scritto da Pasquale Petrillo - 27 Novembre 2017 13:54

Cava, la cultura che non c’è… Servalli pensaci tu!

foto Gabriele Durante

Qualche giorno fa mi è capitato di imbattermi in un’interessante intervista all’editore Giuseppe Laterza pubblicata dal giornale “Trentino”. Agli appassionati di lettura e di cultura in genere, consiglio di leggerla. E’ stuzzicante, ma anche illuminante e, per certi versi, persino gratificante.

Sarebbe il massimo se la leggessero anche i politici, più ancora quelli locali, i nostri amministratori comunali, tanto per essere chiari. Non pretendo che come San Paolo restino folgorati sulla via di Damasco, ma sarebbe bello se almeno qualche dubbio a qualcuno di loro venisse e per altri, temo un’esigua minoranza, si rivelasse una decisiva spinta per sostenere una battaglia per la cultura che finora non hanno avuto il coraggio di combattere.

Sì perché la cultura, come sostiene Laterza, “è la capacità di orientarsi nei mondo, di percepire un problema, di avere dei dubbi. Questo è invece un Paese in cui sono sempre meno coloro che hanno dubbi: la gente urla ed è sicura delle cose che dice, senza mai porsi il problema di ascoltare”. E i libri, l’arte, il teatro, aiutano ad avere dei dubbi, a percepire i problemi e a meglio orientarsi.

Dico questo perché nella nostra città, che si vanta di avere un’antica e precipua diversità rispetto al circondario, manca del tutto di una politica culturale, anzi, tanto per evitare fraintendimenti e strumentalizzazioni, forse non l’ha mai avuta. E sono tanti gl indicatori che confermano ciò. A cominciare, da qualche anno a questa parte in particolare, dall’assenza di un assessorato alla cultura. Nell’attuale Giunta municipale hanno dignità politiche giovanili e verde pubblico, manutenzione e centro storico, sport e imprese, ma la cultura non ha alcun diritto di cittadinanza.

E non parliamo della mancanza di un teatro che, per una città dalla tradizione civile e culturale come la nostra, è davvero qualcosa di disdicevole se non proprio vergognoso.

Eppure mai come in questo frangente i nostri amministratori comunali hanno la possibilità di cambiare registro, se si preferisce di dare la svolta buona alla cultura in città. Il destro lo dà il recuperato complesso di S. Giovanni nel cuore del borgo storico. Si tratta di un’occasione da non perdere, perché questa struttura potrebbe e dovrebbe essere il volano dell’impresa culturale cittadina e di una nuova stagione di opportunità e di sviluppo per la valle metelliana. D’altro canto, dopo aver speso tante pubbliche risorse per il suo recupero, sarebbe davvero una sciagura un ennesimo fallimento.

E noi cavesi, in quanto a rovinosi disastri e opere incompiute o fatte male ne sappiamo qualcosa. Si è rivelato un fiasco, rispetto alle aspettative, la Mediateca, il cui contributo all’offerta culturale cittadina, a dispetto del danaro pubblico speso e di quello tuttora investito dai privati che la gestiscono,  è sempre più irrilevante e impalpabile, anche grazie all’incapacità manageriale di quelli che proprio i privati hanno chiamato a dirigerla, soprattutto in questi ultimi anni.

E vogliamo parlare del palazzetto dello sport? o della piscina coperta, ma anche tutto sommato di S. Maria del Rifugio, nella speranza, ma il timore è forte, che non sia un altro costoso flop il recuperato Mercato coperto di viale Crispi.

L’occasione di impostare adesso una vera politica culturale è ghiottissima. Certo, tornerà molto utile la scelta di un direttore per le attività culturali di S. Giovanni, così come è nelle intenzioni del sindaco Servalli. Sperando, ovviamente, che la scelta sia operata con criteri che, pur nella ristrettezza delle finanze, privilegino comunque la managerialità culturale, la competenza, un’equilibrata e ragionata apertura al territorio e alle sue realtà.

Questo, però, è necessario ma non sufficiente. Occorrerà, comunque, una visione strategica complessiva che solo la politica può dare, inserendo le politiche culturali in un progetto di città. Per farla breve, serve una direzione politica e una cura quotidiana del settore culturale che sia di spessore e qualità. C’è qualcuno degli attuali assessori che potrebbe ricoprire un ruolo così delicato? Sembra proprio di no. Bisognerebbe così rivolgersi all’esterno, nella città e forse anche fuori dalle mura cittadine.

Insomma, l’ipotesi di avere un assessore alla cultura all’altezza della situazione sembra, almeno per ora, del tutto impraticabile, viste anche le logiche che hanno guidato il Sindaco nella recente nomina del suo vice.

Non ci resta che confidare, allora, nello stesso primo cittadino metelliano, il quale, di fatto, non avendo assegnato ad alcuno la delega alla cultura, ha tra le sue competenze anche quella di impostare le politiche culturali.

Siamo tra quelli che non hanno dubbi sulla sensibilità e sulle capacità del sindaco Servalli, piuttosto le perplessità riguardano la disponibilità del tempo da dedicare, visto che è assorbito da altre incombenze, alcune delle quali non meno delicate e pressanti.

E allora? Il timore che le politiche culturali rimarranno ancora una volta al palo resta indiscutibilmente forte. In altri termini, c’è la fondata preoccupazione che continueremo ad avere iniziative improvvisate, raffazzonate e scollegate tra loro, alcune anche valide, ma comunque costrette a galleggiare stentatamente in una palude affollata dalla mediocrità. E non cesserà il pericolo di ritrovarci altre iniziative inutili e autoreferenziali, finanche la duplicazione di enti per soddisfare l’ego di qualcuno e dare risposte a quelle specie di guerre tra bande che impreziosiscono la vita pseudo-culturale cittadina.

Peccato, se così continuerà ad essere, non entrare a far parte del sistema produttivo culturale e creativo italiano, che nel 2016 ha prodotto 89,9 miliardi di valore aggiunto e mosso in totale 250 miliardi di euro, dando lavoro a 1,5 milioni di persone, ovvero il 6% del totale degli occupati in Italia (Rapporto 2017 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere).

Sì, perché la cultura, come afferma qualcuno che nel settore opera, “non è un costo né un lusso, è una risorsa. Lo è in generale, ma ancor più in tempi di crisi. E’ uno dei pochi settori che possono produrre risultati rilevanti… parliamo di una risorsa nostra, che nessuna ci può togliere, perché l’arte, il patrimonio architettonico, l’ambiente sono l’essenza dell’Italia”.

Concludiamo, allora, con una speranzosa, fiduciosa esortazione al nostro primo cittadino: Servalli, pensaci tu!

 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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