.
Murolo con onestà intellettuale nel documento distribuito alla stampa formula un appello a quanti “vogliono contribuire a costruire un progetto credibile e realizzabile…”. Sembra quasi che Murolo ponga la sua candidatura per smuovere le acque impantanate in cui si dimena il centrodestra metelliano. Murolo, in altre parole, appare come una sorta di kamikaze, pronto ad immolarsi pur di mettere insieme una coalizione di centrodestra che, al momento ed almeno all’apparenza, non sembra avere le idee molto chiare. Sì, perché Marcello Murolo per come si è presentato sembra un temerario, uno che non si preoccupa affatto di quello che sarà il suo destino politico, in parole povere, uno che non fa calcoli. Per qualcuno, in questa ottica, Murolo può apparire come un presuntuoso, per altri vestire i panni di un idealista. Noi propendiamo per la seconda ipotesi, ma ciò non ci impedisce di nutrire forti perplessità non tanto sulla scelta di Murolo, ovvero quella di candidarsi a sindaco, quanto sui tempi e sulla strategia politica, capace cioè di aggregare altre forze politiche o civiche o comunque rappresentative della società civile, e più ancora sulla carenza di una adeguata comunicazione a monte, nei mesi precedenti.
Il rischio è che questa candidatura rimarrà lettera morta se non addirittura osteggiata dal centrodestra, oppure sarà un’occasione di rottura tra la Lega e gli altri partiti della coalizione. In breve, un bel casino che complica la situazione e le prospettive politiche del centrodestra metelliano favorendo, qualora non lo si avesse ancora capito, la riconferma facile facile di Servalli per mancanza di avversari sufficientemente forti elettoralmente.
Sarà così? Non lo sappiamo. Per ora è certo che il centrodestra ha un candidato ufficiale, ma è un candidato d’area, un civico, non è espressione né di un partito né di una coalizione.
Ed è altrettanto certo che manca un progetto di città alternativo. Di alternativo per ora c’è solo il desiderio di sedersi nella stanza dei bottoni al posto di chi ora la occupa. Sì, perché l’idea di governo e di città di Servalli è stata ed è poca roba, ma qualcosa per forza di cose ora c’è. Un progetto delle opposizioni, da sinistra a destra passando per i grillini, non c’è, praticamente c’è il nulla, neanche uno straccio di idee.
Certo, poi lo Spirito Santo, per chi ci crede, può scendere ed illuminare i cuori e le menti. Insomma, stiamo a vedere. Sperando, ovviamente, che soprattutto nel centrodestra, dopo questa partenza sotto tono, diciamo pure soft di Murolo, prevalga comunque il buon senso e l’equilibrio… e che non si butti con l’acqua sporca anche il bambino!