Cava de’ Tirreni, la lezione di politica e buona amministrazione di Marisa Annunziata
Ha sviluppato, con il cuore e la competenza, un ragionamento politico seguendo il filo conduttore delle domande. Tuttavia, i protagonisti della politica cittadina farebbero bene a tenere bene in mente le sue valutazioni. Per una questione di buon senso oltre che di convenienza

Non è facile da commentare l’intervista a Marisa Annunziata pubblicata oggi dal nostro giornale. Non perché sia avara di spunti di riflessione. Tutt’altro. E’ talmente corposa e stimolante che riesce davvero arduo selezionare i troppi passaggi su cui porre l’attenzione.
Cominciamo con evidenziare che Marisa Annunziata è molto accorta e misurata nelle sue valutazioni, ma ciò non le impedisce di esprimere considerazioni molto nette e inequivocabili. Lo fa con garbo, ma con estrema chiarezza e decisione. Alla fine, snocciola una serie di suggerimenti su cui gli attori della politica metelliana, a cominciare dai partiti, farebbero bene a farne tesoro.
E’ un’indicazione puntuale, ad esempio, quella della necessità di “una guida autorevole e capace di affrontare e superare le criticità esistenti”. Insomma, servirà di sicuro una squadra, un team di persone competenti e qualificate al governo della città, così come l’autorevolezza di chi sarà chiamato a dirigere l’intera orchestra.
E’ altrettanto preciso il suggerimento sul fatto che amministrare richiede “grandi capacità, abnegazione, determinazione e rinunce personali perché il successo elettorale non lo si raggiunge con l’elezione, ma solo all’esito del percorso consiliare e della verifica dei risultati raggiunti, se positivi e soddisfacenti”. Questo non solo per sottolineare la fatica e i sacrifici che richiede l’attività politico-amministrativa, ma anche per affermare un concetto che spesso la politica locale volutamente dimentica. Vale a dire che occorre attrezzarsi non tanto o quantomeno non solo per vincere le elezioni, ma soprattutto per ben governare.
E’ un avvertimento assai categorico, poi, quello sulla propria scelta di non “votare sulla base dell’appartenenza politica del candidato”. In altri termini, in una sistema di elezione diretta, come quella del sindaco, conta molto il voto di opinione rispetto a quello di appartenenza.
Non meno significativo il consiglio alla politica di dare “spazio ai giovani motivati e competenti”.
Non è da sottovalutare, infine, una considerazione contenuta in un altro passaggio dell’intervista. E’ quello in cui l’Annunziata afferma di ritenere “che la politica, nel senso partitico del termine, non abbia più da sola la forza di governare i processi che rendono effettiva e concreta la crescita e lo sviluppo delle comunità locali”. Da qui l’invito alla politica e alla società civile a trovare “una sana osmosi possa creare le condizioni per una efficace amministrazione”.
Detto ciò, non possiamo non dare il giusto risalto sull’indicazione delle priorità programmatiche: welfare, sicurezza, cultura, rigenerazione urbana, ridare slancio al commercio e all’artigianato.
In conclusione, Marisa Annunziata ha dato, nelle poche battute dell’intervista, una lezione di strategia politica e di buona amministrazione. Sia chiaro, non era questa la sua intenzione. Ha solo sviluppato, con il cuore e la competenza, un ragionamento politico seguendo il filo conduttore delle domande. Tuttavia, a nostro avviso, i protagonisti della politica cittadina farebbero bene a tenere bene in mente le sue valutazioni. Per una questione di buon senso, oltre che di convenienza.
Con l’auspicio che personalità di spessore e di esperienza come Marisa Annunziata, e di altre come lei, diano nel prossimo futuro una mano concreta alla città. E che la politica cittadina, i partiti, gli schieramenti, si aprano alla società civile e si arricchiscano del suo contributo di idee e professionalità.