Cava de’ Tirreni, è scomparso Alfredo Messina
Non era un politico, è vero. Questo era un suo limite, la sua debolezza, ma anche la sua virtù, il suo punto di forza. Fosse stato un politico
Alfredo Messina non è più. Si è spento questa notte quello che è stato in assoluto tra migliori sindaci avuti dalla nostra città nel dopo Abbro.
Non era un politico, è vero. Questo era un suo limite, la sua debolezza, ma anche la sua virtù, il suo punto di forza. Fosse stato un politico sarebbe di sicuro riuscito a restare sindaco per l’intera consiliatura ed anche a farsi rieleggere. Non andò così. Prendeva le cose di petto. Non era il tipo cui piaceva galleggiare. Amava tirare diritto. Quando si convinceva di qualcosa non tergiversava. Intollerante? No, tutt’altro, semplicemente deciso, determinato.
Alfredo Messina fu sindaco di Cava de’ Tirreni dal 2001 al 2005. Quella di Messina, come questo giornale ha già avuto modo di evidenziare, fu un’esperienza sindacale molto intensa, ma assai convulsa e travagliata politicamente, che si concluse in malo modo nel luglio del 2005, quando in uno studio notarile la maggioranza dei consiglieri comunali gli revocò la fiducia. Fu il momento più buio della vita politica cittadina, un’onta per la vita democratica, ma anche un marchio per nulla invidiabile per i protagonisti di quella che alla fine fu una vera e propria congiura.
Ma chi era e come era Messina sindaco? Lo descrive lui stesso in una delle sue ultime interviste al nostro giornale nel settembre del 2019 clicca qui per leggere. Alla domanda su quali fossero i requisiti ideali per essere candidato a sindaco, Messina traccia quello che è stato il suo ritratto di primo cittadino.
“Bisogna saper individuare una persona -spiegava Messina- che abbia già dimostrato nella vita civile le proprie capacità organizzative e decisionali, che sia almeno in potenza competente in materia di amministrazione della cosa pubblica, che sappia operare scelte giuste e lungimiranti, che non sia altezzoso e supponente, ma sappia ascoltare la gente ed i suoi collaboratori e, soprattutto, che sappia assumersi le dovute responsabilità senza mai scendere a compromessi e senza farsi irretire dalla burocrazia comunale, che tradizionalmente cerca di non fare per evitare proprie eventuali responsabilità”.
Questo è stato Messina sindaco. C’è da aggiungere che era contraddistinto da altre qualità. Era un lavoratore instancabile. Per lui non esistevano orari, domeniche, giorni festivi e vacanze. Era di un’onestà assoluta e di un’umiltà disarmante, accompagnate da una grande cultura e da una competenza amministrativa e giuridica non comune.
Governava il presente guardando lontano. Era un architetto ed urbanista nato, nel senso che immaginava lo sviluppo della città e nella sua mente ne prefigurava il futuro. Anche nelle piccole cose. Era capace persino di domenica di girare per la città allo scopo di vedere ciò che non andava. Anche solo per indicare agli addetti comunali dove piantare dei fiori o degli alberi. Magari indicando loro anche quali piante, in ragione del fatto che aveva anche uno spiccato pollice verde.
Era soprattutto un uomo delle istituzioni. Di certo non si collocava per cultura e sensibilità a sinistra, ma non distingueva mai le persone per gli orientamenti politici.
La sua vera passione e vocazione era quella di affrontare i problemi e trovare delle soluzioni. Lo aveva fatto sempre. Con realismo, temperamento, invidiabile forza di volontà. Da avvocato, da dirigente del Comune di Cava de’ Tirreni prima, da primo cittadino metelliano poi.
Con Alfredo Messina se ne va un pezzo di storia della nostra città e della nostra vita.
Riposi in pace.