Cava de’ Tirreni, lo squadrismo di Cirielli jr. e Napoli e i venditori di fumo
Squadrismo. Che parola grossa. Una vera tempesta d'acqua, però in mezzo bicchiere d'acqua. In altri termini, gli esponenti di Fratelli
“Nessuno, come gli italiani, sa organizzare così bene le tempeste dentro ai bicchieri d’acqua”. A dirlo, qualche tempo fa, è stato il regista Paolo Sorrentino. E’ quello che abbiamo pensato nel leggere il comunicato stampa della maggioranza, che taccia di squadrismo Fratelli d’Italia.
Squadrismo. Che parola grossa. Una vera tempesta d’acqua, però in mezzo bicchiere d’acqua. In altri termini, gli esponenti di Fratelli d’Italia vengono accusati di aver posto in essere azioni di intimidazione e di violenza, fisica e non solo verbale, provocando anche spargimento di sangue, contro le organizzazioni politiche democratiche.
Sì, perché questo vuol dire squadrismo.
Caspita, non ce ne eravamo accorti. Siamo così andati a rileggere il comunicato stampa dei Fratelli d’Italia. Magari ci era sfuggito qualcosa. Macché! Denunciano semplicemente l’assenza dei due consiglieri comunali, ovvero Filomena Avagliano e Danilo Leo, dall’ultima seduta consiliare in cui si è approvato a mala pena il rendiconto di gestione 2022. Un fatto scontato. Un dato di fatto. Politicamente censurabile. Opinabile quanto si vuole, ma comunque censurabile.
Questo è squadrismo? Se è così, allora possiamo dormire sonni tranquilli. L’impressione, però, è che in maggioranza sono a corto di idee, di giustificazioni e finanche dei vocaboli giusti.
D’altra parte, che parli di squadrismo il presidente del Consiglio comunale Adolfo Salsano, un fiero post comunista che resta un vetero comunista, ci sta. Lo capiamo, fa parte dell’armamentario linguistico-culturale di cui si è cibato fin da ragazzino. Lo rispettiamo per questo. Almeno non tradisce la sua identità.
Che parlino di squadrismo Barbuti, Mandara o peggio il nostro caro amico Pasquale Santoriello, uomo mite e dal passato limpidamente missino, lo capiamo assai meno. Anzi, non lo capiamo affatto.
E chi sarebbero gli squadristi? Il giovane consigliere comunale Italo Cirielli e il coordinatore cittadino Luigi Napoli. A noi, sinceramente, viene da sorridere. Con tutto il rispetto, ovviamente. Non li vediamo affatto nei panni di squadristi in camicia nera e fez. Se proprio c’è da contestare loro qualcosa, è la scarsa consistenza e chiarezza della linea politica di Fratelli d’Italia nella nostra città. In vista soprattutto delle prossime comunali che, fra due o tre anni, comunque ci saranno.
Tant’è che ribadiamo quando ci siamo permessi di notare in passato. La dirigenza cittadina di Fratelli d’Italia in quanto a strategia politica sembra imitare Totò e Peppino a Milano, quando, in piazza Duomo, del tutto imbambolati chiedevano al ghisa “per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare?”.
Forse sarà questa la volta buona che chiariscano alla città e alle altre forze politiche, partiti e civici, quali siano gli obiettivi e la strategia politica che Fratelli d’Italia intende porre in essere. Come dire, non è mai troppo tardi. Per ora.
Squadrismo a parte, la vicenda delle due assenze in Consiglio comunale si arricchisce della dichiarazione di uno degli assenti, Filomena Avagliano, al quotidiano La Città. La nostra afferma che avrebbe votato contro qualora fosse stata presente. In altri termini, il rendiconto non sarebbe passato.
Quel che dice la consigliera Avagliano non è di poco conto. In primo luogo, parla di impedimenti personali. Tant’è che al nostro giornale ha fatto pervenire un’attestazione di ricovero ospedaliero di un proprio figlio. Resta qualche sospetto. La data è corretta a penna, la qualcosa lascia qualche dubbio.
Ad ogni modo, c’è da evidenziare un altro elemento. Nel comunicato di Fratelli d’Italia, quello per cui c’è stata l’accusa di squadrismo, emerge un fatto singolare. Ovvero, scrivono i Fratelli d’Italia, l’Avagliano «prima ha votato favorevolmente il provvedimento in Commissione Bilancio, poi ha deciso, dopo varie dichiarazioni sia pubbliche che private preannuncianti il proprio voto contrario in Consiglio comunale».
Se è così, la consigliera Avagliano ha poche idee ma ben confuse. Non solo, ma non c’è stata alcuna intimidazione fascista, tant’è che ha deciso autonomamente che avrebbe votato contro, se non fosse poi risultata assente. D’altra parte, tutto si può dire, ma che l’Avagliano si sarebbe fatta intimidire da squadristi non ci crede nessuno. Anzi, almeno sui social, i fascisti o presunti tali se li divora a colazione, pranzo e cena. Figuriamoci se poi questi squadristi rispondono all’identikit di Cirielli junior e Napoli.
Tirando le somme, confermiamo: una tempesta in mezzo bicchiere d’acqua, provocata dalla necessità della maggioranza di dire qualcosa di intelligente… ma senza esserci riuscito affatto.
Certo è che aveva proprio ragione Indro Montanelli quando definiva l’Italia uno strano Paese. Il motivo? “Colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo”.
Nella nostra città è questa una certezza, purtroppo, ormai assodata.