Cava de’ Tirreni, perché abusare della pazienza dei cittadini cavesi?
Cava de' Tirreni, perché abusare della pazienza dei cittadini cavesi?
Forse violerò la mia privacy, ma devo fare una confessione. Prima di scrivere un articolo, mi capita a volte di sottopormi ad una sorta di seduta di training autogeno. Utilizzo questo metodo per auto-distendermi ed evitare cosi di scrivere di getto. Lo scopo è quello di schivare espressioni, aggettivazioni e concetti di cui poi dovrei pentirmi, se non vergognarmi, a mente serena. Per farla breve, cercare sempre, quando scrivo, di far prevalere il ragionamento e non omologarmi al linguaggio il più delle volte offensivo, sgangherato e volgare dei social.
Mi scuso per questa premessa personale, tuttavia, era giusto farla per meglio capire le negative sensazioni che mi ha suscitato l’ultimo comunicato stampa del sindaco Servalli. L’argomento trattato è quello del giorno, ovvero l’approvazione del piano di riequilibrio. Dopo averlo letto, mi son dovuto sottoporre ad una robusta seduta di training autogeno prima di decidermi a scrivere queste righe. Aggiungendovi le conferme della rilettura di qualche passo di un manualetto postumo di Arthur Schopenhauer, L’arte di ottenere ragione: «…se nel nostro fondo fossimo leali, in ogni discussione cercheremmo solo di portare alla luce la verità…».
La narrazione che viene proposta nel comunicato è a dir poco stupefacente. L’impressione è che Servalli e i suoi vivano in una città diversa da quella che governano. Nel comunicato si legge, tra l’altro, «nessun dramma, nessuna mano in tasca ai cittadini ma solo una ristrutturazione complessiva che ha un tempo che va dai quattro ad un massimo di 20 anni».
Ma scherziamo? Scusate, ma gli aumenti che ci sono stati nell’ultimo anno delle tariffe per l’asilo, degli impianti sportivi, della sosta delle auto e così via, li abbiamo solo sognati? Per accertarmi che vivo a Cava e non nella città immaginaria di Servalli, ho controllato quanto ho pagato quest’anno per il parcheggio quale residente. 150 euro, mentre negli anni precedenti pagavo 50 euro. Anzi, l’anno prossimo, a conti fatti, per ragioni di reddito, mi toccherà pagare 200 euro.
Tutto ciò, non vuol dire mettere le mani nel portafoglio dei cittadini?
E ora non ci toccherà fare altri sacrifici? Gli anziani dei centri di aggregazione dovranno pagare loro le utenze. Saranno ridotti o eliminati gli interventi sociali non obbligatori e quindi ad esclusivo carico del Comune. Addirittura si ridurrà del 30% il trasporto pubblico urbano. Nel frattempo, continua senza sosta la vendita dei beni comunali: un modo indiretto per mettere comunque le mani nelle tasche dei cavesi.
Il sindaco Servalli, bontà sua, fa poi sapere ai cavesi: «Avremmo potuto farne a meno, lasciare alla prossima amministrazione la patata bollente ma non è il nostro modo di amministrare».
Lo ringraziamo di ciò, tuttavia, la verità va detta per intera.
L’adozione e poi la successiva approvazione entro novanta giorni del Piano di riequilibrio finanziario non è una opzione. E’ un obbligo. In caso contrario, l’inevitabile dichiarazione di dissesto finanziario avrebbe prodotto conseguenze ancor più pesanti. Tra queste, quella della non candidabilità del sindaco per dieci anni qualora fosse stato ritenuto responsabile.
Inoltre, giusto per inciso, in ragione del fatto che il Piano di riequilibrio è spalmato in venti anni, le prossime amministrazioni comunali dovranno farsi carico dei debiti attuali. Altro che storie!
Comprendiamo, tuttavia, il tentativo del sindaco Servalli di addolcire la verità dei fatti. Così come quella di scrollarsi il più possibile le responsabilità. C’è, però, un limite. Non fosse altro per evitare la provocazione, se non proprio l’istigazione.
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, avrebbe esclamato Cicerone.
Riconosciamolo. I cavesi finora sono stati pazienti. Perché andarli a sfruculiare con narrazioni insolenti? Stanno sopportando tutto con un rassegnato silenzio rotto solo dagli sfoghi, a volte anche sopra le righe, sui social.
E vogliamo parlare dell’opposizione consiliare? Dove la trova Servalli un’altra così ben educata, misurata, istituzionale? Tanto contenuta, equilibrata e prudente da essere, soprattutto sui social, ingiustamente associata alle responsabilità della maggioranza ed accusata di essere debole se non addirittura complice.
In conclusione, Servalli ringraziasse il cielo di essere il primo cittadino di una comunità civile e di buoni sentimenti. Una città che merita quantomeno un linguaggio di verità e di onestà intellettuale, visto che ancora non siamo in campagna elettorale per le comunali.
Una cittadinanza che è stata ed è chiamata a fare sacrifici, e a dover collaborare per risalire tutti insieme la china. Anche per questo, non mortificate ulteriormente la città. Al contrario, aiutatala a ritrovare fiducia nell’istituzione comunale.
La cui credibilità, caro sindaco Servalli, non è mai stata a livelli così bassi. E non certo per colpa dei cittadini cavesi.