Ora si è raschiato davvero il fondo del barile. L’ultima notizia sulla festa di Montecastello concerne un’altra contesa nata sulla partecipazione o meno di un gruppo di nuova costituzione alla benedizione dei trombonieri. C’è da restare basiti da un contrasto così acceso e spropositato, che quasi ha impedito che un evento così caro ai cavesi venisse celebrato. Pericolo per sfortuna scongiurato, ma ciò non toglie la gravità dell’episodio anche in prospettiva futura.
Più di una domanda sembra essere scontata: ma di questo passo la festa di Montecastello per quanto tempo ancora continuerà ad esserci? E ancora: ma il folclore metelliano potrà in queste condizioni avere ancora un futuro?
La verità è che bisognerà resettare un po’ tutto.
In primo luogo, chi davvero ha a cuore le sorti della città, deve darsi una calmata, non guardare al proprio orticello ma porsi in sinergia e collaborare con lealtà con gli altri soggetti, pubblici e privati. Le critiche e le diversità di opinioni sono il sale della crescita di una comunità, ma le beghe da cortile e i litigi su tutto, così come la faziosità e la prevaricazione solipsista, le polemiche sterili e strumentali e la cura sfrenata quantunque mistificata dell’interesse particolare,rappresentano al contrario gli elementi determinanti delle cadute più rovinose.
In questa deriva di autodistruzione, la nostra città sta arrivando al punto di non ritorno. E ciò riguarda tanto la politica quanto l’associazionismo, ma anche ogni singolo cavese.
In un simile scenario, appare estremante urgente e necessario che la classe politica in generale, maggioranza e opposizione, e il Comune in particolare, si facciano promotori di uno sforzo normativo e di riorganizzazione delle manifestazioni folcloristiche cittadine, di un nuovo assetto dell’Ente Montecastello, di un equilibrato e regolamentato rapporto di collaborazione fra i vari soggetti interessati, garantendo la natura, l’assetto, il ruolo, i compiti e l’autonomia di ciascuno, a cominciare dell’associazione trombonieri e sbandieratori.
E’ evidente anche la necessità che il Comune sia garante dell’istituzione di un comitato storico-scientifico e di una cabina di regia, nonché di avere l’autorevolezza e la forza di escludere da ogni progettualità condivisa quanti mostrano soltanto di badare ai propri interessi di bottega.
E’ un impegno di cui devono farsi carico innanzi tutto il sindaco Servalli e l’assessore alla cultura Lamberti. Il momento è mai come adesso propizio per un intervento incisivo e chiarificatore dell’Ente comunale.
In ultimo, è auspicabile un po’ di silenzio, anche sui social, da parte di chi in un modo o nell’altro è parte in causa. Si eviteranno quantomeno di dire corbellerie e/o di alimentare polemiche che non aiutano nessuno tanto meno la città nella sua interezza.
Il silenzio ha l’oro in bocca, soprattutto quando la rissosità ha raggiunto livelli così elevati e indecorosi. Meglio operare concretamente, in positivo. E questo vale per tutti. Per i partiti e la politica, innanzi tutto, e per lo stesso sindaco Servalli e soprattutto il presidente Sparano.
E ora godiamoci in santa pace i fuochi dal castello, con il rito delle tavolate tra amici e parenti, gustando la pastiera, la milza all’aceto e menta, e le altre pietanze tramandate da una secolare tradizione gastronomica legata alla Festa di Montecastello.
Buon divertimento e buon appetito!