Cava de’ Tirreni, siamo alle torte in faccia in quella che fu la maggioranza del sindaco Servalli
Saremo sempre più all'empasse, nell'immobilismo più totale, nella paralisi amministrativa peggiore mai vissuta dal nostro Comune
Siamo ormai alle torte in faccia in quella che fu la maggioranza di Servalli. Tutti contro tutti. E le torte in faccia ci sono anche tra questa ex maggioranza e le opposizioni. Appunto, tutti contro tutti.
Certo, le continue prese di posizioni polemiche cosi come le distanze politiche assunte dal presidente del Consiglio Adolfo Salsano nei riguardi dell’attuale Amministrazione Servalli, fino all’altro giorno sostenuta con vigore a spada tratta, sono state la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso
Inutile, a questo punto, fare le analisi del sangue a Salsano. In altri termini, lascia il tempo che trova discettare sul perché, quando e come l’attuale presidente del Consiglio abbia per così dire persa la cabeza. Sta di fatto che, al momento, è nei fatti all’opposizione.
Non sorprende affatto che adesso il sindaco Servalli chieda a Salsano di dimettersi da presidente del Consiglio comunale. Quello di Servalli ai più sembra quasi un gesto dettato da nobiltà d’animo e cortesia. In altri termini, invece di sostenere una mozione di sfiducia nei riguardi di Salsano, il nostro Sindaco ne chiede le dimissioni in modo ragionato e pacato. La verità è un’altra. Con una simile richiesta Servalli tenta di nascondere la realtà dei fatti, ovvero che la maggioranza non ha i numeri sufficienti per revocare il mandato a Salsano. Insomma, è la prova provata di quanto sia politicamente debole Servalli e che non esiste più una maggioranza. Questo è.
L’impressione, ad ogni modo, è che rischiamo anche di vedere di peggio. A questo punto, bisognerebbe avere il coraggio di tirare una linea, di trarre le conclusioni, ovvero porre termine a questo stillicidio e ridare la parola ai cittadini, interrompendo anticipatamente questa consiliatura.
E’ una presa di coscienza più che auspicabile, che deve avvenire però alla luce del sole.
Il primo a doverlo fare è il sindaco Servalli, il quale, però, com’è suo costume, pensa a se stesso e non certo agli interessi della città e al decoro della politica. E’ abbarbicato sulla sua poltrona ed è lanciato a risalire la china nei consensi. In altre parole, è già in campagna elettorale nel tentativo di guadagnarsi uno scranno e un futuro politico agiato in Consiglio regionale. Va compreso, in fondo. Non vuole tornare nell’anonimato di assicuratore di provincia dopo essere stato primo cittadino del secondo comune del Salernitano. Un pessimo sindaco, è vero, ma comunque al vertice di un’importante comunità, come quella cavese, per dieci lunghi anni.
Ne dovrebbero prendere coscienza i consiglieri comunali di quella che fu la maggioranza, soprattutto quelli del PD. Continuare questa consiliatura significherà votarsi definitivamente alla morte politica, immolarsi inutilmente per una causa ormai perduta e senza senso.
E dovrebbe essere facile per quei consiglieri comunali che da un po’ sono usciti dalla maggioranza, ma che stanno nel limbo tra assenze o astensioni in Consiglio.
Per questo il centrodestra cavese ha fatto bene a confermare la sua disponibilità a sfiduciare il Sindaco, invitando i consiglieri comunali, che non fanno più parte della maggioranza in modo organico, a fare altrettanto.
In tutta onestà, e penso che questo lo pensi anche il centrodestra, riteniamo che non ci siano i numeri per sfiduciare Servalli. Nel senso che in molti preferiscono restare ancora seduti nei banchi consiliari piuttosto che rimettersi in gioco elettoralmente. In questo modo, non ci sono i numeri per assicurare una maggioranza a Servalli, ma neanche quelli suffciiente a sfiduciarlo. Siamo allo stallo, che fa male alla città più di quanto non hanno già fatto in questi ultimi anni Servalli e i suoi.
In conclusione, rassegniamoci. Saremo sempre più all’empasse, nell’immobilismo più totale, nella paralisi amministrativa peggiore mai vissuta dal nostro Comune. Ci piacerebbe essere smentiti, ma non crediamo che al momento ci sarà questa auspicata presa di coscienza da parte dell’attuale Consiglio comunale
Che tristezza, insomma. Il quadretto che ne viene fuori non fa per nulla bene alla città. Si andrà mestamente avanti, come un candela che si consuma lentamente fino a spegnersi per consunzione.
Nella speranza che la nostra città non si spenga pure lei.
Ma la tua città, caro Pasquale, è già spenta e non da ora. Mi chiedo cosa abbia visto di buono l’elettorato cavese nella precedente tornata amministrativa che l’abbia convinto a confermarla e, per di piu in una unica tornata. E non è solo l’elettorato cavese che mi fa pena!!! La donna di Berlusconi eletta in Sicilia, ne vogliamo parlare? Rinascesse, Leonardo Sciascia, non gli starebbe bene nemmeno il suo ” quaquaraquà” per definire gli elettori di cotante imbecillità. Ma….. siamo in Democrazia ove il ” popolo ” è sovrano ed allora…….. W questa democrazia!