Cava de’ Tirreni, MAC fest 2023: occorre un’operazione verità e non le favole del sindaco Servalli
L'impressione è che noi cavesi forse ancora non abbiamo piena consapevolezza dello stato di estrema sofferenza economico-finanziaria in cui
Quest’ultima vicenda della manifestazione MAC fest 2023 suggerisce più di qualche riflessione clicca qui per leggere.
Le critiche all’Amministrazione comunale sono ormai scontate circa la mancanza di una programmazione degli eventi culturali o di intrattenimento. La città è un deserto. E’ questo un dato di fatto incontrovertibile.
Quel che sorprende, però, è che in queste critiche, giuste e condivisibili, ci si ferma in superficie. L’impressione è che noi cavesi forse ancora non abbiamo piena consapevolezza dello stato di estrema sofferenza economico-finanziaria in cui versa il nostro Comune.
Chiarita, infatti, da parte del Comune, la posizione sulla mancata autorizzazione alla somministrazione di bevande alcoliche nel corso della manifestazione clicca qui per leggere, resta sul tappeto la questione dell’utilizzo a pagamento dei beni comunali.
Un ente comunale in buona salute, per qualsiasi manifestazione di una certa importanza -sia essa culturale, sociale, folcloristica, religiosa o anche solo di spettacolo e/o intrattenimento- metterebbe a disposizione più o meno gratuitamente locali oltre a concedere eventuali contributi economici più o meno sostanziosi.
E’ quello che è avvenuto fino a qualche anno fa. Ora, mettiamoci l’anima in pace, questo non è più possibile.
Il nostro Comune è in riequilibrio finanziario pluriennale. Tradotto, in ragione dei forti debiti accumulati, deve risparmiare per ripianare in venti anni il disavanzo.
Questo è.
Per tale ragione, noi cittadini cavesi siamo sottoposti da due anni a queste parte ad un vero e proprio salasso economico. E’ aumentata l’addizionale comunale al massimo consentito. Sono aumentate tutte le tariffe comunali e in qualche caso peggiorati o ridotti i servizi. La Metellia con i parcheggi è stata trasformata in un’odiosa sanguisuga. Ciò per consentirle di essere il bancomat del Comune.
Non solo. Si sta vendendo a spron battuto il patrimonio immobiliare comunale. E’ in vendita e in parte già venduto finanche il vecchio municipio. Si è tentato di vendere, per poi fare marcia indietro, persino l’edificio della Biblioteca comunale e Casa Serena.
Questa, in poche battute e per sommi capi, è la disastrosa situazione in cui versa il nostro Comune, che non può spendere nulla oltre lo stretto necessario.
“Il nostro Comune non può e non deve spendere un euro neanche per comprare una medaglia per una gara sportiva”
Non è tutto. Deve monetizzare al massimo e laddove possibile i servizi che eroga o il patrimonio di cui dispone. Per farla breve, il nostro Comune non può e non deve spendere un euro neanche per comprare una medaglia per una gara sportiva.
Tanto per capirci, è di qualche giorno fa l’appello dell’Amministrazione comunale per la festa patronale della Madonna dell’Olmo. “Cittadini, fondazioni, associazioni, comitati, professionisti, operatori commerciali e imprenditoriali, Istituti di Credito” sono stati chiamati a collaborare. In cosa? Sponsorizzare l’illuminazione del Sagrato e dell’ingresso della Basilica Pontificia, manifestazioni artistiche e così via.
E’ triste, ma è così. Questa è la realtà dei fatti. Con l’attuale consigliere comunale delegato alla Cultura, Armando Lamberti, un accademico, costretto ad indossare, con cristiana umiltà, i panni del questuante.
Non dimentichiamo poi che persino l’albero e le luminarie natalizie sono pagate da Metellia. Ed è sempre la stessa Metellia a farsi carico di provvedere alla rassegna stampa distribuita dal Comune metelliano…
In ultimo, non è un caso che ad oggi non si riesce a far quadrare il bilancio comunale preventivo per l’anno in corso. Nel frattempo, si sono dimessi il presidente del Collegio dei revisori dei Conti e un alto funzionario dell’ufficio contabile comunale. In sintesi, una situazione assai critica e per certi versi esplosiva.
