Cava de’ Tirreni, Danilo Leo folgorato come San Paolo?
Cava de' Tirreni, Danilo Leo folgorato come San Paolo?
La maggioranza che sostiene il sindaco Servalli dopo un anno e mezzo è in via di progressivo sgretolamento. Con l’ultima uscita dalla maggioranza sono ormai tre i consiglieri comunali che, in un modo o in un altro, non vi fanno più parte in modo organico.
Fatti i conti, l’attuale maggioranza può contare su 13 componenti su un totale di 25. In pratica, a fare la differenza è il voto del Sindaco. Gli altri consiglieri, quelli non organici alla maggioranza, sono 12. Dell’opposizione originaria sono in 9. Poi ci sono, Eugenio Canora, messo praticamente fuori dopo il suo mancato voto favorevole al bilancio, quindi Gaetano Gambardella, da sempre critico e ora indipendente, cui si è aggiunto da oggi Danilo Leo.
Quella di Leo è una presa di distanza a sorpresa. Fino a poco tempo fa, era tra quelli che sui social si stracciava le vesti nel difendere questa Amministrazione comunale. Guai a chi aveva solo dei dubbi sull’operato di Servalli e i suoi. E più ancora sui conti in rosso che continuano a non tornare a discapito delle tasche dei cittadini. Come un novello Torquemada si erigeva a giudice implacabile e impietoso. Quasi che fosse l’incarnazione del verbo servalliano.
Oddio, anche San Paolo, per cose molto più serie, fu folgorato sulla strada per Damasco. E perché non dovrebbe risvegliarsi dal sonno e dal sogno anche Leo? Il quale si è accorto persino dell’esistenza di un cerchio magico che decide per lui e per quelli come lui seduti in Consiglio comunale che poi hanno messo le loro facce sui manifesti elettorali.
Molto probabilmente, come suggerisce qualche maligno, più semplicemente non è stato accontentato in qualche sua aspettativa politica.
Questa è di sicuro una cattiveria. Ad ogni modo, ora Leo si è messo politicamente nel limbo. Interpretando quello che ha scritto, esce dalla maggioranza, ma non va all’opposizione. Resta in attesa. Nel limbo, appunto. Magari nella speranza di avere politicamente soddisfatto qualcuno dei suoi legittimi desiderata.
In conclusione, quella di Leo è una posizione politicamente interlocutoria se non proprio di comodo.
Questo per dire che se è innegabile lo sfilacciamento della maggioranza che sostiene Servalli, non è al momento affatto ipotizzabile il suo imminente tracollo.
Da un lato, infatti, recuperare qualcuno dei tre consiglieri fuoriusciti, Leo prima di tutti, per Servalli non è per nulla una missione impossibile. Anzi.
Dall’altro, inoltre, non è da escludere una possibile campagna acquisti o quantomeno la benevolenza in qualche passaggio delicato di qualcuno dei consiglieri di opposizione. E’ vero, al momento non sembrano esserci segnali in tal senso, ma in politica le vie della perdizione e della transumanza sono sempre all’ordine del giorno.
Certo, il Pd più di chiunque altro potrebbe far saltare il banco. Non il Pd cavese, però, controllato o quantomeno condizionato sempre dal sindaco Servalli, nonostante se ne sia uscito. Un Pd cavese debole, privo di una leadership autorevole ed autonoma rispetto ai disegni perseguiti dal primo cittadino metelliano. E’ il Pd salernitano piuttosto che potrebbe decidere, quando e se lo riterrà opportuno, di mandare a casa anzitempo Servalli.
Nel frattempo, se ne avranno consapevolezza ma più ancora coraggio, le formazioni moderate che sono in maggioranza potrebbero far valere il loro peso e influire in modo rilevante su sindaco Servalli e sul suo modus operandi.
Ma De Filippis e Balestrino di Azione di Carlo Calenda, così come Barbuti e Santoriello di Italia Viva di Matteo Renzi, riusciranno a fare la differenza per un cambio di passo di un’Amministrazione sempre più debole e fallimentare che, per tappare i buchi di bilancio, si sta disfacendo di gran lena del suo patrimonio immobiliare e, potendo, venderebbe pure le mutande degli uscieri?
Personalmente ritengo di no, ma si accettano scommesse.