Cava de’ Tirreni, Bruno D’Elia: un bravo artigiano della politica
Bruno D'Elia ha indubbiamente il merito di aver smosso le acque stagnanti della politica cittadina e soprattutto di aver messo insieme il
Dalle prossime comunali, salvo improbabili sorprese, ci divide ancora un bel po’ di tempo. Tuttavia, è indubbio che in prospettiva già ci siano dei movimenti.
Nel centrosinistra, dove sembra stia lievitando una candidatura di peso a sindaco, ma fuori dal cerchio magico di Servalli e del sistema di potere del Pd. Di questo, però, parleremo più in là.
Nell’opposizione, invece, sono in atto già dei posizionamenti. E’ il caso della fuoriuscita dal movimento La Fratellanza del consigliere comunale Bruno D’Elia, il quale, a quanto si è capito, in netto contrasto con la leadership di Luigi Petrone, ha preferito una diversa collocazione politica.
D’Elia imputa a Petrone personalismo e fuga in avanti. In altri termini, gli contesta il fatto di aver posto la sua candidatura a sindaco come conditio sine qua non. Per dirla con parole semplice, di voler essere candidato sindaco a prescindere, senza preoccuparsi di rompere l’unità delle attuali opposizioni.
Oddio, non è che questa sia una novità. Petrone lanciando il suo movimento e la sua candidatura a sindaco sin dalle ultime elezioni comunali si è mosso rompendo gli schemi. Perché dovrebbe, a questo punto, rinunciare a riproporre la sua candidatura a sindaco alle prossime comunali? Per far contento il centrodestra? Se così fosse verrebbe meno la sua vocazione demagogica e anti-sistema.
Ma è davvero questa la ragione della rottura politica di D’Elia? In parte sì, ma forse, in prospettiva, a D’Elia è venuto il dubbio che il populismo dell’ex frate non sia poi del tutto anti-sistema. Nel senso che certe frequentazioni, come quella con il presidente del Consiglio Adolfo Salsano, possono andare ben oltre i rapporti di un’antica amicizia. Tradotto: costituire l’embrione di un diverso percorso politico.
Al momento, però, queste sono solo congetture. Sarà il tempo a chiarire i contorni di ciò che oggi sembrano rapporti politicamente incestuosi.
Ad ogni modo, Bruno D’Elia ha indubbiamente il merito di aver smosso le acque stagnanti della politica cittadina e soprattutto di aver messo insieme il centrodestra, rappresentato sia dai partiti della coalizione, sia dai civici di Siamo Cavesi.
Questo, almeno all’apparenza, è il dato che emerge dalla conferenza stampa con cui D’Elia ha annunciato di essere approdato in Noi Moderati.
In fondo, quello di D’Elia è un ritorno a casa. Il nostro è un vecchio democristiano della scuderia Abbro e per anni è stato amministratore comunale ed esponente di spicco dell’UDC di Casini, quando questi era uno dei leader del centrodestra. D’Elia nella vita è un imprenditore, che potremmo definire versatile, ma è anche un bravo artigiano della politica. Non ha mai sbagliato una mossa politica. Non è uno statista, ma di sicuro ha fiuto. Vecchia guardia, insomma. Usato sicuro, per dirla alla Bersani.
Dicevamo della ritrovata unità del centrodestra e dintorni. La nostra è un’esagerazione, nel senso che l’unità non si vede partecipando tutti insieme ad una conferenza stampa. Potrebbe essere un inizio, ma il percorso è tutto da costruire. Nel centrodestra e dintorni la leadership politica al momento è di Siamo Cavesi ed in particolare del suo leader Marcello Murolo. Inutile girarci intorno. Può piacere o meno, ma questo è. Certo, elettoralmente ciò è tutto da verificare, ma non è questo il momento per farlo.
Il vero nodo da sciogliere nel centrodestra è che all’appello manca sempre Fratelli d’Italia. E’ il partito più forte sotto tutti i punti di vista e potrebbe fare davvero la differenza. Nella nostra città, però, ad oggi vive della rendita dell’effetto miraggio, quello della Meloni premier e vincente, ma fino a quando durerà? Continua, nel frattempo, a non esprimere nulla politicamente. Non è questione di diffondere dei comunicati stampa o un post sui social su questo o quell’altro argomento. Il problema serio è che non ha una linea politica chiara e percepibile. Il top lo raggiunge con un candidato-non candidato sindaco come Fabio Siani, il quale è nello stesso tempo politicamente ed elettoralmente una risorsa ed una sfinge.
Un’ultima annotazione. L’abbandono di D’Elia per La Fratellanza è di sicuro una brutta botta. Da un punto di vista soprattutto politico. Il movimento ne esce infatti politicamente indebolito, ma non elettoralmente. Certo, sempre che l’addio di D’Elia resti un fatto isolato e non costituisca l’inizio di uno smottamento più vasto.
In ogni caso, è un dato di fatto che oggi La Fratellanza è politicamente isolata rispetto alle altre opposizioni. Questo, però, per l’ex frate potrebbe essere un vantaggio. Ridiventare in tutto e per tutto l’espressione populista dell’anti-sistema. Dovrà stare però attento a qualche abbraccio tanto amicale quanto politicamente letale.
Ad oggi, però, a nostro modesto avviso, il candidato a sindaco elettoralmente più forte resta comunque Luigi Petrone. Si votasse oggi, difficilmente l’ex frate non arriverebbe al ballottaggio. In buona parte delle frazioni metelliane ha un seguito notevole. Al momento, resta l’uomo da battere.
Se ne facessero una ragione il centrosinistra, il centrodestra e qualsiasi altra formazione o raggruppamento elettorale.
Per ora, però, in sella resta Servalli. E scusate se è poco!