Vero è che molti amministratori comunali non sono neanche loro del tutto consapevoli dello stato in cui versa l’ente che amministrano. O fanno forse solo finta di non esserlo. Tant’è che la Corte dei Conti glielo ha ricordato recentemente. E i Revisori dei Conti del Comune in più di un’occasione hanno a muso duro rimproverato gli attuali amministratori comunali sulla tenuta dei conti.
“E non è finita. Purtroppo. Per venti anni dovremo stringere la cinghia”
E non è finita. Purtroppo. Per venti anni dovremo stringere la cinghia. Il piano di equilibrio economico-finanziario è pluriennale. E’ distribuito, cioè, in venti anni.
Questo vuol dire che quando ci saranno i prossimi amministratori comunali, quali che essi siano, non cambierà sostanzialmente nulla. La situazione economico-finanziaria del Comune resterà lo stessa. E’ bene che di questo ne siano consapevoli innanzi tutto i futuri amministratori.
E lo stesso vale per noi elettori-cittadini. Dovremo chiedere un’amministrazione oculata e intelligente. Scegliere persone capaci e competenti. In breve, non dovremo soprattutto lasciarci incantare da promesse che non potranno essere mantenute.
Insomma, rassegniamoci. Il tempo delle vacche grasse è finito. E così sarà ancora per un bel po’. Purtroppo.
Detto questo, a noi cavesi va chiesto di non avere la memoria corta.
All’attuale sindaco Servalli, invece, va chiesto un’operazione verità. E’ da anni che questo giornale glielo chiede. Lasciamo stare di chi è la responsabilità dei debiti. Decideranno gli elettori cavesi a tempo debito. E se sbaglieranno nelle loro valutazioni, pazienza, peggio per tutti noi.
“Altro che città europea. Siamo una città che perde colpi ogni giorno. Una città che arretra e si impoverisce”
Quello che chiediamo a Servalli è di non raccontare più le favole. Altro che città europea. Siamo una città che perde colpi ogni giorno. Una città che arretra e si impoverisce.
Gli chiediamo di dire la verità sulla realtà dei conti comunali in rosso e delle conseguenze sull’attività amministrativa. Di dire la verità sui sacrifici cui siamo chiamati a fare. E su ciò che il Comune non può più dare. Dalla festa di Montecastello alla Disfida dei trombonieri. Dalla festa parrocchiale all’evento teatrale.
Dica la verità. Per rendere tutti pienamente coscienti sullo stato delle cose. Per evitare di creare false aspettative. Seguite da cocenti delusioni.
Anche e soprattutto quando ci si relaziona con i giovani. Com’è il caso della MAC fest.
Si dica la verità. Non c’è un becco di un quattrino. Si deve pagare anche l’aria che respiriamo, perché ce lo impone la legge sulla contabilità pubblica.
Così, forse, se trionferà la verità, sarà più facile trovare collaborazione da parte dei cittadini. Sì perché è vero che quando la nave sta affondando i topi scappano, ma le persone perbene restano per salvare il salvabile.
In fondo, sulle menzogne non si è mai costruito nulla di buono e duraturo. Sulla chiarezza e sulla trasparenza, al contrario, potremo e dovremo costruire il futuro di questa nostra città, attualmente assai male in arnese.
Questo vale per tutti, ovviamente.
Per l’attuale maggioranza, per le opposizioni, per tutte le diverse declinazioni della classe dirigente cittadina.
un buon padre di famiglia sa amministrare le proprie entrate ,è chiaro che se si spende più di quanto entra nelle proprie casse si va in deficit, è proprio quello che è successo all’attuale amminsitrazione comunale, una gestione direi molto allegra delle entrate ed ecco che adesso non dovremmo dire di chi è la responsabilità? certo non dei cittadini che vengono salassati da decenni, ma l’Italia è bella perché le responabilità non cadono mai sui veri responsabili.
La frana di Rotolo, dopo OTTO mesi nulla è stato fatto.
La strada alternativa per la Maddalena pericolosissima perché col fondo stradale sconnesso ed erba e alberelli che arrivano in mezzo alla strada, e non illuminata!