Ancora un brutto segnale per la città quello che si è verificato la scorsa notte a Cava de’ Tirreni. L’auto della moglie del sindaco Servalli e quella dell’ex vicesindaco e attuale assessore Nunzio Senatore sono state oggetto di un raid delinquenziale. Il danno morale è di sicuro maggiore e assai più grave di quello materiale delle gomme squarciate alle due auto.
Teppismo, vandalismo? Forse. I motivi? Oscuri e possono essere tanti. Una ritorsione, una rappresaglia? Potrebbe pure essere. Quel che è certo è che si tratta di un gesto vile e ignobile, ma soprattutto siamo al cospetto di un’intimidazione.
E non potrebbe essere altrimenti quando si colpiscono in un unico e contestuale atto criminale il primo cittadino e l’assessore comunale a lui più vicino ed amico.
D’altra parte, episodi del genere puntano a minare il vivere civile, a incrinare la fiducia dei cittadini, a creare un clima di sospetti e preoccupazione. E, purtroppo, dopo le bombe pre-natalizie, quest’altra impresa criminale, che non può essere assolutamente rubricata come una bravata, fa lievitare i timori sulla tenuta della legalità in città. Insomma, non vogliamo esagerare, ma quel che sta accadendo non va preso affatto sotto gamba. E’ legittimo, in questo senso, pensare che qualcuno o più d’uno stia tramando per cambiare i connotati ad una città che i fenomeni delinquenziali li ha sempre vissuti ai minimi termini.
Per questo, non basta, sebbene sia doveroso, esprimere al sindaco Enzo Servalli e alla moglie Maria, così come all’assessore Nunzio Senatore, la più sincera solidarietà, occorre, oltre a ciò, più vigilanza da parte di ciascuno di noi e, soprattutto da quanti bazzicano in politica, toni più moderati e atteggiamenti più contenuti. In pratica, non lasciare il benché minimo margine a qualsiasi tipo di alibi e nessuna porta aperta. E quel che più conta, fare tutto ciò senza ipocrisia come troppo spesso accade, a cominciare dalle dichiarazioni di condanna e/o di solidarietà che in taluni casi puzzano di fariseismo ad un miglio di distanza.
In conclusione, quel che è in gioco è il vivere civile nella nostra comunità. Non lasciamo il campo libero a delinquenti e mestatori. E soprattutto non lasciamoci traviare dalle beghe della cattiva politica.