Habemus Papam
Habemus Papam. Finalmente, dopo quasi tre mesi, il nostro Paese è riuscito ad avere un nuovo governo. Dopo tante giravolte e tira e molla, colpi di scena e mal di pancia, è nato il governo M5s-Lega. A presiederlo il professore Giuseppe Conte, che nel giro di pochi giorni si è trovato prima costretto a rinunciare all’incarico e poi è ritornato in pista formando il nuovo esecutivo.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. L’Italia ha un governo politico con una discreta maggioranza. Il presidente Mattarella è riuscito ad evitare il peggio, compresa la rovinosa nascita di un governo tecnico che avrebbe ottenuto pochissimi voti di fiducia, riuscendo a dare al Paese una compagine governativa almeno sulla carta adeguata. Il Capo dello Stato si è soprattutto fortunatamente tiranto fuori da una situazione che comprometteva gli interessi nazionali oltre che l’istituzione stessa della presidenza della Repubblica. E, cosa non trascurabile, gli italiani hanno scampato il pericolo di andare a votare sotto gli ombrelloni, tra poche settimane, o comunque agli inizi del prossimo autunno.
Quel che più conta, però, è aver sottratto la nostra economia a quel pericoloso clima di sfiducia da parte degli investitori, pericolosamente diffusosi negli ultimi giorni sui mercati finanziari dove, peraltro, si era esposti a rischiose speculazioni.
Certo, ora bisognerà vedere cosa combinerà questo governo giallo-verde. La sua composizione sembra risultare abbastanza ben assortita tra politici e tecnici di particolare spessore. Tutto ciò lascia bene sperare. Certo, è anche vero che la cifra del nuovo esecutivo sembra essere l’estrema eterogeneità politica e culturale. C’è il pericolo che le diversità di vedute e quindi i contrasti saranno, soprattutto nei primi tempi, all’ordine del giorno. Per farla breve, per fare una vera squadra di governo serve un’amalgama che si crea solo lavorando insieme.
E il presidente Conte, che non ha esperienza politica, ma sembra essere persona seria, riflessiva ed equilibrata, dovrà lavorare non poco per tenere unita una compagine di governo con alcune forti personalità e con due leader di altrettante forze politiche con numerose diversità di vedute, che di sicuro saranno foriere di attriti ed incomprensioni.
Insomma, dubbi e timori sulla tenuta e sull’operato del nuovo governo non mancano affatto. E i problemi sul tappeto sono tanti, e pure assai difficili e complessi. D’altro canto, dopo anni di opposizione, proclami, buoni propositi, promesse e più di un vaffa, passare dalle parole ai fatti non è proprio agevole anche perché le aspettative dei cittadini sono tante, anzi, pure troppe.
Tuttavia, oggi è giusto salutare nel segno di una generosa speranza, ma senza illudersi più del dovuto, questo governo del cambiamento, nell’auspicio che cambiamento davvero ci sia e in meglio ovviamente.
Ad ogni modo, per valutare quello che questo governo sarà capace di fare c’è tempo. Almeno per un po’, stiamo a vedere cosa fa, senza pregiudizi e retropensieri.