La cultura, la politica e i coccodrilli di via Gramsci
«To be, or not to be», «Essere, o non essere». Confesso che un dilemma quasi shakespeariano da un po’ di tempo per me sta diventando un vero e proprio cruccio: questa nostra città, Cava, poverina, si merita o no gli amministratori comunali che si ritrova? Peggio ancora, vuoi vedere che sono i nostri amministratori che, loro malgrado, poverini, sono costretti a dover adeguarsi, a porsi in sintonia con quelle che sono le tendenze, le pulsioni, le smanie, le modeste aspirazioni, diciamo pure il non particolarmente elevato (se non per saccenteria) livello culturale della maggioranza dei cavesi?
Mah, ad oggi una risposta convincente ancora non sono riuscita a darmela. E il dubbio resta e, purtroppo, soprattutto negli ultimi tempi, mi assale con maggiore frequenza e mi turba sempre di più. D’altro canto, sei ti giri un po’ intorno e fai qualche raffronto, beh, allora subentra pure lo sconforto e aumenta il disorientamento.
In questi giorni, tanto per capirci, a Salerno, danno la Turandot di Puccini al Teatro Verdi. Che bello, a due passi da noi. Si dirà, ma Salerno è una città di medie dimensioni, un capoluogo di provincia. E’ così, inutile negare l’evidenza. Il confronto o, per dirla come si usa oggi, questo benchmarking non vale. E, sebbene a malincuore, dobbiamo ammettere che gli odiati cugini sono dei fortunati. E forse per questo motivo, piuttosto che per meriti loro, hanno pure una stagione teatrale di prosa, e non solo al Verdi. Consoliamoci così, anche con un pizzico di invidia, e andiamo oltre.
Non soffermiamoci su Napoli, che resta una capitale nonostante tutto. E non guardiamo Roma, città eterna e capitale di questa repubblica scalcagnata, ma comunque in ogni caso un centro mondiale della cultura nonostante la Raggi e quelli che l’hanno preceduta e sgovernata.
Un mese fa, per una breve ma intensa vacanza, mi è capitato di andare a Todi, in Umbria. Poco più di un paesino, poco oltre i quindicimila abitanti, amministrazione di centrodestra, sindaco di Forza Italia e in maggioranza persino CasaPound. Eppure, non ti ritrovo un teatro e un cartellone con attori di fama nazionale? Mi convinco che sarà di sicuro un’eccezione. Ragguardevole, apprezzabile, piacevolissima, ma pur sempre un’eccezione.
Ci si sposta di qualche chilometro e in Toscana, a Cortona, poco più d ventimila abitanti, resto a bocca aperta nell’ammirare un edificio monumentale come il Teatro Signorelli. Con minore convinzione, penso che anche questa sia una bella, gradita eccezione.
Il giorno dopo è la volta di Gubbio, una cittadina troppo famosa e importante nonostante i suoi appena trentamila abitanti. Anche qui, constato la gradevole circostanza di ritrovare i cartelloni di una stagione teatrale con attori di prosa di notorietà nazionale.
Certo, l’Umbria, la Toscana, sono tutt’altra cosa, si dirà. Ma fino ad un certo punto. Guardiamoci allora ancora intorno per renderci conto che le cose non sono così scontate come sembrano.
Non può balzare ai nostri occhi l’evento che è in corso, altro che teatro di prosa, nella nostra città a via Gramsci, ovvero la mostra itinerante “Safari Squalo show”, con l’esposizione di pitoni, boa, coccodrilli, ma anche ragni velenosi, iguane, alligatori del Mississippi, scorpioni, cuccioli di squalo pinna bianca, pipistrelli, anaconde ed altre povere bestie. Per dirla tutta, come ha denunciato un’associazione animalista, nella nostra città sta andando in scena «lo “spettacolo” di una natura calpestata, offesa e privata della sua dignità». Insomma, c’è solo da vergognarsi, da qualsiasi parte la si giri. Il Comune c’entra poco o niente, anche se avrebbe fatto bene a non autorizzare una simile manifestazione. A meno che, qualcuno dei nostri amministratori comunali non l’annoveri tra i grandi eventi…
E forse ai più è sfuggito che, intanto, l’Amministrazione comunale ha comunicato venerdì scorso di aver destinato altri 400 mila euro per lavori di adeguamento allo stadio comunale. Accipicchia, ma quanto costa ai contribuenti cavesi e quante risorse sottrae ad altre esigenze questa benedetta struttura? Per carità, nessuno contesta la necessità di spendere ancora altri quattrini per la realizzazioni di opere indiscutibilmente necessarie allo stadio comunale, ma i nostri amministratori comunali sono propri convinti sulla bontà della loro scala delle priorità? Sono propri certi che questa priorità sia nell’interesse della stragrande maggioranza dei cavesi e non di una esigua per quanto rumorosa e a quanto pare influente minoranza? E ancora, i nostri amministratori comunali si sono mai fatto fare un conto su quale sia l’impatto (diretto, indiretto e indotto) sul sistema economico cittadino per ogni euro investito in questa struttura? Ad ogni modo, è triste constatare come per tante altre necessità o, in particolare, rispetto alla richiesta di investire qualche soldino per dare alla nostra città una politica culturale, la risposta dei nostri amministratori sia sempre la stessa: non ci sono soldi… D’altronde, con il conforto del Sommo Poeta, ci sforziamo di farcene una ragione: «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandar».
Oddio, meno male che almeno domani nel ritrovato complesso di San Giovanni l’istrionico, travolgente e colto Vittorio Sgarbi apre una esposizione d’arte contemporanea. Niente di eccezionale, sia chiaro. E forse c’è il rischio che l’aspetto mercantile superi quello artistico, ma le due cose si sono quasi sempre sposate bene e comunque, in ogni caso, meglio ammirare un‘opera pittorica piuttosto che un povero animale costretto a vivere prigioniero in una teca. Insomma, l’auspicio è che questa mostra con Sgarbi a San Giovanni sia di buon auspicio per il futuro della cultura in città. In altre parole, l’augurio è che il sindaco Servalli si faccia coraggio e si decida a mettere un po’ di quattrini nella politica culturale.
Nell’attesa che il primo cittadino ci dia questa lieta novella, continua a rimanere senza una risposta il nostro dilemma simil shakespeariano con cui abbiamo aperto questa nostra riflessione: «To be, or not to be».